Critica Sociale - Anno XX - n. 10 - 16 maggio 1910

CRITICA SOCIALE 157 al progresso delle private energle 1 delle possibilità lndi– ,lduali. 11 Questi due effetti esseozinll e Bostanziall non possono lealmente o seriamente essere disconosciuti nella riforma tributarla di Cremona. Perftoo li partito consenatore, avverso alla riforma, l'ha criticata e combattuta sotto altri punti di vista, ma ba dovuto ammettere che quei duo obbiettivi sono stati precisamente conseguiti. Le spese di percezione si sono subito ridotto di L. n,.ooo o l'economia crescerà gradualmente fino a J,. 125.000, mano mano cesserà il debito vltaltzlo per le pensioni aeeegnate al personale della cessata gestione dazlarlP. H carico del bilancio ò anche diminuito di oltre L. 89.000, corrlspoate In meno allo Stato pel canone d'abbonamento al dazio. In compleuo, le e1>e11e rurono lmmodiatamente ridotto di L. 164.000 e non già. di 80.000, come erronea– monte 11crlvo Il Onvazzl. Cremona chiusa, invece di progredire, di svilupparei nel commercio, nella edilizia, nello opere pubbliche tendeqtl anche al 11uomiglioramento tg:enlco 1 deperiva ogni anno più. Era una assoluta necessità dare anche alla parte murata quella libertà di movimenti, quella maggiore e più rapitla po1111lbllttà di opere e di lavoro, di cui godevano soltanto i eobborghl. r~a abolizione del dazio sui combustibili, sul ferro, sul legname tornò in gran parte a vantaggio della produzione. L'abollzlone e la riduzione al minimo del dailo eulle merci di più generale consumo (rl110 1 burro 1 olio, petrolio, zucchero, caffè, latte, frutta, 11ciroppl,conretturo, rormaggio, sego 1 candele, Oammiferl 1 sapone, carta, amido, ecc.) mlee le elusi povero e meno agiate nella pO!lslbllltà di liberare li proprio bilancio famigliare da gran parte del peso dell'Imposta locale Indiretta. Nò ò colpa della rtrorma 1 benel della mancanza d'Iniziativa degli lnteresutl, so quella liberazione non ba ancora potuto pienamente av– verardi. Da poco tempo però un gruppo di cittadini vo– lonterosi sta organizzando la fondazione d'un forte Isti– tuto cooperativo di con1Jumo. Le poobe merci tuttora soggette al dazio sono - come riconosco lo 11tessoGuazzi - di consumo quael esclu• slvo delle clusl benestanti. Oli effetti sostanziali accennati dal Wollomborg sono 11tatlo sono per e89ere raggiunti. E d'altronde essi non si producono mal - in rlrorme di questo genero - con la velocità con oui corrono i deeldert ed i bisogni. E frattanto lo non posso cbe essere soddisfatto della concessione ratta dal mio contradJlttoro, Il quale, pur dichiarandosi ancora contrario all'aboliz!Òno dello cinte daziari<-, aggiunge che lo ò in ma.,sima, che vi sono I ca'li~llmltl, e che egli non 111 era proposto di dimostrare cho In ogni caso li Comune aperto coetltul111Jo il dlaaetro di Bergamo. Dopo 111 ciò lo non avrei altro da 11ire lo linea gene– rale sulla replica del Oanzzl. ·· Se non che, avendo egli toccato qualche argomento secondario, ml permetto aggiungere bre,i postille. ... Deplora il Oavazzl che l'Ammlnletrazlone comunale di Cremona abbia buttato dalla finestra 200.000 lire annue sgravando il vino Introdotto e venduto all'i11gro!lso, e ciò a tutto profUto ilei ricchi e degll osU. Egli crede che tale provento, pur depurato delle maggiori spese di es&• zlooe e del maggior canone governativo, avrebbe tlato una somma rlspettablllsslma, con la quale Il bilancio avrebbe acquiata.to larghena ed elasticità tali, tla far fronte alle richieste del 11enh.i civili