Critica Sociale - Anno XIX - n. 11 - 1 giugno 1909

162 CHl'l'IC.\ SOCIALE quale. Onde, ee la diversità delle forme potrà sug-– ~eriro alla dernocrnzia e al prolC'tarinto una corri– apondente diversitf\. di mezzi, ò certo che l'uniti\ stupefacente dei ri:mltati negativi ci ohblighcrù. in breve a considerare il problenrn. d'og_gi con quello istesso spirito di risoluzioue, che illumina.va e infer– vorava l'opera nostr11 e la -::ond uceva alla vittoriil contro Crispi e contro Pelloux. Giolitti lm esuurito la sua funzione nella intcrpre• tazione della libertà formale: della libertà come fine a se stessa, senza speciali contenuti economici, po– litici e mornli 1 cltt• costituisco110 1 in altri termiui, i prng-rnmmi, i JH U'titi, le grandi correnti della vita nazionale. l ~J.di non ha la capudtìt di sentire o di interpretare In r iforma che non sia la riformetta, l'irrisione, la µarodin; non l'ha per il passato 11oli– tico, per la mcutalith burocrntica dalla Yisione breve e angusta, per il temperamento semplicista, per la scarsezza, non vorrei dire l'assen-:t.ftcompleta di fede ideale, che a molti lo fa appurire uno scettico e 1111 cinico, il quale stia .al potere come un giuocatoro dinanzi alla ecacchil'1'a o al tavolo verde, indulg'ente mogari al baro, se il baro .... politico cd elettorale possa dare l''lm11nque la vittoria. Le riforme, che non ne scrocchino il nomo, sono al di là del giolittismo dominante. Il quale, arami.i, si è irrigidi10 r mummificato in uno siat1t quo op– primente e intollernbile; in cui una. cosa sola tendo a mutare) a crescere, a ingrandire cli continuo, od è l:.tpiù vecchia di tutte le cose itnlinne: il siste– matico aumento, cioè, delle speso militari, cui corri· sponde quell'altra cosa, altrettanto nuova e vecchia insieme, thc è lo sfruttamento molteplice, sempre pil1 grave e schiacciante, delle maggioranze, e l'impo,e– rimento progressivo delle fonti dell'economia pub– blica. Così avviene che in ogui punto le riforme cozzano di• speratam ente co ntro le cristalliz1,aiioni attuali; assili g-ono e rìass1.dg- onofuriose questo o quel Dicastero, ma sem pre son r espinte indietro dal nichilismo ~o ,·ernativo e dalla forza hrutn della nrnggioranza par– lamentare; come, in un tempo non lontano, lo spirito di libertà, C'hc irrompeva da ogni lato, era impotente a sferrarsi dalle terribili compressioni dello Stato– cnrabiniere. Le forze c1·csciuto per la libertà rnppero tuttl-lvia il vecchio involucro e poterono esercitarsi con libero moto per grande parte del paese. 1~ questo fu il trionfo dell'on. Giolitti. )fa. fu anche la sua disfatta morale, preludio di altre disfatte. Poichè, appagan– dosi di assistert• a quel movimento con la sola preoc– t"'npar.iono dell'ordino pubblico, e rol propoaito di afruttarno comu1H111e le vicende liete o gli orrori 1 l'on. Giolitti fu, H volta a volta, coi socialisti o coi ~•onserYatori, con l'J~strema e coi preti: con gli uni all'indomani di uno sciopero vittorioso, lo sciopero di Genova; co11 gli altri all'indomani di uno 1,cio– pero sconfitto 1 lo sciopero generai<' del 1904. JI che è, senza duhhio, il mm plus ult1·a della libertà, anzi dr! libertinaggio politico. J~videdementc (per usare l'avverhio più caro al– l'on. Giolitti), questa libertà fonnale ha terminato il suo ciclo. Non basta più allo moltitudini. Queste do– mandano, rerhunano, esigono ben Altro: che si rias– sume nella difesa del pane, della. salute, della vita; nell"ietruzione diffusflj nell'alleviamento e nella pro– ~res8ivifa dei trihuti; nelle riforme atte a mettere in valore ht ri<'<'hczza pubblica; nella. distribuzione clei danari e della potenza. dallo Stato lungo i solchi 1>il1 fecondi dell'economia e dcll'ottività nazionalej HC'llatutC'ht dolio spirito e della