Critica Sociale - Anno XX - n. 5 - 1 marzo 1910

CRITICA SOCfALE disgraziati Comuni 1 che hnnno creduto di precorrere i tempi abi.Jattendo lo barriere, In un letto di Proruste, costrlugendoli n pngare in eterno un'esperienza, che essi hanno fatta, col plauso ciel Governo o <lei::lieconomhdi pili insigni, a beneflc!o di tutti? E perchò non si profit– terebbe rlell'occa-iiono attualo per rendere pili organica, più equilihrHt11, più democratica, la lcgisiazione tril.H1- taria comunale? Si dia bando ai preconcetti; si riconosca che, fra i cespiti di redrtito dei Comuni, deve rcstnl'O nncho il dazio consumo, e si lasci loro libertà eut modo cloll'o– sazioue, Hssanrlo eolo l'ordino d'applicabilità. e la pro•• porzione normale dello singole tariffo. Si stabilisca. pure il minimo di sovrimposta (in proporzione delle tariffe daziarie), ma si stabilisca anche un rnasi,imo a~soluto o relativo per la sovrimposta fabbricati, la quale non è giusto corra di pari passo (come avviene og-gidì) colta sovrimposta terreni, perchè la prima si ripercuote quasi esattamente o sempre sull'inquilino, mentre la seconda non è ripcrcuotibile in alcun morlo su alcuna cato!Zoria di consumatori, che meriti una speciale protezione le– gislativa. E si lasci pure allo Stato la nu0\'a imposta pcr.:ionalc, .<iecondo il progetto Sonnino, ma si risarciscrrno tutti i Comuni della perdita <lei co~piti dello tasso sul \'aloro locnth·o e di famiglia, in una misura equa, per e.<1., i11 proporzione del reddito ricavabile in ciascun Comune dalla tassa di Stato. Con questa comp:uteciJ)Azion~, o col <lirltto di sovraimporre sulla ta-isa entro certi limiti, i Comuni sarebbero cointeressati nella gestione di questo tributo e, pur non altorandouo il carattere Rt!ltale, po– trebbero recarle un prezio.;o contributo di notizie o di vigilauza loco le. Ai Comuni, che già attualmente goclono tutto il pro– vento della tassa di famiglia, potrà essere accordato un periodo di assestamento di cinque anni, durante il quale si po,isa effettuare, senza scoqsc e !l('n:Mt1,quilibri, il trapasso graduale ,tolln tassa di famiglia idio Stato. Mo11iflcata così e completata, la rirorma proposta può essere accettata come una sistemaziooo provvisoria dei tributi locali: sono elimina\e le di.:lfHHitàdi trattamento più stridenti, o poste le amministrazioni dei Comuni in condiziono di uguagl!anza di fronte 8.\la legge ed ai principi informntori della politica tributaria l)resentc. Ed oro, sulle mie eresie, non tutte certo nuove, ma non velate da preconcetti e m.immeno Indegne a·esserc vagliate e controllate, attendo i fulmini ·della criti,~a ortodossa. Gw,;i,:rr~: G,\YAzz1. LEPENSIONI DIVECCHIAIA li. 1° - Le pensioni gratuite. b) 11 ti1m euro11eo. La prlma nazione che, in Europa, ahhia tentato risolvere colla forma ardimentosa. della gratuità .1s– soluta il 1>roblema delle pcusioni di \'CCclliaia, fu la piccoln. IJnnimarca. [I fatto può parere meraviglioso. i\[a chi conosce l'intensità della vibi, il fen•ore possente, l'al'dimento novatore che a.nirnn.IR popol1tzione scnnrlina\'a, ornnrni decisamente alla testa. della. civiltà europea, trovtl naturale che il sistema più radicale abbia trovato fortuna. nel paese che sa superare, con egm1le eoergia, le asprezr.e del clima e i contrasti della. vita sociale. fnnegahilmente gli inizi dello sperimento danese sono ornmai o.ntichi, a11zi, formalmente possono ri– tencn;i nntcriori a quelli stessi delle Colonie austra• liane, mit hanno tardrtlo forse piì1 che in Australia a liberarsi ùalla veste di J)Ubblica assiste11za con cui apparvero da principio. Fi11 dal 1~83 e L88.f il ministro Estrup presentò prol!etti di lt•gge per i ,•ecthi " indigenti ,.,, ma non cl,bcro fortuna. Fu solo pili tardi - dopochè una campa!!na vig-oros,L era stata condotta. nella srnmpa da uomini erni11e111,i- che il progetto pan·e effet– tuabile in occasione dell:t riforma trihutaria, perchò emerse !a possibilità di destinare la nuova imposttt sulla. bitT1t ed altro eutrnto a farorc dei lavoralori vecchi ed indil-{cnti (1). 