Critica Sociale - Anno XIX - n. 11 - 1 giugno 1909

172 CRITICA SOCIA LE clericale, quasi tutti reazionari o lnfallibìlisti, ultra– montani e legittimisti; essi concordauo in gran parte nella critica negativa del sil'ltema. sociale vigente, ma non per riformarlo con un nuovo sistema sociale, che abbastanza chiaramente diviene nell'avvenire, bensì per ritornare al vecchio sistema teocratico feudale, che irre– vocabilmente s 1 è andato putrefacendo. Nè poteva essere diversamente - lo riJ)etiamo - percbè " il cristiane– simo - dice R. Ardigò -- venuto meno un po' alla volta alla legittimità di quella idealità onde nacque, rimane ora, massime nella forma determinata del Sillabo, come la negazione più spiccata e la più assoluta del diritto vero sociale 11 ; per.ihè u. la chiesa, anche Q~gi - come dico F. Nttti - come due secoli sono, vuole essere l'in– terprete della natura, l'arbitra della scienza; ancora oggi vuole che la fede cieca sia superiore alla ragiono e che i misteri sieuo al di sopra dei fatti "' Questa verità implica la più irreducibilo contraddi- 1dono fra le varie conressioni criatianc e le ulteriori o necessarie trasformazioni sociali. Per qu-OBto il socia– lismo religioso, esordito con un certo fervore, come imitazione e contrappeso del socialismo democratico, s'ò ora ridotto a semplice e misero democristianesimo; ed, anche sotto tale povera forma, esso è sconfes:mto e per– seguitato dalle gerarchie ecclesiasticbe, malgrado che, alleandosi colla parte piì.1conservatrice della borghesia, renda servir.io di krumiraggio politico ed economico. Nelle cosidette sacre scritture si trovano, a vero dire, elementi comuni1tici 1 come riflesso della vita patriarcale e come influenza di alcune sette. Ora 1 i socialisti cleri– cali, se fossero sinceri, dovrebbero riannodare le origini cenobitiche del cristianesimo all'obionlsmoi dovrebbero rilevare le tendenze comunistiche dei Padri e la tradi– zione del Diritto canonico; donebbero richiamare le manifestazioni storiche dei chìliasti, gnostici, manichei 1 Iollardi, u~siti, anabattisti, ortlini mendicanti e trappisti; doHcbbero rilevare il ritlorire di queste tendenze nei paesi nuovi dell'America, sotto nome di hernutiani, ar– monisti, 1.oaristi 1 i~pirazionisti 1 shakers, mormoni 1 pcrre– zioui;,ti, ecc.; invece tutto questo, che costituisce la parte tradizionale del socialismo cri,tiano, e che perciò do– vrebbe costituire la vera base di operaziouc ilei modorui socialisti cristiani, è da. costoro ripudiata, non meno che dalle chiese nfflcinll, come sviamento e come eresia. Dopo tulto ciò, po3aiamo concludere, dunque 1 che il preteso socialismo cristiano, non meno che le ultime sue contraffazioni democristiana e modernista, non sono cho dei contrabbandieri, i quali, sotto la onorata e a~ctecli– tata bandiera socialista, vorrebbero passare nel mondo mo<lerno la loro paccottiglia sociale, rimasta invcmluta perfino sui mercati del medioevo: ma essa non troverà migliori mercati ai tempi nostri e finirà nel cimitero della storia, assieme ad altri errori e ad altro demenze. Doveva toccare proprio a don Romolo ]forri il sen– tenziare che la democrazia cristiana ò morta! 0, 8O:-JAOIUSO, Allbiamo pi,b/Jlicalo : G. SAL VÉM!NI Suflragio universale Questione meridionale e Riformismo. Opuscolo di pag. 56, Centesimi 25. Pe1• 10 copie sconto 20 ¾, L'ultimo volume di Roberto Ardigò (I) Nello scorso aprile l'editore Draghi di Padova ha pubblicato la seconda parte del decimo volume delle opere di Roberto Ardigò, contenente i seguenti seri tti : 1. La nuova filos.ofia dei valori. 2. Una pretesci pregimUziale C'011tn> il vosili· vismo. 3. I/inconscio. 4. A. Comte, lf. Spencer e un posif-ivi-sta ila• liano. 5. Jnfi.nUo e inùefi11ilo. Nel primo di questi scritti sono prese in esame e i,ottoposte a cl'itica le idee fondamentali della dottrina di J<Jrmanno Lotze che tentò la costruzione di una Teoria clei valori quale nuova scienza fon– damentale. Come O-. llegel credette che l'assoluto si rivelasse nel fatto psicologico dell'idea e A. Scho– penhauer in quello della volontà, così E. J,otze volle vederlo in quello dell'aspirazione a ciò che soddisfa il sentimento. Lo scritto dell' A rdigò viene a. concludere: a) Che il tentatiYO costruttivo di Ermanno Lotze rappresenta una costruzione romantica affatto anti– scientifica.. b) Che non è giustificabile l'aspirazione dello storico della filosofia 0-uglielmo \Vildenba.ud ad una scienza fondamentale coordinatrice dello scibile filo– sofico per mezzo di una teoria incentrata sul con– cetto del valore. e) Che si è dimostrato inetto il tentativo più modesto, fattosi nel campo dell'atavismo metafisico superstite, di rifa.re con una teoria. dei valori i fon– damenti dell '}jtica. cl) Che falsamente fu accusato il positivismo di togliere di mezzo i fattori del dato etico, mentre esso li scopre e li stabilisce scientificamente. e) Che, insomma, alla tanto strombazzata Nuova filosofia dei vcilorii è giusto che si applichi il titolo della nota commedia di Shakespeare: " Much aclo about uothing 11• * • * Nel secondo scritto sono confutate e la pregiudi– ziale mossa dai Moderni idealisti, contro il positi– vismo e i principali rilievi che essi fanno concor– rere ad illustrarla. Cioè a dire, si dimostra: a) essere in tutto e per tutto falso l'addebito l'infacciato al pm~itivismo, nel quale si avrebbe, se– condo i suoi oppositori, questo vizio fondamentale: che il soggetto, standò al metodo che il positivista si è imposto, debba, nel suo sistema, risultare un oggetto e quindi senza i caratteri propri della sog– gettività; b) non essere vero che il positivismo non sia stato capace di premettere uua teoria della cono– scenza che giustifichi tanto la assunzione del u fatto,, a unico criterio del vero come il valore assegnato al fatto; e) non essere vero che il positivismo assuma il fatto soltanto nel· senso obbiettivo, disconoscendo così la specialità distintiva della psichicità e che il positivismo 1·iduca il fatto psichico ad un semplice aggregato di atomi meccanicamente combinabile al modo della esteriorità; d) non esser vero che il positivismo disconosca che i fatti psichici sono forme sempre nuove, affatto diverse dai componenti onde risultano; e) come soltanto nel positivismo tnle dottrina trovi la propria spiegazione scientifica e la deter- (I) IL AROIOÒ: Ope,·t fl/0!J0fl.che' voi. ·x, Parte li (PadO\'a, Draghi, 1909).

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