Critica Sociale - Anno XX - n.11-12 - 1-16 giugno 1910

172 CRI'l'!CA SOCIALE via e nlln nazione offrin\ un huon esercizio cli Sto.to qua11to il Belga, il .Prussiano e quello del ·vecchio l'icmontc, cioè redditizio come il chinino di Stato. Il coc11icicnte d'esercizio cliscendcril. a cifre legittime, nonosb111te gli aumenti di stipendio al pcri;onale, equi– pantto agli altri agenti governatiYi, pcrchè la coJla• horaziono e la cointeressenza potranno esplicare la loro clli.ricnzn. 1./ing-. Bianchi escog-ìta l'elevamento delle tariffo e la piì1 intensi1 prcst1w,ione del personale (meno agenti e piì1 ore di lavoro. ma non negli Uflìci su– periori) per abbassare il coclficicnte di spesa e per i nuovi miglioramenti del personnle, come Mcennava nella ;i Relazione sull'andamento delle Ferrovie di Stnw dell'el:iercizio 1!)0G·907 ,,; laddove l'Unione na– zionulc degli impic~ali ferroviari specifica suhito un'e– conomia 11nnuale di 20 milioni. Ma i 20 diventano I 00 milioni, qualsiasi tara. voi faccia.te, nella seguente labclla. di economie: 1° Ageuti in pill 12 mila circ11, nllo stipendio medio annuale di I.,. 1500, dànno una spesa di 18 mi– lioni. Necessita quindi una riduzione del personale, ma non del personale esecutivo: come ha iniziato la Direzione Gene1·a\e e come hn scritto l'on. Ancona ucl (,'ioruale li/Italia. L'ing. Oalluzzi opina nppunto che le grosse economie discendono dalla categoria dell',llto personale, per il quale si spendono I 9 mi– lio11i contro I rn del pc1·so1rnlc minuto. Per corrobo– r11rc !'ing. Galluzzi) bisogna 11cccnnare 1\llc inutili Dirc;doni com1nu·timcutali (un'economht di circa sci milioni all'anno, secondo A. Scalzotto); all'Ispettorato centrale, clic il Galluzzi definisce pio istituto dl, rl– c·orero o fli beneficenza I pel' uso e co11smno della, Dire– zione generale <lelleferrovie; ni 192 funzionarì dei primi sci gradi che al 1° gennaio 1909 avevano ol– trepassato i 60 anni e che costavano 2 milioni annui per stipendi cd nccessori. Consultare in proposito il )[e111ori11le degli impie;wti (pag. 19) o meglio il Gioi-– mtle dei traspol'fi, X. 14 del 1909, dove è bene dimo– strata t,de superlluità di sessftgenari, in base al Ruolo d'an;'.ianib\ dei primi sei griuti (edizione 1° novem– bre 190$) e al decreto N. 635 del 15 aprile 1909, che stabilisce le piante organiche dei primi sci grndi; 2° Sopra 7G milioni di viaggiatori nel 1909, 28 sola– mente hanno pagato a tariffa intera, cioè il 36,80 ¾, con una perdita quindi di /00 mii-ioni (articolo del– l'avv. Cesare Gat;ca 1 /,e, fen'otie lfalicme, t 0 aprile 1910). Conviene peusa1·e ai trasporti militari, ;!Ile conces– isioni speciali (quasi tutti i frati e le suore benefi– ciano, o beneficiavano fino a ieri (1), della conces– sione V e Vf), ai permanenti degli amministratori di qualsiasi minuscola rete secondaria, e ai higlietti graiuiti (12 di I:,. clusse, 6 di 2", 6 concessioni di trnsporto gratuito di bagaglio) concessi dall'on. l3er– tolini alle famiglie di cle1Jutati e senatori con la lcg·ge O luglio 1908 N. ,LOGe con danno calcolato a 1-1milioni; 3° 'ccondo i calcoli dcll'ing. Eliseo Gallm1zi (He:Jfo del Carlino dell'l ! dicembre 1907), i copertoni a bagno idrofugo, in uso presso la Mediterranea e generalizzati uelle ferrovie statali, vengono a costare un milione all'ann0 in più dei copertoni cerati o ver• niciati (tipo Orleans), a cagione cìclla. loro sostit.u– zio11e. {n ()ueslioni ferroviarie del cav. Cesare Gal– liani, Capo divisione a riposo delle ferrovie, si calcola il danno un mezzo milione; 4° Nello stato cli previsione !000-1910 trovasi stanziato un milione per le gratificazioni al personale non tariffato, cioè ai gros-bo1111et.s (Boli. ulf, N. 32 del I~ ngosto 1!)09, pag-. 