Critica Sociale - Anno XX - n. 10 - 16 maggio 1910

CRITICA SOOIAl,E 1'19 Ma sarete cnnzonllli 1 rincnlza Omega. Vedi, in Ca• mera, la nomina alle cariche, e Luzzntti al Senato. Le elezioni, cui nllude In nostra contradditl'ice, questo dimostrarono, appunto: che l'idillio è nlla superficie; sotto c'è il gurgito oscuro. 1•: 1 il gorgo sul quale contiamo. Che se anche dovesse inghiottire, colle promesse del Governo, il nostro voto di ieri --- veggnsi la dichinrnzione che lo accompagnò: con quel sughero ngli omeri, non inghiottirchbe certo noi nè il partito. Quanto alla rirorma del Senato, il postulato demo– cratico (1) che Luzzt1lti ebbe il torto (o l'astuzia?) di far euo, contro il quale noi soli, prima, gridammo l'allarme 1 e al quale, per ,·entura, e per ben altri motivi, il gerontocomio senatorio mostrò tutti i denti di cui può ancora disporre; 111,plichi Omega. al di– scorso, pronunciato, tra <1uelle sirti, dal Presidente. del Consiglio, un po' di q1wlhl critica scettica, mor dace cd uguzzn, con la qua lo nddentò lo suo dichin: razioni 1tlln Ciunera, dO\'e, a huon conto, nessurut condizione di simultaneitìt era stata 1>0sta fra le due riforme; pem.1i al fato che :tspetta la riforma sonn– toria, alle pressioni dell'Estrema e del paese (so ci saranno) per l'o-tcnsione del suffragio; e vedrà. anche questo argonH.'nto del senno di poi forae un tantino sgonfiarsi. Ma qui incedimus per iynes, NI è ,,ru– dente troncare .... Anzi, già andammo assai lunge, tr,1scinati dalla 1>0lemicn, ben oltre il seguo che ci erav,uno µrcfissi. l'erchè non qui si volevn fare l:t difosn. del voto - contro il quale noi, dentro il Oruppo, ci 1,ronun– ciarnmo . .i\fa dimostraM soltnnto - e i due primi argomenti erano già tro1>pi 1\ll'assunto - che quel voto non soffre delle 1>rinci1,ali eemmre che ha su– scitate. Li, questione del riformismo rivoluzi9nul'io 1 come quelln. del disagio del ,,artito, sono al cli lù dolio criticlrn ilei nostri censori. Se il Yoto 11011 fu di fi. ducill, so, nonchè vincolare il proletnriato o il par– tito, non vincolò neppure noi stessi, se fu diretto e tentò SCl'vire a cnnsa.ro unil tr,,p1>ola. l\vvcrsaritt 1 a. scuotere una sit uazione, che il partito condanna, a rendere meno aspr,L la via di una riforma 1 che il partito, 1>ur finora senza troppo sentirla e prose• guirla coi ratti, 1>roclama tutta.via essenziale e dcci· siv1, pel pro1>rio avvenire; quel voto - quale che sia por essere il domani 1 del quale noi non siamo che un coefficiente fra i molti - non merita nè l'ec– cesso cli onore, nè l'indegniti'1, con cui si vorrebbe esaltarlo o stimrnatizzarlo. Ncll'àmbito 1mrlamontare - di cui solo chi ci vivo sa tutte le insidie coperte - potò essere un atto di onesta e ponderata cau- tela. Dello deficienw, dei torpori, onde soffre un gio– vane partito 1 che ha immensa la tmma davanti, sopra un telaio ancora inadeguato e mal 1rnldo, è bene si discuta 1~ fondo; e serva puro da pretesto il voto del Oruppo . .\Ca dei mali del partito stanno nel partito le cause, stanno nel partito i rimeclii. Cercarli altrove, equivale ad ingannare so stessi. FILIPPO 'l'UIIATl. Avete le prime tre annate 1 L' Àtnministraz,one della Critlca è disposta a ricambiare con 1maqualsiaai successioaum1ata 1 rilegata, oppure COtl un anno d'abbonamn1to,l'invio cM le ven,sse fati-Odella 1a, 2a o S- annata (1891, 1892, 1893) a, Critica Sociale in buonq stato di consermziotv. ladi[hiarazione del 6ruppo so[ialista all[amera (30 avrilt 1910. - Ool ,·esoconto ste11ogrù{ìco) PRE I OF.N'l'E. l[a racoltà di parlare l'on. 'l'urali. 