Critica Sociale - Anno XIX - n. 8 - 16 aprile 1909

128 CRITICA SOCfALI~ richiedono un lavoro faticosissimo che non µuò es– sero fatto dallo donne: bisogna lavbrnrle con zappe pesanti a lama un po' ~ppuntita e manico corto, in posizione sempre inchinata e sotto le intemperie. Anzichè gelosia bnrbnrn, è nobiltà di razza non per– mettere che le donne assumano lavori così duri 1 che la civiltà non dovrebbe più consentire che fossero compiuti dalle braccia umane onzichè dalle macchine. Nella valle del Po invece le terre piane sabbioniccie e sciolte si lavorano filcilmcnte dalle donne per mezzo di zappe lcggiere n lama larga e a manico lungo, shrndo la persona ritta. la Sicilia ugualmente i fo.cili lavori Bl,{ricoli i:;ono compiuti in gran parte dalle donne: nella raccolta del grano le donne aiu– tano i propri uomini ; la raccolta delle ulive, la ven– demmia, il trasporto degli agrumi in ceste, e tutta l'iudustriil ag-rumarin., per non parlare di altre so– conciarie industrio agTicolo, sono in gran parte opera di donne che lavornno cou la massima liberalith. Nella pastol'izia hrada e rundagia, dove l'uomo si abbrutisce, è hene che la donna sia assente e resti a casa. a perpetuare i sensi di gentilezza nella specie. rn Sicilia il problema della donna non ha una particolare gravità che meriti particolare studio, e non trova, come credesi, ne!Pindole di razza un in– vincibile ostacolo. Se vi fosse sviluppata la grande industria, le donne siciliane accorrerebbero disin– volte ad essa; ove la vita sociale tende alle forme pili evolute dei grandi centri continentali, i rapporti sessuali si vanno focilmente mutando con un accre– sciuto senso della libertà; le libere unioni vanno acquistando un maggior rispetto; ed è frequeate l'esempio rli uomini agiati che fiaìscooo per sposare l'amante popolana o la serva. Data la struttura so– ciale, ordinata quasi del tutto sull'agricoltura rozza e discontinua dei latifondi e sull'artigianato me– dioevale dei borghi o delle città, la donna non può trovare altro posto che nella casa per le sole cure domestiche, e no ha tli tropµe, essendo assai pesanti le cure stesse. rn tali condizioni di vita, senza della mogi io l'uomo non potrebbe compiere il suo lavoro; i vincoli di famiglia si fanno perciò più stretti; e i pregiudizi sociali su quei vincoli arrivano alle forme più violenti. Ancorn i mariti uccidono Je mogli adultere, i giurati assolvono e il popolo applaude, come se la donna fosse proprietà e non libera com– pagna del1 1 uomo: ciò avviene principalmente nei paesi meridionali e io Sicilia, perchè quivi la vita più incerta non permette libertà. alla donna che non sia di prostituzione, e nega affuomo di godere i comodi della famiglia senza il duro legame matri– moniale. Queste esigenze sociali che durano da più millennii, unitamente alle barbariche cause origi– narie che assegnano un posto cl'inforiorità alla donna di fronte all'uomo, e unitamente allo spirito di mafia che non tollera lo smacco massimamente fatto da un essere inferiore <1uale si stima la donna, perchè il tollerarlo non sarebbe perdonato da tutto un mondo mafioso che scorna ed incita alla vendetta sangui– nosa il marito offeso, hanno creato tutta. una. psico– logia collettiva di falsi pregiudizi di onore sui do– veri coniugali, la quale invade anche la mentalità delle classi superiori. Poichè quelle OBigenze mute– ranno con l'assicurazione del pane ad ognuno, met·cè l'organizzazione delle forze cli lavoro produttivo, i rappol'ti sessuali, senza impedimento di supposti sa.