Critica Sociale - Anno XX - n. 3 - 1 febbraio 1910

CRITICA SOCIALE i.n conc!usiono di ciò ò sem1•llce: l'lnghiltorra, non ostante In incompleta legi:e sulla vocchlala, non ostante lo or1linanze por lo malattie profes'!ionali, è allo prose col problemi di igiene socinlc oporain, pro1,rio come noi. Il che pro\·n che lo piccole mi.-iuro senono assai poco, e ohe, se si rnol faro qualcO!IR 1 ~I dove ogul singola ri– forma soclnJo affrontarla nella sua interezza. E la prima, la piìl urgente è 1 in la~hllterra come in Jtalia, l'as!llcu– razioue statale obblii;rtltorlR contro la malatlia 1 equipa– rando alla malattia la maternità o la \'Occhiaia, E. 8•:RTARl:1.1,1. DT ALCUNIWFHTTI POCO NOTI del dazi.o sul grano Mentre la <1ue8tione del dnzio sul J!1·ano continua :ld inreressare l'opinione pubbliea 1 mi sembra non debba riuscir~ inutile unR inda1,Cine diretta ad :-1ccer• t.tre so. cd in quale misura, un numento dell/l pro• duzione interna del trrllno, di fronte al suo consumo, riesca ad elider" l'aumento di prezzo che il dnzio pro,·oca nece.-;s::arinmentc· :1lln sun introduzione. La ricc-rca che mi propon~o di fare può essere ese~uita non solo u8.ando del metodo deduttivo, ma :rnche controllando e precisnndo i risultati, che si ottengono con l'uso di esso, con il metodo statistico– induttirn, ~razic nlle statistidie che possediamo della produzione, del commercio, del consumo e dei 1>rezzi del frumento nt:'lle n1rie nazioni del mondo. Anzi s1trà sufficieute r.l nostro scopo il companue fra di loro, con i meto1li propri della loirica indut– tirn, le condizioni dell'lnghilterrn, della Francia e dell'liali:t i per<'hÙ la prima ci offre- l'esempio delle condizioni della produzione, dei prezzi e del consumo, che si manifostano in un mercnto libero; la seconda delle condizioni ~tesse in un mercato protetto. in cui però la prod111.ione interna del frunurnto è infe– riore :Il consumo interno solo del 4 o del 5 per cento; e l:1 ter7.n cli un merc,,Lo protetto, in cui la produzionr ìntr-rna del frumento i.· inferiore al con• ~111110 i.lei 16 o 18 per cento. l II qual modo si forma il prozzo del A"rano, come dC'I resto di quabiasi :lltra derrnta ngricoln, in nn mcrc:1to libero ed in 1111 111erc11to protetto? Con 1111 facile prnccs~o di deduzione dalle premesse icorìclte i.lell'ccouomia 1>oliticn, di cui <'i crediamo autorizzati di omettere la. dimostrazione scrivendo per i colli fot.tol'i <!ella " Crilirr1 8oriole ,,, si può fl,!!C· volmente giungcrr all,l conclusione eh<'. in un mer- 1·((/t) li/)e1·0 1 il prezzo del grano è dato clnlle spese di produzione- e di trnsporto delht più co~LOsa. misura <li ,!?rnno fra tutte quelle che sono necessarie per jò;Odtlisforela domanda. Può darsi, e si dl, spesso, che quesla ultimn quantitìt richieda, in terreni che- :::ii rrornno in nazioni forPsti11re 1 un co~to minore che r1ei terreni facenti parte dello Rtato; in tale ipotesi IR produzionC' del :!rflllO \'iene in tutto o in pnrte :1hh:rndouatn. E' il cnso che si è ,•erificnto in lnghil– icrra, do"e, sotto la pressione della concorrenza ame– ricana, indiana e ru8sa, la. produzione ciel frumento, a partire dal quinquennio 1876-80 1 a1HIÒriducendosi nllit mc•schina misura di circn due milioni di quin– tali per anno. In 'luestc condizioni, vengono natu– ralmenrn coltirnti a frumento solo i terreni interni nil1 fertili rispeLto a qum1to cereale, e la differenza fra la <lomanch\ e la produzione nazionale viene col· mata mediante l'importuzione. sah-o a riprendersi la coltiYazione interna, quando un e"entuale aumento di prezzo la renda rimuneratrice. Pili diffìcile è, per contro, seguire la formazione del prezzo in un mercato protetto. A prima vista po• trebbo infatti parere che il prezzo