Critica Sociale - Anno XX - n. 5 - 1 marzo 1910

CRITICA SOCIALE - tiella._vaga Venere parhunent.are, che or approva, or res1m1ge 1 e non <là sicurezza di vita a nessuno ed a uulla, _al M1_nistero o all'Op1>osizione, all'o~g-i o_al <lomau1.. Qui In. fo,leltà monogamica è, non diremo prob1t..'l, ma elemeutare senso utilitario P~!itico. F?rs~, in avvenire od altrove, in paesi pm evolut1 1 s1 avvererà un giorno la bella utopia di Ostrogorsky: i partiti che si formano e sformano e intrecciano e dissolvono, diversi su ciascuna questione. Oggi, e in ltalia, per troppe buone ra• gioni, ne siamo ancora lontani! È perciò, che (lt1ando tutto, nella politica parla.· mentare, si rimescolo. e confonde e laug-ne nell'a,::– cidia. ins,1.1Htbile 1 e i partiti sembrano sparire e l'assurdo lJiù grottesco dominn. incontrastato fo1'.za è che i p1wtiLi del popolo, che il pa.rtito ;Imeno del proletariato - che vanti~ di avere nna nuova ciYiiUL nelle viscere - non secondi il comune aflloscirsi delle idee e degli uomiui 1 non rincorra i falsi luccicori 1 nou 1nendichi le briciole cadenti dal desco bor~hese, ma si tenga e si irrigidiSCl\. sul suo proprio teneno. L'intransigenza, allora, divenllL lu ~a.Iute. g allora ci si volge al paese. ~ulla, quanto il ti\flimeut.o del\' onest.L utopia souuiniaua, prova per il suffragio universale. Sul quale tenrn. ci rimane un debito da asso! vere: e lo salderemo quanto prima. L'IMMISERIMENTO DEI C MUNI APERTI nei proietli ministeriali di riforma lributaria Con questo titolo Pamico nostro ing. Uiuscppe On· rnzzi, che lm 11clla sua Bergamo l'esempio tipico di uno dei Comuni italiani che pili soffrirebbero delht sonniniana riforma doi tributi locali: ci manda questa critica serrnta ul progetto, la. quale J>lffÒ, andando oltre il segno immediato, rir!1ettc coragl!iosamcnte in discussione quello cho ll1ll'cva essere, pe1· i socia• listi e per IA dcmocmzia, canone finanziario indiscusso, ed anche il più forte nri:?omento contro il progetto del Ministero: hl oppo1·tuniti'L di liberare sempre piÌI i Comuni dal dazio murato ove esiste, poi da ogni sorta di dazio. Pubblichiamo volontieri Furticolo, µoichè, convin– tissimi che la rirorma Sonnino - questa come tutte le altre - non giungerà ad alcun porto, crediamo ,,erò che 9rmni la riforma tributaria è questione po– sta. che nessun Governo potrà pili mettere a dormire <' che tutti dobbiamo contribuire a risoh•ere. Molto crit\cho, d& parti diversissime e da S\'ariati 1>untidi ,•lsta 1 vengnoo fatto allo progettate ri rorme; e, J>rima di t1gglungero nuove obbiezioni, parmi opportuno riassumere In sintesi - a J>arer mio abbastanza sem- 11llce - la conclusione ragione,·ole del dibattito. L'avoc(lz/oue dtlle imposte j)lrsonali allo Stato e hi ri- 111111cio, da 1Mrte suo, ai, canoni clazia,·i 111erila110 appro- 1:azioue, ,1tumdo ai Comuni i·e11ga110 ,,ssegnati compensi convt11ienli e <tdeyu(lli 1 o sotto forma cli comp<ll'lecip<tzio11e <tlleimposte nali- o <tlleimposte personali, o sollo fonna di ass,mzio11e a carico dello Stato di alcune categorie di :Jpesa com,male. La fu11zio11ecli questi com11wsi 110ndcrc es11ere solo cU Sl(lbilin ,m momrnlamo equilibrio dei bi• la,ici commwll, ma r1llres) di n1:1lituireacl essi lei mces– B<tl'i<i elasticltcì, di (t·onte <1icrescenti bisogni civ,U 11el• t'avvetiire. Se questa conclusione ò leglUima (e a me pere confor– tata dall'autorità. della grau,lo maggioranza dei compe• tenti), ne risulta lmpllclta la condanna di un sistema di prov,·edlmcntl trllrntari, i quali, pure attuando un principio fondamentale ottimo in so stesso, non eonten– . gono in