Critica Sociale - Anno XIX - n. 8 - 16 aprile 1909

Critica Sociale f?IVIST .Il QUIN1JICIN.llLE iJEL SOCI.llLISl!fO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Galleria V. E. 23 Anno XIX - N. 8 Non si vende a numeri separati. Milano,16 aprile 1909 SOMMARIO Politica ed Attualità. I.e spese mftitart: lettera aperta a Leont<la mssolatt (FILll'l'O '!'URATI), .411cora t'o,·di11m1ie11to deH'esercUo e /<1 Co111mtssto1ie à't11chlesta (I'. xoccmo). lt oonte1111foscieutiflco dd pe111uero 11ociaHslt1, I o Il (l'l'of. fi,:f,ICY. C.t,;RAMICOLA), Studi economici e sociologici. La t,o,.la sl11<1acausta (ARTURO SALUCCI), J pertcoH def/a ,111111i-ctpaHZZ(IZÌ,Qtltàtl paue (Pror. E. BERTAREl,U). It cnn,ttere Sictli<mo: continuazione degli studi su le conseguenze soclall del Latifondo In S!ollla, Il (S. ÙAlOIARERI-SCURTI), LE SPESE lYIILlTARI h.,ettera aperta a Leonida Bissolati. " SI trattava òl sa1iere se Il 1>art1to soclalt8ta ltal!ano riconoscesse la i:,a– tr!a e la n(cessltà òl urm1trla: nessuno degli Interlocutori ha detto di no. li elle, per ora, ci pcffe elle bC1sti. " (L. BISSOLATI - Ava11ti! 18 8{)rJ\e), Carissi1no Leonida, Conchiudendo la lunga polemica, agitatasi nel g-ìornale centrale del partito socialista, intorno al!a ùifesa nazionale e all,azione dei socialisti. tu noti - come è riferito in epigrafe - che su un punto è constatato Paccordo fra i socialisti italiani: sulla necessità di riconoscere e di armare la patria. E ti pare che questo Dasti pe;· or·a. Non solo: ma tu pensi di avere, con siffatta constatazione, sgombrato il campo della discussione dall'equivoco <liprincipio: quell'equivoco (tu scrivi) in vista del quale la di– sputa fu aperta. Consentimi di non essere del tutto del tuo parere; e, poichè questo avviene rarissime volte, sopratutto in argomenti che tn hai lungamente studiati con la coscienziosità ed il coraggio che son propri del tuo pensiero, sono certo che tu intenderai il disagio in cui mi trovo e la l'.lecessità che sento di svelar– telo subito; e rli chiederti chiarimento e risposta a dubbì, che non credo siano soltanto nell'animo mio. ]tra le parecchie questioni, su le quali il Con– gresso di }'irenze e le recenti elezioni diedero a noi, deputati socialisti, un mandato assolutamente preciso, quella delle spese militari - ossia, del diniego da opporre ad ogni loro aumento globale - è indubbiamente la più. urgente e fa. più pon– derosa. Essa ha, di fronte a tutte le altre questioni politiche, a tutte le proposte di riforme, un carat– tere assorbente e pregiudiziale. Ora, io ho letto con qualche attenzione le di– spute, che su questo tema vennero stampate sui nostri giornali, e in particolare sull'Avanti.'; ho letto gli artic0li di Braccialarghe 1 di Enrico Ferri, di S6arbi, dei due Ciccotti, di .Longobardi e <liSylva Viviani; ho consultate le glosse che, meditatamente, tu vi hai apposte; e ne ho concluso (asserisco dog– maticamente per brevità) ma potrei illustrare) che, da tutta cotesta polemica, un eiiuivoco non fu dis– sipato, anzi un capitale equivoco è sorto. E ciO perchè, quali che fossero 16 premutiSe, le rlivagazioni, le cornici, la filosofia insomma, onde quegli articoli erano o adornati o ingombrati; un concetto, nn movente, una finalità esclusiva e sa– liente dava arl essi valore e carattere: un concetto che, quand'anche non sempre trapelasse dai periodi degli scrittori, calava in essi dall'ambiente, dal momento, dalla necessità obiettiva delle cose: e il concetto era e doveva essere questo: nessun ait- 1nento agli att-uali bilanci ;nililal'i. Anche nelle proteste, più o meno opportune, dei Circoli mantovani e della }'ederazione dei lavora– tori della terra adunata a Bologna, contro le espres– sioni patriottiche usate alla Camera dal nostro J>ietro Chiesa - espressioni nelle quali, al pari di te, io insomma consento, e il cui significato, tut– t1altro che gnerrafondaio o militarista. o borghese, era chiarito dal seguito e dall'assieme del discorso, per chiunque si fosse data la briga di leggerlo intero - anche in qnelle proteste, a frugar bene, io credo che non già ~i troverebbe un qualsia.si preconcetto più o meno herveistai bensì la preoc– cupazione, sia pure arbitraria e infondata, ma tutta di carattere pratico, che quellé espressioni patriot– ticl1e, usate in questo momento alla Carnera, si prestassero a1l accreditare le velleità militariste. e indebolissero la tesi che noi dobbiamo sostenera: nessun aumento iilteJ'ioJ·e, pe;· nessuna cagione, ai nostri bilanci rnilitari. Or io sarei in perfetta mala fede - e in nessuna polemica. vorrei esserlo, ma, tanto meno, in una polemica teco - se asserissi che tu abbi scritto, contro quella tesi, una sola parola. Dico soltanto - ed è ciò che mi induce a meditare - che tu quella tesi, in quest'ultima polemica., non l'hai, in venm modo, raccolta e ribadita. Indugiandoti par– ticolarmente a sottolineare le tesi comuni, ma accessorie, di ciascun u interlocutore "' in quanto escludevasi per esse il preconcetto herveista, la qual cosa interessava sopratutto il foro interno di ciascuno di loro, tu sembrasti sdegnoso di scendere sul terreno pratico, di venire alla tesi principale - la sola che possa essere tale nell'ora che volge. E ti parve che, pe1 · 01 ·a, bastasse. l~d è questo tuo silenzio che si presta ad im– pensierì re. Iufatti, se v 1 è invece una questione che pe;· ora possa essere trascurata, è appunto quella a cui tu sembri assegnare la maggiore importanza. In Italia nol non abbiamo oggi un vero herveismo mili– tante, che pesi sulla cosa pubblica, e, tanto meno, che si affermi in Parlamento. Nessuno sospettava che l'avessimo, anche se tu non ti affannavi a constatarne l'assenza. L'herveismo, l'antiptttriotti- •

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