Critica Sociale - Anno XX - n. 10 - 16 maggio 1910

CRITICA SOCIALE lli3 diA.ta, per cui il Mazzini a Londra et ritirò dalla riunione costitutiva dell'/11ternazio11ale e le si schierò contro. Volle poi fatalità che, a farsi apostolo t.l@ll'l11ter- 11aziouale in ltalin, venisse il Bakounine, che in quel– l'associazione capitanava la corrente estrema, più esagerata e violenta. Questo irruente nichilista, sta– hilitosi nella peni:mht, la cui atmosfera, ancor calda. 1,er la rivoluzione recente, trovav" sin~ohmnente propizia alla sua propa,!:prnda rh•oltosn, non poteva non suscitare le gelosie e l'ostilità del Mazzir1i, che Hi vedeva far concorrenza e dauno nel suo apoato– htto. All1/nleruazinuale hal:01miuia11a il M,n:zir•i finì 1·01 contrap1,orre le ~lelù operaie aflf·atellale al patto scritto da lui. Fra i11tn·,,azionalisti o mr,ui11i, mi i r11pporti dh•ennero sempre più tesi, combatt.en, losi rervidamenre fra loro, e le ri\·alità diedero luogo 11\lvolta ad esplosioni ,•iolenti e selvuggie. Il Mazzini, pni 1 oltre r,he ripug-nnrc al metodo della lottn tli clas::ie e al principio della preponderitmm e priorità della questione economica !1iullealtre 1 di::isen· th•a da:,:li ideali comu11istici e culluttivilstici del so• ci11lis1110 1 a eui l'l11ternazio11ale s 1 ispirnva; ideale d1e, inteso da lui aura\'Crso il "ecchio utopismo rrnncese di sua conosce11z11 1 egli considerava come ve,ssatorii 1lell11libertà indi\'iduA.le e d'impossibile A.ttuazione. Il suo ide11le economico era hensì p~r l'11bolizione d81 snlariato o per l'unione del lavoro e del cupi– tale nelle stesse mani 1 mn egli intenllevn g-raduul– mente raggiungere quell'ideale 11011 con la lotta di classe, sibbene con la libera a11sociazione coo1>erntiv11, con 111. computecipazione agli utili o con la cordiale intesa delle classi, dando modo così all'elevamento delle condizioni morali e materiali dellR. classe opc• rain, e procurando nnchc i mezzi ausilii\l i per ht sociale trasformnzione. Uen è vero che il Mazzini, negli ultimi anni della ~ma esistenza, mentre era aceorato dai progressi delle idee intE>rna1.ionaliste con la defezione anche di 1>a• rocchi dei suoi, e dalle equivoche simpatie dello stesso GRribaldi 1 si sdegnava nel vedere riuscire presso che a vuoto le sue cnlorose esortazioni unrnnit11rie al buon cuore e alla solidarietà patriottica delle classi ahbienti italiane perchò favorissero disintereisatR.– ment.e l'elevar::ii delle classi operaie. Con queste am11- rczze nell'flnima, il grande ,•egliardo terminò i suoi i;:iorni travagliati, e Il partito repubblicuno, rimusto prh•o della suggestione diretta e possente del vene• rato Maestro, e perduti per via tutti i 1>iì1autorevoli campioni delle idee nrnzziniant' 1 taluno dei <Jllllli finì con l'acr,o:itarsi ali:, monarchia, t1ndò rnau ma.no RU· hendo l'e\'oluzionc e gli adattamcuti im posti d ulie necessità pratiche della lotta e della vit1l 1,olitica nn– zionnle. Alla stessa necessità dovè sottomettersi n eua volta il pflrtito socialistft. E!:!so poi, corno piì1 gio,·nne o ancora in formazione, e meno ingombro dai bagagli storici, tradizionali, o linbevuto delle dottrine mR.te· rialii:1te del Marx, si tro,•ò meglio allen11to e nchttto nl giusto apprezwmento delle condizioni e 1h•lle forze sociali, ed effet1uò 1 più rilpidamente e agevolmente del partito repubblicnno, la suu pmtica evoluzionP, nhhandonando, l'una dopo 11alt,·a, le teorie del pri– mitivo rh•oluzionarismo anarchico bakouniniano e formandosi metodi più positi\'i, e obhietti\'i immediati sempre pili pratici e rispondenti alle esigenze reali del momento. Così c::iso finì con lo sbarnzzarsi dagli ttpriorismi unil11.ternli e con lo smettere le intransi– genze e le pose tribunizie e ~incobine, sempre pili pensoso dell'educaziouc delle moltitudini e della re– SJ>onsnbilità delle conseguenze de' propri fltli e atteg• giitmenti, man mRnO che dall'atveniriemo metafisico passò allo sperimentalismo riformistico. li partito