Critica Sociale - Anno XX - n. 3 - 1 febbraio 1910

CRITICA SOCIALE 45 II programma inimo è mamEnfE un programma soci lista 7 Oli anersarl del BOclallsmo approfittano di qual.siasi occuloao per dimostrare corno ossi affermano - la vanità dell'utopia collelLivisla. I miglioramenti ottenuti dalla eluso proletaria non sono da essi ritenuti come di marca oscluslvamcnto socialista: d'altra parte, l'idea collettivista - eul dicono - è ancora tanto lontana od ò ritenuta di coel IJ0OO J>Oniblle attuazione, che i socia– listi sono Olfgi ridotti a brancolare nel buio, aggrappan– dosi a qualehu\ ocCAMlonoche si proeonti, per sollevare a volta a volta un po' di rumore anticlericale, antiza.– rlsta, ecc. ecc., o mostrare co1tldi esr,iereancor vivi. In conclmtlono oscil hanno l'aria di dire: Che cosa rl• mano ancora da tairo ai iwclallstl? Hanno essi :u1cora un programma, all'Infuori di quo! programma minimo, tanto minimo o ridotto a Unto co,1l 8bladlte, da poter essere accettato anche da altrl partiti? D'altra parte, po1 1 la fraziono del socialisti rivoluzlo– nart non nascondo li 'JUO dispregio per le piccole riformo del programma minimo e, senza discendere dalle nubi utopistiche, senza coonestaro con una base scientifica le proprie n.splrazlonl, persisto nell'attesa di quello scon– Yolglmento radicalo che dovr:ì. mutare dalle fondamenta l'odlt\cio sociale. Oimodochò, di fronte a tante critiche, <1uaudo il par– tito soclall.!!la s'Rttarda un Istante, come &Hiene ora, senza una preclH linea di condotta, ,·len fatto di do– mandarci: Esisto dunque 11.ncoraun ~rogramma socia– lista: o quanto meno li pro,l(ramm!\ minimo, il program– ma delle riforme ~radunll, ò veramente un programma soclath1ta P 011 indennizzi o lo pensioni agli operai, la protezione dell'Infanzia, i proHodlmonti protettivi del lavoro, la diffu&lono doll'h,truzlone, la lotta contro lo spese improduttivo, la rlformn tributaria, co11tituìscono un progrnmm1l n oul 81 può dare il nomo di socialista? Tendono oe&overamente - tutto queste riforme - a quella collottlvhr,zazlono dolln rlcche1.za, che CO!'ltituisce la mòta. ultima doll'lncllrlzzo t10clnl1Rtil! La risposta non può oseere dubbltt, ma due righe di ragionamento ml pare non tlebbano ritenerei 11uporflue. Il partito soclallstn tende - ora come per li passato - alla collettivizzazione della ricchezza sociale e cioè, aul>ordlnatamonte, alla ripartizione di questa ricchezza nel modo più equo poulbllo: sopratutto esso ha di mira di fornire a tutU. e 11pecialmente a chi appartiene alle classi più pD\·ere, quel qiumti,11, che ò sufficiente a sod– dillfaro i più elementari blsoi;ni della nostra- \'ila civile. Cosl enunciato Il programma, non è possibile accon– tentarci di rormule astratte e generali, nè attendere, con filosofica. ra88eguaziono 1 Il giorno in cui il regime della proprietà possa OiU1ore di colpo sconvollo. È necessario 11eguire un Indirizzo 11clentiflco 1 che - tenendo conto dello attuali condbioni della vita sociale - cl guidi por una strada di pratiche attuazioni. La ricchezza. 