e eociali. Peccato che una cod m(l (Jni:ff.caoccasio ,ie pe,-duta nou 11iache una eempllt!e e lampante illusione! Per conser– vare il regime rtel dazio chluiO e por egten terio 11neho nl sobborghi, le speRo di riscossione e il onnono governa– ttvo,.lnveco di diminuire di 164.000 lire, 11arebboro :lC· ccssarlamcnte o note,•olmcnte accresciuti. Anche volendo essere modcsti!l~lml nello previsioni, la attualo economia di 1 G4.000 lire si sarebbe convertita In una 111>c11a di esercizio di circa 250.000 lire, senza tener calcolo d'una grossa s11011a d'imJ)laoto J)er le nuove vie ,1\ circon,·alla– zlone o 1,or altro opere conseguenti. Nel miglioro dei caal - dato un prevedibile aumento del gettito daziario Ilei sobborghi - la entrata avrebbe pareggiata la 11pesa. E, In allora, corno o donde Il Comune avrebbe tra•to quella 11ommarlepettablllesima, sulla quale il Oavazzi crede di poter rare cosl facile o sicuro asst>gnamento? li problema dell'allargamento della rlota e della con– temporanea riduzione del dazi alle poche voci attuali, croda Il Oavazzl che fu studiato nnche a Cremona; ma lo conclusioni rurouo oltre modo scoraggianti, e non ò difficile convincersene quando si pensi che la popola• zlone del sobborghi raggiunge appena Il 20 por rento della popolazione entro mura. . . . Strana poi è la pretesa del Gavazzl che gli osti aves &oro a ridurre Il prezzo del vino venduto al minuto, pro• prlo pcrchè il relativo dazio non venne toccato e ru abolito Invece quello del vino venduto all'ingrouo ! Meno malo che anch'egli conviene nel riconoscere come Il dazio eul vino venduto al minuto sia un freno, anche troppo debole, al dilagare dell'alcoolismo, tanto ealzialo al fisico e al morale dolio povere plebi! ETTOIU: 0UISOASI. LA nu~lA RURAlE EIl iu~~RDIHAMEt V. Spesa per l'attuazione completa della riforma. li nuovo ordinamento proposto - che movo e ricevo forma da questo fondamento: lavoro del mae• stro aumentato di qualche ora il giorno 1 impiegato 1,iù proficuamente. o meglio pagato - mentre non produce alcun inconveniente d'ordine didattico 1 come sarà. dimostrato a suo tempo, urreca invece vantaggi notevoli in ordine ai mezzi fì.nanziarii e all'attuazione pratica. In fatti. per dare a tutti gli obhligati d'ogni parte d'Italia. l'istruzione dalltl 1• alla. 6" classe, sarà 1 con esso. sufficiente un numero di maestri di grnn lunga minore (circa la metà) di quello che abl>iso– gnerebbo con l'ordiuamcnto 1>resente; o, per conse• guenza, rispetto a questo, si avrà: I O la possibilità pratica di rendere subito completa la scuola, là dove esiste. e di istituirla. dove mancn. in un tempo molto più hreve; 2° un buon aumento di stip.endio yer tutti i mttestri rurali. cosa questa che rnvogherà molti giovani a darsi nlla carriera dell 1 insegname11to. e servirà I). far risolvere più rapidamente la crisi magistrale; 3° non ol:'ltnnte tale aumento di stipendio, una spesa compleilsiva relath•amcnte minore. Poche cifre b11steranno a <'onvincerci di ciò. Maestri rurali, in servizio al t 0 gennaio 1908, 38.026! dei quali soltnnto 2123 di corso superiorcj moncant1 per le sole scuole inferiori: nel Mezzogiorno e. ne.Ile Jsole, 5223. e circa alt.rettanti nelle nitre pro"mc1e; in tutto 48.500 circa; coi quRli, si tenga ben pre– sente, s~rebbero fornito di scuola le frazioni da t~e– ceoto abitanti in su, e non le minori, e tolto poch1s– Simo eccezioni, l'istruzione normalmente si forme• robbe alla 3" classe.

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