'l'UltA'l'L Forso in nessun caso 1 come in que:-to, pcl gruppo socialista, di cui dichiaro il volo, sarebbe con– sigliabile, Mnebbe II cauta n • per usare una parola cara al presidente del Consiglio, l'astensione dal voto. No11 soltanto per quella inevitabile accademicìtlt, che hanno queste discussioni preliminari e prepo:,itere, come gH, notò l'on. Carllline; ma per ragioni pili g-ravi. L'astensione ha una pesl'.'lima fanrn: (, la tattica 1 si penstt, dei perplo.:si, dei vili, di coloro cho non :,ianno assnmero la responsabilità di una decisione; ad ogni modo, 11011 è brillnnte e non è elegante. Eppure, data la estrema scarsitiì. dei simholi coi quali nel voto si può e~primere uua opiniono 1 è da pon-.nrn :Je, per dali casi, come appunto l'odiorno 1 non couvor– rebho rinbilitnre anche l'astensione. 8 que.,to accado per il fatto dei partiti dominanti; i quali hanno ormai ri– dotta la politica parlamentare, come ai tempi dello vecchio Cori.i del medio evo o del seicento, a tale un giut"co sopratnno di abilità 1 ,li parole che dissiinulauo I~ coso, '1i proto,doui cho miuacciuno o sollòca110 1 di ade..:ioni cho in realtà i<ono pnrassitismi 1 o quindi di imprevisti e di iu1prevedibili - per cui tutto può e:-iserc, e non si sa pill dove stanno gli runici o do,,e gli av– versari o dove il bersaglio. On,Pè che, in casi come questo. Paslensione potrebbe essere In soluziouo più one~la, In più positiva a dispetto delle apparenzo 1 la più logica ed anche In piil o!Ucace. Questo, uu giorno, fu chinmato machinvellis1no, ed era, si disse, Il\ degenerazione del pensiero e del gonio rii )lnchiavelli; ieri i,;ichiamava giolittismo, e for.:o ora la. caricn.lnra o la cn.lunni(\. tlol carattere o della men– talità dell'on. Giolitti i domani probabilmente si chia– merà luzzattismo. Dico che l'astensione potrebbe essere oggi la solu– zione pii1 onesta, come quolla che, mentre rifiuta una fiducia non ancora possibile, non alfermn, in compenso, altre fiducie parimonti impossibili o temerario 1 e risponde a uuo stato di perplessità, che chiamerei obiettiva, perchè, prima ancora che negli animi nostri, è nelle cose modesimej e lo dimostra luminosamente que:-ita apparente concordia di quasi tnlla la Camora 1 concordia as1:1m·da 1 impossibile, alla qunlo nessuuo di noi since– ramente può erodere, e la quale duuque è l'equivoco manifesto. Sarebbe la soluzione più logica e più poiòlitiva,perchè cl pormetterebbo di sottrarci al fascino delle abilità 1 delle virtuosità verbali, di promesse a cui non risponde la possibilità concreta delle attuazioni; e non fomente• rebbe illusioni destinate a risolversi nel crescente di– scredito del sistema parlamentare. E sarebbe la solu– zione forse pili eflicace, perché, in fondo, direbbo al Governo, che si trova in così ambigue condizioni: 11 Se volete i no~tri voti, se tenete veramente ad es:-ii,non por fugaci calcoli di loghnnografia parlamentare, ma per la rispondenza ch'essi ha.uno coi bil'.'logniriel Paese, per ciò che significano come espressione di idealit.\ profondamente connesse alla evoluzione politica della nazione italiana; guadagnateveli 1 coi fatti, giorno per giorno 11• I!: sarebbe, l'astensione, tanto pilt giustificata, appunto in un'ora come questa, mentre, un'enorme mostn10:,ia maggioranza essendo assicurata al Governo, il nostro voto, qualunque eia, non decide affatto lo sorti del lli– nistero, e non può avere cho una inUue11zn,non rneno import.ante, ma indiretta e 11011 immediatn. JI voto di un partito, che ha. fini 1 80prntutto, extra– parlamentari, deve essenzialmente, in questi casi, ri– specchiare e chi1uire il carattere del partito stesso i e servire come ammonimento al Governo, che oggi 1 in questa luna di miele, in questo giorno di universale giubileo, è accarèzzato dn tutti, mn che, anche dei no• stri quaranta poveri voti potrebbe 1wore bisogno nei giorni della penuria 1 quando, se dalle p11.rolepa:,iser:\ ai fatti, vodrà l'attuale maggioranza sgretolarsi e ri– dursi a più sincere e meuo allegro es1>resl'.'lioni. LUZZAT'l'[, 1,residente del Consiglio, ministi·o del– f-inten,o. Se fa.cessi del luzzattismo, ue prenderei atto. (Si t•ide).

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