cosrienza dall'az1011c antisocialP dei residui più deleteri del passato; nel riconoscimento incontrnstato della <'ittadinanza po– litira al mPJ(g-ior numero e nelrinstaurnzione di un regime di sincerità alle· fonti stesse della sovrauiti\ parlamentare, e di un regime di prohità e di auto– nomia amministrati\•a, opuratrice <li A.mhieuti spa– ventosl.lmente arretrati e corrotti; nclht sollecitudine opernsa o vihrante 1 volta ad oleva!'e rapida.mente il livello dclln civiltìt economica, sociale e momle in talune rcgiooi d'Italia, le cui condizioni d'oiigi neu• trnlizzano e frustran'l lo slancio redentore di altro. )la. la \'CRcicu della libertà l?iolittiana è incapace cli coutenere , utf.o questo, la pili piccola. parto d i que• sto: tutt'al piìt potrebbe dar ricetto a qualche ca.ri– Clltun.t mule sgorbiata (pensate all'ineffabile s ua 1·i – {or111a clettornlo!). L'involuoro idolittiano, non po– tendo quindi contenere nè trattenere le energie cresciute per le riforme, sarà spezzato, come gli A.I· tri, da que:,te energie rìgoglieggi1tte entro la sun stessa sfera, qullndo la loro tensioue sarà via via giunta all'est,romo, o sorgano circostanze occasio,rnli ll<l affrettare la crisi. . .. Vicino o lontano quel giorno, ò ce1·to che il i.li ~agio politico e morale dei partiti è enorme. Sembr a q uasi che il Parlamento non esista piì.1. Una dittatura, la dittatura cli una maggioranza uscita violentemente e sconciamente dalle urne, impera come un'oligrtrdlia, ebbra di potere, inconscia del distticco J>rofoudo cho è tra essa e il paeM, e dell'abisso di disprezzo cor. cui questo se no separa ogni giorno più. La volonfa di riforme radicali, ravvivatrici, risanatrici, che squilla o urla eia ogni angolo d'rtalia, e investe lo Stato, il Governo e il Parlamento, non ha echi tranne ehe all'Estrema. sentinella sperduta che ritorna lo squillo e l'urlo inascoltati al paese. lo ho la profonda convinzione cho il proletariato italiano non possa subire ancora a lungo, senza annullarsi, uno stftto di cose come questo, del quale esso soffre in misun\. di grnn lu11gasuperiore il quella di ogni altra classe sociale. ~sso non tarderà ad avvertire l'nrrnlogia di <1uest'ora con altre ore el'i– tiche e dolorose della sua storia, e la conseguente necessità di un'azione correlativa. L'Estrenrn. e il Partito socialista, dirrnnzi alla di– mostrata v acuità di qualsiasi opera loro, diretta a conquista.re la benchè minima riforma, con questo Governo e con questa Camera 1 hanno ontma,i un còmpito gravissimo eia asso!\'ere nel paese e pCI' il paese, che si stringerà attomo nll'b:strema, se PI~• strema \'Orrù, creando i problemi del domani: pro– blemi di cose e di uQmini. 010\',\l'l'"XI MERLONI. PER L'EDUCAZIONE EC OMICA DEL POPOL (a proposi/o d'emigrazione) Leggo nell'Avanli! cbe l'on. On.brini interpellerà il llinistro degli Esteri sulla convenienza di dare una larga diffusione - servendosi dell'OJ)era doi maestri - alle nozioni o allo notizie cbe rigun.rdano li grave fenomeno dell'emigruzione, oggi insidiata e minacciata In J<::uropa e in .America dallo uazioni ove finora aveva trovato lo sbocco pili facile e conveniente. Anticipando l'azione governativa (aspetta, cavai mio, ~ho l'erba cresca), è stato· istituito recentemente In Homa 1 per Iniziativa della solerte e colta signora De Vito 'J'ommasl o sotto 11alta direzione del prof. :Monte– martini, un Corso magistrale sulla emigrazione trans– oceanica, col preciso sCOJ)O di creare nell'insegnante co– munale il più adatto e il J)iù naturale degli agenti del• l'emigrazione, che ne sappia additare al popolo, piccolo e adulto, nelle scuole diurne o in quelle serali, gli in– discutibili vantag-gi o i numerosi pericoli.

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