Critica Sociale - Anno XX - n. 5 - 1 marzo 1910

CIU1'1CA SOCIALE valore per l'origino dell'Ideale sociali~h o per la d\f– rusiono dl'I movimento operaio. f; a quo~tn re·te nella necesBità del divenire socialista e alla Otlucia nella In. auperabilità scieutltlca di questa fodc 1 che !!I devo la for.rn . l'entusiasmo e lo spirito di sacrificio del movimento ope– raio. Soltanto perché l'ideale del soclaliirn10 sembrò 111,('ll operai dimostrato sclentiftcamente, ò nata la grande forza morale del movimento operalo. Ma gli ideali politici, come tutti gli Ideali storici, non ei possono conservare nrtitlcialmonto, qunndo la corrente della vita del pensiero li ha sradicati. SI 1•uQ,quinrli, ca– pire ma non conservare l'idealo di una imminente reden– zione del mondo 1 quando un miglioro Intendimento clclln realtà cl obhllg!\ n formare altri concetll sul!e leggì di• no.miche della storint che non sono più ravorevoll a questa subitaneo. mutazione. Anche noi, però, dob1..>iamo, sulla bnse della moderna concezione rtollo leggi dinamiche storiche, dare un qua• dro del foturo, che abbia la forzo. di risv(>gliare energie. passioni e devozione. Un grande movimento della storia non tu mai creato dalle esperienze dei pratici e dalle Impressioni estrinseche del momento. Anche oggi, le pili proronde forze do! movimento operalo non nMcono dalla statistica, dall'esame dello condizioni reali o dall'adatta– mento timoroso n ciò che appunto oui:c-1 corriijpìnde al livello morale o lntollettualc dell'operaio. Anche noi dob– biamo credere a quelle forze rtel movimento operalo, ohe non si vedono sempre manifestamente nella realtà quotidiana e della cui esistenza non cl si può convincere solo per l'esperlenzn r1i tutti i giorni. Svanisco sempre ph) l'Idea, por noi, che la vittoria degli operai sin il ri– sultato di una naturnle ovoluziouo i le subentra sempre più l'altra idea, che dipende dalla forza, dalll\ <10,·ozione, dalla tenacia e dalla accortezza della classe operaln l'aumento della potenza dei proletari entro ii presente ordinamento giuridico, sl che essi acquistino la ,,o~sihi– lltà di u superare n dall'interno il capitalismo. L'idealismo pratico, che credo e calcola su questo forzo del movi– mento operalo, è almeno tanto grande c1unn10l'ideulhmo della prima genora7.lono, il quale, nell'esuberanza dello sue ardenti speranze, credeva di 11otoro scardinare un mondo d'un colpo. TI lavoro minuto del "pratico II non può mai diven– tare, a luogo andare 1 tutto il contenuto di un grande movimento. 11 u pratico , 11 il quale nella \'ita quotidiana trova tra i suol colleghi di larnro tanta· grettezza, In– vidia, spirito di contosn 1 non suà mal capace di risve– gliare da sè, cioè po.rtondo dai risulta.ti del suo la\'oro pratico, le grandi forze e le pusioni che dormono na– scoste nella massà, e che può solo svegllafe chi crede già In precedenza alla loro esistenza. Sarà 1 perciò, sempre necessario, oltre al minuto lavoro pratico o alla deter– minazione empirica delle condizioni di fatto 1 curare l'i• doalismo, che erodo alla graudo missione degli operai, anche se l'apparenza è t1pe:1so co:,l pletosf:Lo meschina. 11 Senza l'ottiml.:1modei lfTandl eclucntori, qua.biasi lavoro sindacale o pllrlamentare stanchcrit e fari'\ disperare chiunque. Produrre o tener ,·ivo que1to ottimismo è il grande còmpito 1 Il dovere incalzA.nte e In piì1 bella ricom– pensa del h\Voro del teorico. F, I anche oggi teorici o pratici, idealisti o empirici del movimento operaio, do– vono dani la mano per ))rotegq•ro ari un tempo quc:ito movimento dallo esagerazioni e dalla Mtanchezza. ,, p f. La Critica Sooiit1o e H Tcm1>0: ver l'Italia, amw L. 22 1 semestre L. 12. LEmnmrnESUllA PHODUllOHE ~ SUl CONSUMO Il prof. Jllcopo 'l'ivnroni 1 in uno 1:1tuclio puhhlicnto nella Crit1cet 80dflle del l O fcbhrnio, si propone di dimostrnre che una parte del dazio sul grano grn,·i imi produttori forestieri in,·ecc che 1rni cu11su111arori, quando la quantit.'t di gra110 i111j>0rtato è lieve in rapporto 11\la quantil:°1 complessiva richit•sta dal con– sumo; e che tille traslazione tanto pili aumcntu, qunn10 minore è la importazione rhqrntto al consumo. l'oco efficace e mono convincente rni scmhra la' parto detl!,ltiw della dimostrazione tentata dal pror. '.l'iva– roni i mentre 111d1dUrameute l:l statistica - con le cifro della. 