Critica Sociale - Anno XX - n. 5 - 1 marzo 1910

CRl'l'ICA SOCIALE 'l'irrmdo le somme nhhinmo: Yino per cui l"nppnlto lrn pRgnto il d1t1.io .-. 01,. sulln q111t11tità introdottn . . . Commnrntu f1.1oricinta 1h11.iari:, Etto!. 12000 2:-.00 ji.)(11) 111 tuilo Euol. 1n:,ou e quindi, csscntlo In llOpolnzionc di 11.rn: -, abihmti. si ha un consumo modio di ettnl. I 1fì:1 pe r nbitantc. E, se questo consumo si nHicina. come ne siamo fermnmcnte eon,•inti, Il <1uello di t11tttl Italia, il con– sumo del vino Rnr('hho rapprci,cntato in Italia da ettolitri :,7.750.000, mcntrC' le• stnii~tichc segnano ettolitri 3:,.0410.000. . .. Un nlLro C!'Cmpio ci viene fvrnit.o tlnllo stesso ar– ticolo del prof. 'l'ivnronl, ove uccpnnn che, secondo le stntisticho ntllciitli, il conaumo medio del grano per abitnnto iu lh11in dnl 11'31'34 al 18!JO è stato di kg. 120 e di k~. 152 nel periodo lf,Ol-ll)05: me11tro sempre ~ecollll0 dnti u11ìcinli - in J1'rancia il con– sumo medio 1>or nhitnntc. in quest'ultimo periodo 1 è stato di kg. 23i, e nel periodo precedente fu anch~ superiore, pel'Chl• la (JUantit~ tota lo annuale consu - mala fu mag~iorc, mentre la popolazione si è man– tenuta quasi costante. Adunque il \'Rll~Clu statistico afferma che, nel pe– riodo 1:-181-rnoo, il consnmt> medio 1>cr abitante è stato In Hnlia. . . . kg. l:?0 In Francia JJÌll di • 2:i7 cioè in Francia un consumo dop1)io che in Italia. Ora: per rendersi conto di tuttn la inrnrosimiglianza, della mera,•igliosa stranezza di tt,lc affermazione, basta tener 1>reecnte : a) elle il ,:rnno, sosta111,n di primissimo ordine ncll'nlimentnzionc, 11011può avere estremi così lon– tani nell'oscillazione del consumo tra ahitanti di due nazioni così somigfolllti per ragioni geografiche, sto– riche ccl et,nicho; l11 differouzn di ricchezza, di bc– uosscru, di t11,.\'iiltczzndello popoluzioui non può giu– stificare tale onormo dist11cco. Se ciò potesse aYve- 11ire, i11 una l!tess11.nnziunc, i11 un nn110 di lloridezza il consumo dovrchhe rnddoppiarsi rispetto ad un 1111110 di cnreatifl o di crisi - cii', che 11011 è -. Giova rico!'dnre che, In epoche di fame, gli adulti po1::1sont1 ridurl'e sino u 1111 certo punto In loro razione di pane, mentre i bambini e i fanctulli 1 !)Or ragioni fi– slolo,:ichc, non comportano riduzioni molto sensibili. F.; questi ultimi per numero - rappresentano una parto considcrc\"ole dclii\ popolazione, che serve - come dh•isoro n calcolnre i consumi medì per abitant<'. Va du sè che, parlando della Franda e dell"ftalia. l'ipotesi di carestie,- lii muleilfwre, di miseria 1 non può e,·ocarc nl uostro pensiero lo trngiche carestie dell'India o di simili 1mcsl, o,·e il consumo, arnmct– ti:uno, può scendere nnche nl disotto della metà; b) si potrcbho nmmcttcre che in Francia il con– sumo medio per nbitnnte sin, s~ non doppio. almeno molto mai;t'tlore cho In Italia, nppunto perchè la Fr11ncin è u11n1111zio110 molto pii1 ricca e la 1·icchezza \'i è mcg-lio dlstrlbultn, rn~intezz:1 ,•i è più diffusa. SI può olJbiettare, però, ohe unR popolazione meno ricca, h, cui busc d\tli111ent11zionc è il pnne, appunto perchò non può pormcttcn1i il lusso di ricorrere a succednncl c011tosl (mtrne, 1wacc, dolci, ccc.), consuma pili grano cho 111mpopoloiionc 1·icca. Indubbiamente, nll!, monsn, non diolnmo di un ricco signore, ma di un modesto borghese, si consurnnno meno farinacei che al desco di un umi lo prolctnrio j e) non hisognn dimenticnre che, oltre che per ìl 1>anc, il frnmento seno n fabbricare le paste, di cui gli ltolianl sono entusiasti; cd