119 aprile 1891 il Parlamento danese votava. la prima legge. Essa rnllh•a successivamente migliorata cd ampliata nel 1899, nel L902, e, di recente, il I :J marzo 1908. Fin dalPi11izio si cercò di rare della pensione di vecchiaia alcunchè di distinto dai pronodimenti 01·• dinari delln 1rnhhlica beneficenza, o il legislatore ci te11ne n ben distinf!ucrc \'u110 dalraltro intervento. )la, in realfa, 11011 si potrebbe dire che !'intenzione loùevole sin stata favorita dal successo. Basterohbe un fatto a co11vincercone. Xci primi anni 1 il soccorso medio 1 per og-ni capo di famiglia, non riuFòCÌ supe– riore a 82-!lO corone danesi annue, a 110-125 lire nostro. Con queste cifre non può parlarsi di pen• sionc, ma di veri e propri sussidi alht indigenza, quali si praLicano in ogni paese, e quali sono con– sacrati così dalla Poor lato inglese, come dalltl frnn• cese l.oi sur rassisl<tna aux rieillards et i11fìrmes 'imlige11ts. Solo più tardi, nel fatto, il soccorso· alla vecchiaia ò andato orientandosi ,·erso la pensione di vcc– chiaill. La legg-e danese tenno conto, g-ià nel I89 I, dello scarso numero di htvorntori che po.:isono rag-g"iungere lo età pili arnnzatc; e mi~liore, in que::ito, dello leggi a11::1tralia11e della stessa recentissima legge inglese, sfabilì il diritto ,1 pensione fin dal so:;santesimo anno dì etì1. 1-'erò il cittadino non doveva essere " più in grado di procurare a se stesso, e a coloro il cui mantenimento era del tutto a. suo carico, il necessario all'esisten1.a o le cure o i rimodì in caso di malatt.ia ( 2 ) w Il medesimo criterio fondamentale ò passato nelle elaho1T11.ioni successh·e e nel presente testo unico. Ora il diritto n pensione è subordinato a questo condizioni, che tro,·ano 1 a un dipresso, il loro riscontro nella lc~isla1,ione rtustralia11r.: 1° L'interessato non devo essere stato condan– nato por un atto che lo tlisonori avantl gli occhi del puhhlico, salvo che sia stnto riabilitato; 2(1 J,'indigenzn. non devo dipendere da atti coi quali \'interessato si11si spo!!liato dei mezzi di sussi• stonza a favore dei suoi figli o di :dtre persone, nè dn, un'esistenza disordinata e dissip,tta, nè da altri ntti di cui l'interes~ato abMa la responsalJilit,ì i a 0 Durante i dieci anni che precedono la do– manda, l'intc1\ 1 ssato derc avere a\·uto uu domirilio fisso nel paese, 11011devo avrr ricen1to, durnntc cinque anni, i 1:mssidì dell'nssistenza, non deve esser staro punito per n1gahoncl11~1do o mcndicitì1, nè aver mcnaro puhblicamente una \lita che l'opinione pnb• blica condannn (ubhriachezza puhh\ica, condotta scan– d11losi1,ccc.). (I) COl:OT T1t IPT, /',·l,.011r111r.· J))m· imli(lt,i/~ 111,UhW.< (lt /(1 chrwiU 1ml!lir111t ,., OaHt•11<11•J,;, In Atti dtl r,:mg,·uso,ti 1·,,11,m (ltllt ,us,c11• l:) ,\I"~. 13. I.Il h'l(ge <1cl J~O:?~l 1mi1 tr0\'11n• In il!J//,t/foo ;I, m.il ,::«· 1ml utdlto t B11ll11 r;,·e11i{l,,i::1 anno 191)3). ti ll·'-IO unico nelle collll• lezioni (\I IH:1,LOM e (Il ZAIH:11.

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