1>roduzio11e, del consumo, dei prezzi, ccc. del frumento in Fraucia ed in Italia - accorre in niuto - almeno in :apparenza - della tesi suesposta. Si 1·ilev1t Jall'csame dei vnri p1·ospctti statistici che il preZ'l;o medio del frumento in questi ultimi anni in Italia, ove ,•igc un dazio di !.. 7/>0, ha superato di i.. 8,::?5 il prezzo dei mercati liberi; mentre in Francia, o,·e il dnzio dal 1891 in poi è di t•. 7 1 il prezzo medio si è 11rnn1enuto di solo J,. -1,53al disopra di quello elci 111crca1i liheri. Dunque iu Italia, ove il ~rano importato ntppre– scntit circa il 17 °1 0 dell'intero consumo, il dazio cli L. 7 1 50 (anzi qualche cosa dì pili) \'iene a grnv~tre integ-ralmcntc sul consumatore; mentre in l•'r,t11cin, O\'C rimport:1zione rappresenta solo il 3/>tl O O del consumo totale, soltanto una parie del dazio cli L. 7 - cioè I,. •1,53- ~rava sul comrnmatore, laddove la rimanenza. con sanla rassegnazione. viene sopportut,l dal produttore es1ero. Ora io, risparmiando al lettore il còmpito di se· guirc il ragionrunonto sottile che clurnhhe la spiega– zio11e di questo proteso fenomeno, osserYo semplice– mente: sccomlo lo stlltistichc, 1101 mercato libero, per escm1•io in lng-hiltcrra, il prezzo si mantiene intorno alle L. 17 i in Frirncia, con uu dazio di L. 7, inrnruo a I,. 21 1 2...,; mentre in I calia, con l!l protezione di L. 7,.)0, !!i 111an1icnc intorno 11. I.. 2-l/H). Come mai il commerri:rntc !$i è rasse!,rnato a collocare in Francia il frumcnrn estero, quundo iuvecc avrehbo potut.o \'OH· del'lo in ltnliu, realizzando pili di I.. 3,50 nl quintale sulla ,·endila, oltre il compenso dei 50 centesimi di nwggior dnzio? 11commerciante, che per solito non si lascia guidare nei suoi affari da nstruserie meta– fisiche ap1>licate alrcconomia politica, nvrcbhe induh– hiamente nbbando1111to i mercati francesi, ri,•ersnndo i suoi grani in l!alin, che gli assicurnrn fonti c<>n· siderO\'Oimente piì1 copiose di guadagno. E se in Fr11nci,l il prezzo medio è solo di L. 4 1 28 superiore a q11ello dei mercati inglesi, come sì spiega l'nbnegazionc tlol commerciautc, che si sobbarcit ad un dazio di L. i riversando il suo grano nei porti francesi, mentre nei lihcri mercati dcll'lnghilterm ~11ad:1gnerchhe in pili L. 2 1 7:! {I.. 7-4 1 2S) per ogni quintale di grano venduto~ .\!istori. ... In 1111 solo caso, io credo, la lcg-ge economica in– traveduta dal prof. 'l'ivaroni avrcbhc la sua complotil esplica1.ione; qualoru, cioè 1 csi::itessero uel mondo cl11e soli 1111•rrati, l'llnlia, per esempio, e la Ru:s:sitl. L'Italia, supponiamo, è trihutarilt verso la Hussia per nn ter1.o del grano che conimtna. Si stahilisce un dazio protcuore che dctermiua un numcnto della produzione, perchè, aumentato il prezzo, la colturn del J.!Tttno llh'Clltfl pili rimuncrali\·11.: diminuisce la importazione; i produttori 1• i commercianti Russi 201111 costretti, non csiiltcndo altri mcre11ti, a ridurre i loro prczr,i 1 per potere, p11gando lo 7,JO cli da1.io 1 far concorrenz,t ai grani i1ttlia11i; se lit prol luziono dc1Htali9. conti11u1t a crescere. diminuendo il bisogno dell'im1>ortazionc, i Hus~i dehhono ancora ridurre i loro prezzi, e quindi accettare sulle loro i;palle parte del gravame del dazio per potere entrare, vincendo

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