della. merce pr<r --------------- tetta - nel nostro caso, del grano - dovesse sempre essere e~ualc al prezzo della merce stessa nei mer– cati liheri, aumentato di tutto l'ammontare del da• zio 1 pcrchè i commercianti, che importuno In merce C-!1òtera 1 clC'vono naturalmente compensarsi di tutto il dazio dn essi antecipato. E la comune es1>ressioue che " un dazio è un'imposta li ò aµpunto l'espres– sione popolare di qucst.o modo di concepire In solu• zione del problema. )fo un esame più approfondito della questione ci dimostra che questa presunzione ò Ylllidc1 aolo nel caso che il paese importatorP non pOS!'lll affatto pro– durre le merci in questione, cioè che il paesc>espor– tRtore abhia il monopolio dell'offerta. )Ja, se il paese importatore ò c:1pnce anch'esso di produrre la merce protetta, e non la produce,•a prima nella quantitfl attuale, solo perchè il prezzo era troppo basso 1>cr concedere un profitto, la misura con cui 111 produzione interna può fornire In merce rti1>endc interamente dulia misura con cui aumenta il ,)rezzo ('). Ed, in vero 1 se, tra il prezzo d'importazione della merce, compreso il dazio, ed il costo di produzione della medesima, intercede qualche differenza, i llrO• duttori nazionali potranno eliminare dal mercato la merce forcstier11 1 semplicemente con l'offrire quella nazionale ad un prezzo inferiore a quello di impor– tazione. Ma, in tal cnso, i produttori forestieri, prima di rinunciare alla vendita nel mercato protetto, do• ,·ranno, nel loro tornaconto, considerare se non 1>0s– sano onch'cssi offrire la merce ad un 1>rezzo infe– riore n quello precedente, uccontentandosi di un 1>rofitto corrispondentemente minore. In questa ipotesi, il tlnzio non sarì1 nat.,iralment<' sostenuto dal commercinnt.e importatore, il quale ò del tutto estraneo a questa lotta fra produttori na– zionali e forestieri, ma esso sarà di\'iso fra il pro– duttore forestiero e il consumatore nazionale. Trattandosi poi di derrate agricole, avverrà sem– plicemente questo fenomeno, che i pro1>rietari nazio– nali delle terre più fertili, che per ciò producono a costo minore, riuscimr1110 ad eliminare da.I mercftto i precedenti venditori strnnieri, n costì 1 dopo il dazio, rclativnmentc f)iù alti, e cbe ai produttori nazionali potranno fttr concorrenza solo quei produttori esteri 1 che sono in grado di sopporrnre brntu parte del dazio, quanta è necessnria, perchè essi possano \'en– dere il loro prodotto allo sresso prezzo dei 1>rodut– tori nazionali. Anzi, se i produttori nazionali trO\'eranno modo di produrre tutta la merce richiesta nel un prezzo inferiore a. quello di importazioue (= al prezzo estero + dazio + spese di trnsporto). essi riuscirnnno ad oliminnre completamente i produttori esteri dnl mer• "ato interno. Ma, senza giungere a questa ipotesi est.rl "'nrn, il semplice uso della. deduzione permette d i co nchiu– dere che, quunto più alto sarà il dazio, pill basso il costo di produzione nazionale e più ampia la quan• tità prodotta, tanto minore sarà la quantiti\ impor• tata e tanto maggiore la parte del dnzio che andrà a carico dei produttori fo restieri. Ciò premesso, il nost.ro studio si propone precisa– mente di esporre i n quale misura il dazio sul grano si è diviso e si di\'ide fra produttori forestieri e consumatori nazionali nella vicina Francia. e di fornire qualche indicazione sulle condizioni neces– sarie perchè, anche in Italia, non tutto il dazio gra."i sui consumatori, ma una. parte di esso sia sostenuta dai produttori esteri. In nitre parole, noi ci proponinmo di precisare la ( 1) >:. jòl~LIOlU,:c 7'/te shlfllHfl artd htCldtNCe or lazatk>n. Il Edlt. Jlllil', 302. - ~OW•Yorlt, 190:!.

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