anche le po1>olazioni rurali 1>iì1miiiere fanno lar1:o uso di paste, ollre che di pnne: nuche se si \"uole, di color nero, perchè fabbricati - Il pnne o le pn1no - con segala, che non CCi!JilRdi nppartcnerf' nlla f1uni,!?lia tlel.. fru– mento. Qucsh, consi1lcrazioni i111lurrchhcro a conchiuderc che in Frnncin il consumo mf'rlio per ahitante non dchb.i ,•sserc 11111!.:'!:Ì0re t·hc in ltulia. - Dato e non concesso pe1tJ che i fraucc!;i consumino 1•er abirnntc un:t (1un111itì1 di f:trinacei mugi:;-iore di quella consu– mata daJ,!li itnll1111i 1 nessuno J)Olrìt accogliere come iiNio lo ri'!ullnnzf' dC'llt• statistiche uflìciali, clic d:111110 per i frnn<.•t:si 1111 consumo dop1>io tlc~li italiani. Cht• si tratti di difl'(•l'C'IIZC 1HH1to111iche 11ell':1pp:1rntodi.!rC· l'Cllto'! ('011ch\11dc11dt1,1Hh111quc 1 ripetiamo che i da.ti sta– tiMtici dello produziont• o del consumo del gr ano s ono impcrfdti <' foll11ci: 11011 ò lecito hnsarc sulle loro indicnzioni principi o ICJ.!/.d cconomicllo, specialmente quando In lo,zlca <lod11lliv1t (' in urto colle 111odrsime. E noi ahhi111110 visto cho il rrti.donamcnto ci ha con– dotti ali c1::1cltu.lcrci11 1110110 nseoluto che il dazio sul µnrno po~1:1u 1 rlbstraendo,ii dul consum,uore 1 ripercuo– tcr.:1i parziulmcntf irnl JJr0lluttorc estero. Ilo ,·oluto inSi"II0r<' su q11e1:1tcidee, che non da orn sostengo, non ,,or 11111orf' dottrinario \"Orso la tesi a~tratta, ma pN il tinrnrc che il jlrincipio sostenuto 1 d11I prof. Thnroni, arcordundo al dazio sul grauo lo circostanze 1Htcnunnti, pot1sa creare f:tcili illusioni. I .\leutr<', in,•ece, i.• tlo,·ere :,cmprc fermo cd imprescin– dibile della democrazia non concedere quartiere ai sostenitori del d11zlo sul i:;-rano, che ha esercitato, 1 come conti11un nd ePer(•irnre. un'uzione infausta con- lro g-li intercasi del prolernriaio. Prr latrasformazione deiComuni rurali e per l'avvenire delle campagne I.o 1101:1tro fro 1uo11tl lamoulolo contro l'urliancsimo hanno un l.lol 8UCC0990 di llarlh\. li entro i grandi contri uri.Inni vanno a,sumon1lo un talo incremento da preoc– cu1n:1renncho IJII indifferenti. ti!O\'rnpponcndo ai valori naturali Il\ coorte di quel ,·nlorl arllflciall che rormnno una dello dell1.lo maggiori delle città, nei borghi e nei villaggi lo stato civile accusa un equilibrio stabile od un rcgres.!IO, che Indicano chiaramente la rovina pro:i– slma dei piccoli aggregati urbani. E noi rimaniamo indiffe• rcntl o inerti: o Il cammino del raUI, ancor meglio di quello dello Idee, ò cosl lento noi Comuni piccoli, da rar c,u1ore le hraecill anche al plì1 entu~luti della bellezza della vita eampag11ola. Eppure QUAicosa è rallibile per rigenerare questi Comuni e to1,rllerll ,tal medloe,·o nel quale sono rimasti per se• coli e minacciano di rinumero ancor11.a lung,>. Jn ,·orilà chi IJCrcorre I uovo decimi doi nostri villaggi rimano sconrortato. Si direbbe cho tuttll la illogicità costitutlm del cervelli ,tegll Rlllllrtlbcti si sia m~sso d'ac– conto per rcnflero lmJ•0s'libllo questi nggregati urbani. Errata quasi sompro l'orlentazlono ucneralo del villaggio, (mrnrdn In dlspo•lzlonc dolio case; molto spesso lo stesso concetto :lolla 11ccos.~llàdella difesa o doll'a((guato, che rendeva stretto lo \'IO dello città mar1\oevuli, si ò man– touuto In questo bori:ate, puro da natura fatte per 111. luce e per l'aria. La bellezza degli spazi liberi circon– d1rntl h1 casa, nuche qui ove l'aria non ha \'alore np– pruzablle, è Ignota affatto. So si passano n considerare, poi, I valori demografici

RkJQdWJsaXNoZXIy