Critica Sociale - Anno XIX - n. 8 - 16 aprile 1909

CRITICA SOCIALE 115 giori margini nei bilanci dello Stato, di e.tTettuare una politica democratica seria e sostanziosa, onde Jn, necessità di distrarre tutte le energie del paese dalla" fantastica,, guerra ai confiui per volgerle a prevenire la guerra civile; tn ripresentavi netta– mente il problema nei termini seguenti: 11 'l'enuto conto della necessità di queste spese (mili– tari straordinarie), istituire quell'ordinamento, che, com– prendendo 1a spesa di fortificazioni e di armi, non costi più dell'ordinamento presente. n A te pareva che cotesto còmpito fosse attuabile, con introdurre la sola econon:i.ia veramente efficace, la diminuzione della forza bilanciata: ma non ti peritavi di soggiungere che, quando l'ipotesi di cotesta possibilità fosse confutata e respinta, con– veniva allora avere il coraggio di una soluzione più audace: sottrarre l'Italia alla folle gara di ar• mamenti, impegnata, senza che se ne vegga la fiae, dalle nazioni europee; abbandonare una parte delle spese militari, anche ritenute tecnicamente neces– sarie. Mette conto di qui riprodurre quelle coraggiose pa~·ole,nelle quali tutto il Grnppo socialista (e non era neanco allora questione di herveismo) si senti così fortemente e fedelmente rappresentato : " Se voi mi obiettate essere impossibile attuare un ordinamento che costi meno dell'attuale (e intendevi che costi tanto meno, quanto basti a compensare, con la riduzione del bilancio ordinario 1 le imprescindibili esigenze straordinarie delle fortificazioni e delle armi), io vi rispondo che occorre allora avere il coraggio di affrontare la !:!iLuazione e di mette1•sivolontariamente in uno stato di inferiol'ilà di f1·onte agli altri Stati. " E, poichè queste dichiarazioni sollevarono i com– menti rumorosi dell'assemblea, tu rincalzavi così: u Noi siamo arrivati al punto, in cui si tratta. di sal– vare la nostra v'ita sociale, e di doversi decidere .fra l'arrestarsi nella gara degli armamenti o rinunciare alla soddisfazione dei nostri elementari bisogni. " * * * 'J~utto il resto) che soggiungevi circa la fortu- nata condizione dell'Italia, di poter prendere questa iniziativa, perchè fra i grandi Stati d'Europa è forse la sola nazione che non ha ragione di sin– golari competizioni con gli altri Stati - e sulla assurdità dell1ipotesi di un attacco <la parte del– !'Austria- Ungheria dopo il ravv:cinamento dell'Iu• ghilterra e delta Russia - era certo molto ben ragionato: ma·si tratta di materia opinabile e con• troverti bile, che tu adducevi a rinforzo, non po– nevi a fondamento della tesi da te così superba• mente affermata e sostenuta. La quale - che è la tesi essenzialmente finan– ziaria ed economica (conviene non disgiungere mai questi due aggettivi) - rimane ancora, per me, la sola e la vera che il partito socialista. deve adot– tare, nella quale deve ostinatamente trincerarsi: nulla, assolutamente nulla, concedendo ai molte– plici sofismi lusingatori che contro di essa si ac– campano, e ai quali veggo indulgere molti anche di coloro che più osteggiano le maggiori spese di guerra e si credono, in materia, più avanzati e so– cialisti cli te - od anche di me -, ma victivorsa 1 seg-ueudo quei sofismi e lasciandosi trascinare con essi sul teneno avversario, rischiano di cadere nelle ben montate tra.ppole militariste. Quali siano questi sofismi e come per noi si convenga rispouclere ad essi, potrà essere tema di altro mio scriUo, poichè questa lettera, per oggi, è lunga abbastanza: e potrebbe darsi, d'altronde, che il tuo pronto intervento in causa - per questo lato del problema veramente essenziale - o piut– tosto il tuo• esplicito ritorno a quella che fu la tua tesi, mi dispensi dal proseguire. ·Giammai mi sarò sentito così lietamente vinci– tore1 come se sarò vinto e confutato da te, col dissiparsi di ogni <1ubbio su questa prima e pre• liminare parte del tormentato e tormentoso pro· blema. 'ruo sempre cordialissimamente FILIPPO ':L1URATI. Ancora l'ordinamento dell'Esercito e la Commissione d'inchiesta L'istruzione delle truppe, le scuole militari 1 e Favan• zamento a scelta e il servizio di Stato maggiore flono i punti principali della Relazione, dei quali devo an– cora parlare per completare quello che scrissi sull'ar– gomento nel numero 5-6 del mese di marzo. Sul primo punto - tt delCistruzione dette truppe n - la Relazione si sofferma lungamente e dichiara senza veli e senza reticenze che è molto deficiente. " Unanime (essa dice) è il parere deUe autorità mi– litari e degli ufficiali dei Corpi, che la istruzione delle nostre truppa non risponde ad una efficace prepara– :r.ionedella guerra; ed altreUanto unanimi possono con– siderarsi le opi□ioni intorno alle cause che impediscono di raggiungere questo scopo, il quale è la essenziale ragione di esistenza dell'esercito sul piede di pace. ,, Fra le cause principali annovera la esiguità. della forza organica sul piede di pace, i molti servizi. che distolgono continuamente uomini e reparti dalle loro istruzioni, i rinforzi di truppe combattenti ai. reparti di sanità e di sussistenza, e la mancanza o insufficienza dei mezzi per impartire una buona e completa istru– zione. Da una situazione dei Corpi di fanteria (compresi i granatieri, i bersaglieri e gli alpini) al 1° dicembre del 1907, riportata a pagina 49 della Relazione, si rileva che, sopra una forza di 95114 uomini, dei quali 59896 anziani idonei al servizio, fra incarichi speciali, ~cri– vaoi e piantoni, 10894 uomini (cioè 1'11,4 °/ 0 della forza totale e il 21,4 °lo della forza anziana) erano sta– bilmente dispensati dal partecipare alle istruzioni; senza contare chC",dei 599! segnati a parte come ag• gregati ad altri Corpi 1 la maggior parte, per una ra– gione o per un'1tltra, sono dispensati anch'essi perma• nentemente da ogni istruzione. Riguardo alla forza dei reparti, la Commissione, ri– ftlrendo ad una delle 1371 Compagnie di fanteria i dati della situazione generale al lo>dicembre, assegna la forza media delle Compagnie a 70 uomini, dei quali da 25 a 26 reclute e da 41 a 45 anziani. Non metto in dubbio né la esattezza dei documenti ufficiali, nè Paritmetica dell'onorevole Relatore, ma osservo che la realtà è ancor più misera che non sia apparsa alla Commissione. Infatti, a,J innalzare quella media a 70 uomini, concorrono notevolmente le fan– terie speciali, che hanno sempre Compagnie più forti di quelle della fanteria di linea. Se il calcolo fosse stato fatto a parte per i 94Reggimenti di fanteria di linea, la media della forza sarebbe stata minore e, viceversa, sarebbero notevolmente cresciute le percentuali dei mi– litari distolti permanentemente dalle istruzioni. Alle cause, alle quali la Commissione addebita que– sto malo funzionamento delle istruzioDi e questa po•

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