sò gli olcmontl riparntori fH!l'IIUmt11ti degli sbi- lanci e degli sqnililni, che dalla riforma conseguono, li– mitandosi nd nssicuraro un pareggio aritmetico dei IJi– lanci attuali. Il sistema è quanto di pili illogico, di più empirico, di pii1 ingiusto, fii potesse escogitare: centinaia di mila liro e milioni di vanta~gio, eia una parte, a fa. vore dello città chiuse, che hanno appllcato in tempo utile In ta11andi fnmlglia; un paregqio di miseria it1sa– na1Jilo a quasi tutti 1111 altri Gornuni. E, qoand'anct)e alcuni rappresentanti di graudi ciltil - con spirito di altruismo o di ua~erata prevldunza - Ri lagnino della immobilità del hcncllei promessi o si associno agli av– versari della riforma; io credo che questa costituirebbe pur sem11re per c11slun vnntngglo sicuro cd anticipato per molti anni: l'lnct'cmento naturale del dazio o qua,cbo nuO\'n rirorma rra alcuni lustri farebbero il resto. ln\'cce i Comuni piccoli, cd alcuni grandi, cho slanno per ap– plicare la tas~n di rnmlglia, o nell'nttc!!'a hanno gra,·ato la mano sulla sovrimposta o sui daz1, veggono consolidato il loro l.,ilancio nello cifro anormali o dissestate d'oggi, seu:.rn con~Mcraziono nè misericordia. Questa pariticazione di trattamento fra bilanci nel loro massimo lloro e bilanci !11 ,·ia d'assestamento, iu uno stesso giorno, co11 criterio - direi quasi - astro– nomico; questa adozione di pronedimenti riparatori attuali cd uniformi, di fronte ad una sottrazione multi– forme di cespiti perpetui, rh·cla una singolare manranta di criteri di giustizia dlslributi"a 1 di proporziono e di misura: è una nppllcaziono di principi razionali, tentata piuttosto colla fretta dcll'impro\'vlsazion<', che non con uno studio maturo e profondo di tutti gli effetti e lo ripercussioni della riforma proposta. Ua dicembre a feb– lJrnio sono duo irnpro\·visazionì, in materia tanto deli– cata e com1>lessa. •'• Ma \'I ò un punto al qunlo ho \'iilto fare solo fugge– \'Oli ncccnni: ed ò la condlzioue duriilsima, che vieno creata allo città recentemente nperle 1 le quali non ab– biano aucorn applicata In tassa di famiglia. Questi Co• munl, Phn1>rc,•ldeuza delle cui nmmlnistrazioni non è su1ierata che dalla. cecità del lf'glslatori, innAmorati d 1 una bella parola 1 d'una panenza economica seducente, senza averno misurato lo conseguenze. sono le vittime J>lù la• grimc\'OII della leglslazlono tributaria passata (che li condannò Inesorabilmente a non poter più incorporare i Comuni limitrofi, nè ricostituire le barriere daziarie e finiranno d'essere rovinati dai col11i alla cieca della legislazione nuova. Immaginato ,·ol una città (Uergamo, ad esempio le cui arterie abitate già oltrepassino i ristretti confini territor1ali 1 le cui lr11mvlo urbane, per esigenza Impre– scindibile del pubblico servizio, J>Ortino i consumatori a rare lo loro proHisto fuori del Comune. Essa gestisce Il dazio a. sistoma toroso con succosso inrelicissimo i sebbene abbia. gravato di iftriffa quasi tutte le ,·oci tassabili, sebbene lo Stato abbia abl>audonato il dazio sul farinacei e4 accordati altri compensi speciali, seb– bene lo speso di esazione siano dirninulte, il dazio rendo oggi la stessa cifra ciel 1~08, con una popolazione au– mentata della metà.! Oli esercenti 1 assillati dalla con– correnza estcrnu, o emigrano pur essi, o si coalizzano resistendo ad oltranza: coslcchè nessuno di essi paga sul consumo reale del proprio esercizio. Consorziare amiche,'olmento i Comuni limitrofi ò difficile, perchò questi resiijlo110 1 sia In nome della propria autonomia,

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