11oclale non cade dal cielo, come la provorbhtlo manna del deserto: essi. ò frutto del lavoro meto,Uoamento regolato di milioni o milioni di uomini. Qualunquo riforma del regime di proprietà si abbia di mira, non ò posslbllo 1>ordor di vista questo concetto essenzlalo: la necessità di non diminuire in alcun modo I la prorluzlone della ricchezza sociale. Come sarebbe stolto colui che, per riparare alla Ingiusta ripartizione dello acquo di una sorgeoto, tanto facosao da ioaridiro la fonle, non altrlruonh 11arobt,e dannoso quel 110V\'crti– mento lmpronl110 dol regime di proprietà che, rompendo d'un tratto la molla ohe ò stimolo all'accumulo dulia proprietà privala, detormina.sso una 11osta 1 un ristagno. un re,l(res~o nella 11rodu~louo della ricchezza sociale. Il sovvertimento radicalo che a tale pericolo c1 condurrelJbo rimano dunc1uo nel cam1>0 idealistico corno mèta lontana; la gradualo riforma - che di peri• coli ò scevra - dtviono la rliioluzioue pratica, scientift– camento aUunltlle. L•romosso questo o moiiso cosi Il llrìmo 11aiiso nel camflO della pratica, duo opposte• tendenze ci si prescn– t:rno. Poichò, J)Or la octlorirn lnogualo ripartizione della ric– chezza sociale, ,,1 ò chi fruisco del iluporftuo, mentre nitri difottn tlcl 11ocos11ttrlo,11a1·0 ad alcuni che primo Intento dovrobllo OM!orquello rii togliere a cbi più ha la p1Lrtosovcrchln: tillrOllllo questa In vin pii, semplice por ncca1rnrrnr11I i mozzi por (tul\l:.lusi altra riforma o specialmente per quello che vanno i;Otto il nome di r;forme che CO:itano. .\la, In verità, nos~un programma di azione concreta o JlOSitlva scaturisce da questa enunciazione, che conserva uno rigradito sapore di piccola invidia egobtica. Ben diverso Invoco si disegna il còmpito del partito socialista, <1uando si invertano I termini del ragiona– mento. Vi è llUrtroppo nella nostra società chi non possiedo ciò che è necessario alla vita; scopo primo delle riforme socialiste dove essere <1ue;ito: dare a tutti - nessuno escluso quanto slA.sufficiente per I più elementari bisogni doll'oslstenza, dalla c11lht fino all'ultimo giaci– ~lio, nel periodi 111 attività o di produzione come nei periodi di innbllltà al lavoro: ne<i!funodern essere, in una socletR. ch·llo, abbandonato, corno un animale ran– dagio, alla morcè rii uu problematico soccorso della ca– ri Il\ prl,•atu. Le dcduzlo111 J)rntlche si 1>reso11tanofacili ed evidenti. Chi na~co dovo poter fruire ,11 <Jnanto ò necessario ai suol primi IJlsognl: la 11oclotà hl\ l'obbligo di provvedere porchò a 11ussun bllrnblno 11inne"ata - por una iniqua osi.l{enzn.economica - la prima sc,rgente ili vita, il seno materno I ecco Il mo,·onto delle Casso di maternità) i por– chè, quanto meno, siano aperti, a spese della colletthitil, crtclles o 1>rO!IOl1f 1 ove la madre, 11urtroppo costretta al la,·oro, 11os.-ta lasciaro In buona custodia il proprio uato; percbè, 11lùinnan7.I ucull anni, Il bambino del povero pos:,a trovare r1co,·ero in a~III e poscia, nelle scuole, ri– ce,,oro l'Istruzione lndlspo11sablle - uili e scuole do,·e la collettività deve fornire Bi piccoli diseredati non solo 11lstruzione, ma altro.,1 una parto di quella naturale ali· menlazione che cosl 8J1e.,sonon viene offerta a suffi– cienza sul desco ctomesUco. I:: qui torul\ opportuna una breve digreiisione. Si ò detto o ri11otuto che Il ilOclftllsmo tonde a dislrug– gero Il primo o 11lùelomo11tar1JraggruJ)pamento sociale, costituito dalla famiglia. Ciò ò porfott11111entofat,"o: se qualche utopista può avere In 11assato ponaato a ciò, oggi noi siamo ben lungi da. questo Intento, Nessuno corto vuol 11cg11rocho la famiglia rappro– sontl Il primo o Istintivo nucleo sociale, e che da c~:,ia derivino IJonoflzl lndlsoutllllll. Mn,so ciò ò ,•oro in linea di ma!lslma, non ò detto però che non esistano doloro,rn eccezioni. VI sono casi - purtrop1lO non infrequenti - in cui la r11mlglh1,anzichò rappreaontaro Il primo appoggio e

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