so• cialii1ta vc1111r.così acquistando forza o ascendente grandi sulle classi lavoratrici d'Italia, e divenne pre• sto fattore notevole ed esempio imitato di disciplina e di unità d'ordinamento e d'azione nella \'ita politica e sociale itnlinna. . .. Ogni movimento nel suo clima storico. Nonostnnte le hriciole e gli strascichi dell'irrcdentismo, in Italia, dopo il '70 1 la questione nazionale 1>oteva dirsi ri– solti\1 CQtne - bene o malo - specie dopo 1'82, JlO· teva dirsi risolta, nella 1>arte più interessante, la questione politica. L;~ questione socinle - la quo• stione dell'epoca - dO\'e\'a quindi trovare ormai, anche nel nostro paese, ricco di IIUO\'a \ ibt. in,lustri· aie, l'ambiente propizio n.l vigoreggiar delle sue lotte, suheutrando alle vecchie questioni. Ai p11trioti Ilo• vcano succeclerc i socialisti. ~;, per non esser tagliato ruori rlalle correnti vl\'e e fattive del paese u finir d'atrofia, anche n.l IH\rtit,o repuhhlicnno ru giocoforza mettersi sulla via dello lott.e economiche e competi– zioni di cl11sse, dan<lo, senz'accorg-ersene, un'impor tanza sempre minore 1tlle sue rivcndicuzioni storiche e scirnlamlo sul terreno pratico del sociitlismo. L'or· ganizzazione mazziniana delle . · ,ciftlt operaie af(m– tellafe, 1>remuta tlttorno tlalle organizzazioni socialisto e battuta in hrcccitt. dalla correnti, repuhhlicana col– lettivistn1 finì col dissolversi. La concezione repubhlicana collottivist11., incrocio rra il repubblicnnismo storico italinno e il socìalii:11110 1 em una concessione sostanziale allo nuove idee. Ma nitre concessioni rile\·anti vennero mano mano fa– cendo i re1}Ubblicani 1 stretti dallo neces!:lità pratiche della lotta con la concorrenza incalzante dei socia• listi per la. conquista dell'anima delle moltitudini lavoratrici e dell!t politica· infhrnnza nel JHlese. Così, nllontanando:si sempre pìl1 d,dht vecchi1t intransigenz1t mazziniana, si è finito con lo nmmettcre la fatalità storicn e la necessità 1lella lotta cli classe. E si è persino finito col dimettere la famosn pregiudizi•1le dalle istituzioni monarchiche, che, sostenuta già come di capitale importanza dal )Cazzini per la soluzione del problemfl nazionale e liberale, rice\•ette, secondo– chè ben notò Alberto Mario, terribili smentite dai ratti. Come nel partito socialista, anche nel partito rcpubhlicano, si è fatto infine huon viso al progresso evoluzionistico, nonchè nl concetto dei placidi trn– monU. . . . Al punto in cui siamo, voi ben comprendete, e do\'ete ammettere, che, in questo tn•ntennio circa ch'ò trascorso, le più serie e sostanziali differenze e di\'crg,rnze e cause di di\'isionc nei partiti socialist1t e repubblicano siano ormai andate, nella più gran parte, man mano attenuandosi o scomJH\rendo 1 al– meno 1>er molti luoghi e molte persone. Reso pii1 11almo, men disagiato e più libero l'ambiente di lottn, amhi i J>flrtlti si son resi più riflessivi e più ragionevoli, piì1 equanimi e rem1,ernti. L'ornng~io all'idea nazionale e ai suoi apostoli 1 ai suoi martiri od eroi, un giorno fiera cagione di contrasti fra re• 1rnbblicani o socialisti, ora li vede uniti, se non con lo stesso ardore, con pari 1:1incerir1\. L'importanza. dell'istruzione, dell'educazione e della sovranità poli• tica del popolo, un giorno poco a1>prezzata dal par– tito socialista, tutto compreso dell'affermazione delle grandi rh•endicazioni economiche del suo 1>rogntm1111., massimo, ora, che. il 1>11.rtitosocialista si è messo sulln \'ia dellti riforme, lo trovi\ pili equo estimatore o propu:.:-natore zelunto e in prima fila. Dai socialisti non è ora 1tnunessa, in certi cnsi e in una certa mlsurn, la stessa collnborazione di classe? Sulla vin delle riforme, il )Citzzini è dunque ri11.bilitnto ed ac– quista consideruzione inaspettata a~li occhi degli stesl-'i socialisti, non solo dal lato politico, 11111. anche d11.Ilato economico. li cooperativismo o Il\ Banca tlel

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