Critica Sociale - Anno XIX - n. 11 - 1 giugno 1909

Critica Sociale f?IV/ST .Il QU/Nt)fCIN./!LE iJEL SOCI.flUSMO Nel Regno; Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. iO - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO:Portici GalleriaV. E. 23 Anno XIX - N. 11 Non si vende a numeri separati • . Milano,l O giugno 1909 SOMMARIO Polltlca ed Attualità. ,,,.,. lt l"i{Ol'1/1t; C()mt pei· la llbertù (Prof. GIO\'ANSI M►;ltLO::SI). Per l'tU11cazio11e economi.ca del popolo: a proposito di emigrazione (Dootor n;n;R AIJOEN). Studi economici e sociologlci. App1mti. sul/d m1mi.cfpaiizzazio11e det pane: Jt bU1111clo<U 1111 ptccoio for110 1111mlcipale (Dott. ERNESTO BERTARELLI). J,r:1. i,11feriQrUà mertdit>11ale: continuazione <10110 studio sul Jatifon– dismo siciliano, [•IV (S. CUUIARERl·SCUR'l"l), Att(W/10 al democristtmusimo (O. BONAGIUSO). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali, U11/H1110 volume di, Roberto .Ardlgò (EMIUO OJ..VIRATl). f.'1•<1T,Llwi e Riviste: Lo sviluppo Idroelettrico della Sicilia di E. v,. /J/1/al'll (Pl'Of. G. LORENZONI). Per le riforme Come per la libertà Nessun periodo, forse, della vita pubblica italiana ha offet·to un così singolare spettacolo, come questo, cui ora assistiamo, della inanità clamorosa e super– lativa dello sforzo magnifico testò compiuto dal paese per affermare il hisogno e la volontà di una rinnovazione, Il paese ha partecipato con vigore impetuoso e con intima consapevolezza alla battaglia elettorale dal Governo impegnata nelle condizioni più favore– voli a sè; e, nonostante gli artifici, le sofisticazioni e i delitti di quest'ultimo, dei suoi funzionari e dei suoi protetti, è riuscito a liberare dalle urne adul– terate e asservite un grido formidabile. 'Tutto ciò è vero, sacrosantemente vero. Ma non meno vera è la constatazione con cui queste righe hanno preso l'aire. Nè mai fallimento fu più rapido, più immediato, pil1 completo. - · Per i partiti di avvenire, per il proletariato so• pratutto, questo è il problema dei problemi. Siamo forse avviati a dar di cozzo in una pre• giudiziale? in una pregiudiziale non teorica, retto– rica e remota, sibbene concreta, viva, presente, come le cagioni e le ragioni di quella bancarotta? . . . Appena entrata a l\Ientecitorio, la nuova Estrema, ringagliardita di energie e rianimata dall'assenso morale di tanta parte del paese, si è affrettata a prospettare al Governo le varie questioni che piì1 erano state dibattute e accolte nei comizi elettorali, e a PL'Opornele soluzioni conformi a.Ueansiose aspet– tative delle popolazioni: ha cercato con ogni studio di sospingere il Governo per nuove vie E' ritornata più volte all'assalto sulla medesima piattaforma di combattimento. Si ò valsa della tattica misuL·ata e dell'invettiva, della blanrliiie cortese e del tumulto piazzaiolo, del raziocinio e del sentimento, come del• l'ironia e del sarcasmo feroci. Sui bilanci ha deposto alti cumuli di emendamenti, di ordini del giorno, di modificAzioni, di raccomandazioni. Si è coperta di gloria pronunciando dei discorsi memorabili, veri monumenti di acume e di dottrina e insieme esem– plari di praticità positiva, e si è persino meritata, negli ambulatori) l'approvazione del Presidente del Con– siglio, il quale l'ultimo di tali discorsi, che aveva uf– ficio di racchiudere la quintessenza della combattività e delle battaglie dell'Estrema, definiva come uno di quei discorsi che " fanno epom:1. ,, nella storia parla– mentare. Ma, a tirare le somme, non si arriva che ad allineare degli zeri, se non si voglia attribuire un valore .... negativo all'elogio dell'on. Giolitti. Dunque, caso mai, meno che zero. So bene che è perfettamente giusto il dire che, intanto, si semina per l'avvenire; e che un giorno tutto questo lavoro renderà il mille per cento. Ma siffatto giorno non possiamo attendere fatalistica– mente. La Camera non è la scuola, !''università, l'ac• cademia: dove si insegni da un lato e dall'altro si immagazzinino.... le cognizioni per ravvenire. li Parlamento, se voglia essere l'anima e la vita del paese, bisogna che sia azione e azione nel presente e sul presente. Altrimenti le grandi masse popolad ai stranieranno da esso deluse, e divenute facile preda all'anarchismo; oppurn, se abbia.o raggiunto quel certo grado di maturità che fa apprezzare con– venientemente i pregi e l'indefettibilità del metodo democratico, si butteranno a corpo perduto in una unica grande disperata battaglia di conquista del suffragio a base amplissima; mentre la battaglia stessa avrà riflessi e bagliori ostruzionistici alla Ca• mera .... Il Go,•erno e la maggioranza non avvertono, pro• babilmente, questa inevitabile conseguenza del pro– lungarsi della stasi e della cristallizzazione odierna. Ma noi non possiamo non renderci conto sul serio di codesta inevitabilità, e non prepararci ad adat• tarvi gli atteggiamenti futuri, che potrebbero essere del futuro prossimo. L'attuale periodo politico è, con al tre forme, un ritorno a periodi superati. Noi ci troviamo ora in una situazione analoga a quella che contrassegnò l'apogèo dei Governi di Crispi e di Pelloux. Lo stato d'animo della democrazia è oggi pressochè identico a quello di allora: è fatto della medesima esaspe– razione e risente l'angoscia della stessa asfissi;~ po– litica e morale . In quei due periodi storici il cnmpo principale della lotta fu la libertà, ferocemente insidiata, ma• nomessa e calpestata dagli uni, strenuamente ed eroicamente difesa dagli altri. Nel periodo presente il terreno della competiz.ione sono le riforme; di fronte alle quali l'on. Giolitti, il suo Governo e la sua maggioranza si comportano come di fronte alle questioni di libertà si comportavano i Governi e i Parlamenti di quegli anni. Le forme del negare, come dicevo, sono mutate; ma la. sostanza è tale

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