– racinismi, assurgeranno a. forme di complt:ta libertà e del maggiore mutuo rispett.o. La t:oncczione artistica della psiche popolare si– ciliann, conformemente alle altre caratteristiche ma– nifesta1sio11idelht psiche stessa, è decorativa e fastosa, espressioue pur essa cli baggianata ammascusa: le ricche \,arclature sulle cavalcature dei borgesi, la pennaccliiera in testa ai cavalli da tiro, i carri isto– riati in maniera così originale e tipica, sono oggetto di ammas cmnento in chi ne è possessore di fronte agli alt.ri. Un tempo i Comuni, come ò tradizione, J.!arcggiavnno per il campanile; oggi i più miseri Co11n111i rurali dell'interno della Sicilia fanno a gara per la banda musicale o per la fanfara, che per essi ò ciò che eleva a vita superiore, mancando ogni nitro artistico svago, che la civiltà dispensa con poco costo ed A.nche gratuitamente nelle grandi città. Nelle costruzioni i Siciliani amano la monumenta– lità, che spesso riesce monotona e pesante come era nella ramosa Palazznta di Messina. 11 Teatro Mas– simo cli Palermo, magnifica costruzione invero, che conrerisce decoro edilizio, ha spiccato il carattere della fastosità aristocratica della signoria siciliana. Le decorn:doni architettoniche di templi e palagi sono quasi sempre esubel"anti per varietà e ricchezza: l'arabesco, il barncco e il rococò, che più degli altri stili sfogg-iano profuse e fantastiche ornamentazioni, èbhero più largo campo di applicazione in Sicilia, perchè pii'1 consentanei all'indole locale e alle biz– zanre degli artisti. Abbiamo esaminato varì principali aspetti dell'in– dole giciliann, ed abitiamo con cfolore constatato che i Siciliani sono più noti per i loro difetti che per i loro pregi. La ingiusta mala fama dura immutata fin dall'antichità: omnes iusulani mali, Siculi pessimi, ha scritto non so piì1 quale latino. Ancor oggi non si rileva altro dei Siciliani che saracinismi, camorre, malandrina:rgi, coltellate mafiescamente date .... e tu si Sicilia, come sicilianamente si dice. Ma abbiamo trovato che i difetti del siciliano sono il prodotto dell'ordinamento feudale che impera sulla possidenza e sulla vita pubblica e privata; e che, essendo possibile mutare quell'ordinamento, l'indole siciliana, per quanto consolidata da abitudini mil– lennarie di selvt1ggio individualismo, deve pur evolvere verso forme di crescente socievolezza; ed nbbiamo soprA.tutto accertato clrn nella fibra siciliana si ascondono addormentate le energie di un nuovo mondo morale, come il metallo prezioso tra le im– purità del minerale. Quanti tesori di bontà e di virtù restano allo stato inerte, perchè solo gli atti di violenza ussurgono all'onore della storia? La grande ma~giornnza popolare è dei buoni, che non hanno ancora voce e si lasciano sopraffare dai pochi tristi i ma essa resta pur sempre il substrato di tutto l'ordinamento sociale, che è barbaro, misero e peri– coloso anche per i grandi, se la massa su cui poggia e dalla quale piglia ogni vita non sappia dare frutto migliore. Da ciò la concezione socialista, che l'elevamento proletario non debbasi considerare come un semplice dovere di beneficenza cristiana verso i diseredati e gli afflitti, sì bene come un risanamento e una fer– tilizzazione del suolo su cui deve prosperare in ogni suo ramo e foglia il grande albero della fa– miglia umana. 8. 0,DP.ifAKERI· SCURTJ. A/J/Jiamo pu/J/Jlicato .- G. SAL VÉMINI Suftragio universale Questione :meridionale e Rifor:rnis:rno. Opuscolo di pag. 56, Centesimi 25. Pe1· IO copie sconto 20 ¾- 0 iusEl'PE RIOAMONTI, gereute respm,sab1le. llllano, 211~ 1~oa - 1'1pogrann Operai) Soo. ooop.), via Sparhico, 6.

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