251); 5° Mafrgior consumo di 10 mili011i e 800 m'ila lire nll'auno per trascurata manutenzione alle mao- [IJ I glornn'I n1111unelnvano testo clic li nuo,•o ministro del 1,1,, l'P, ori. Sacchi nli\Jla SOJlpre,so ltìhiUO di (jUC8tl 111)u~,. chine nuo,•c, la, quale dovrebbe essere più scrupolm1a per la. minore resistenza e per il maggior rendimento (Avanti.' dell'8 aprile 1909, " Un macchinista,:,); G 0 n Galluzzi (pag. 12-20, il 111-icrobO del disser– vizio ferroviario) calcoh1 1 in due anni di esercizio, aumentata la percorrenza. dei treni cli circa 20.000 km. al gio1·110 1 cioè, al giorno, L. 54.000 e L. 19.7 /0.000 all'anno. 'l'roppi treni viaggiatori e troppo pochi i treni merci j 7° Lit percentuale dei rimborsi ferroviari al com– mercio per tardata resa o per avarie è molto supc- 1·iore alla normale delle ferrovie estere 1 tanto che, con un po' più di vigilanza, si potrebbero economiz– zare 5 o O miUoni amrni. Siffatta percentuale devesi principalmente al fatto dei pochi treni merci e della pletora dei carri normali, che, oltre viaggiare semi– vuoti, recano ingombro e ritardo di scarico nelle sta– zioni, con binari e piani insufficienti quasi tutte; s~ Circa 3000 fermate di treno furono istituite per rag-ioni politiche, il che porta spreco di carbone per rimettere la macchina in corsa o conseguente passi– vità <li va.recchi milioni. Come vedete, il centinaio di milioni di economie sarà superato per lo svolgimento progressivo delle semplificazioni burocratiche (di scritturazione, di car– teggio, di revisione e di versamenti), dei legittimi. approvvigionamenti, degli Uffici costrutti nel proprio terreno, delle riparazioni sollecite di carri, ecc., ccc. JJ personale ne ricaverà vantaggio e cessorit di tro– \'arsi nella condizione di piagnone e postulante pe– riodico (1902, 1905, l907, 1910); ma, anche il pubblico godri\ del servizio migliomto (rilievi, rimborsi 1 re– clami, limitazioni delle 776 tariff~ e delle -1000voci circa della nomenclatura delle merci), in.fine della. rirtuzione di prezzo nei trasporti. fn tal guisa, il coefficiente d'esercizio verrà decre– scendo alle giuste proporzioni e non sarà pili un in– cuho per Je finanze italiane. La soluzione del ponderoso problema ferroviario deve scaturire, non dalla Cooperativa feiToviaria, sib• bene dalla cooperazione o repubbUca.ferroviaria, a cui adducono l'interesse immediato e il vigile interessa• mento di tutti gli agenti adibiti. Ux APPLICATO. ILPROBLEMA DELL' EMl6HAZIONE VII. L'azione dello Stato. li'u\'Vi un tompo io cui lo Stato italiano si disinteressò completamento clell'emigrazione. Prima dell'attualo rifto– rimento economico ccl industriale, quando la miseria era grande e sempre più vasta diveniva la solva delle brac– cia tose a chieder lavoro, le classi dirigenti vedevano t\ltt'altro che di mal occhio l'esodo dei nostri operai, e, consirlerandolo una valvola <li sicurezza 1 J)OCO importava loro corno ~I S\'Olgesse o dove si volgesse. Andassero pur anco alla malora tutti gli emigranti, il rigoroso li– l>erlsmo1che imperava allora a questo riguardo, doveva toner lontano lo Stato dall'immiscbiarsene. Questa indifferenza oggi non ò pill pos;dl>Ho.Ormai il prol>loma dell'emigrazione occupa e preoccupa tutti, in un senso o nell 1 altro, come se ne ebbe una prova l'anno scorso, al Parlamento, nella discussione sul bilancio dol Ministero degli esteri. · Però, anche ammesso e riconosciuto indispensabile 11iotervenzionlsmo,non ò detto che possa avere un campo d'aziono illimitato. Innanzi tutto, è certo che, quando anche lo Stato ritenesse l'emigrazione il più pernicioso

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