Critica Sociale - Anno XIX - n. 7 - 1 aprile 1909

CRl'l'[CA socr ALls Sono Yenute le elezioni, sotto il triste auspicio del quietismo governativo che negava una ragione alla lotta, e tutto il paese è stato scosso e solle– vato da nn tremito intenso di vita e di pensiero 1 e come una fiilmmata ha percorso la penisola. La riunova,zione della Camera che, a parere del Go– verno, doveva compiersi solo perchè prescritta dalle leggi, e come atto di pura formalità costituzionale 1 ha provocato una rielaborazione rapida di tutti i più vitali problemi della vita sociale e politica. Forse giammai la lotta elettorale si è combattuta in Italia su un terreno ideale più comprensivo e più determinato ad un tempo. Non una ristretta questione cli liberlà o di rea– zione, non la conquista di una legge particolare., o la difesa o l'avversione per un uomo di Governo, hanno costituito la materia del conflitto, ma tutto l'indirizzo della vita nazionale, nei suoi problemi maggiori e nelle connessioni loro. La democrazia, quasi rlovunque unita 1 ha combattuto per il rior– dinamento amministrativo dello Stato, per lo svi– luppo della scuola, per la riforma dei tributi, pe,r la libertà dell'organizzazione e politica; e, contro di essa, tutte le forze conservatrici hanno difeso disperatamente gli ordinamenti esistenti, per porre un argine, per disperdere, se possibile, le correnti in cui tentano incanalarsi tutte le aspirazioni e tutti i bisogni nnovi della società. L'insperato aumento <lei depntati di Estrema Si• nistra, e in ispecial modo del Gruppo socialista, il numero g-rande delle vittorie conservatrici strap– pate a stento alle forze riuuite dei partiti estremi, hanno dato al risultato della lotta il $ignificato di una vittoria democratica, Nell'apparente scetti• cismo degli italiani, nell'assenza delle masse dalla vita politica, i sistemi acldormentatori di Governo non trovarono dunque il supposto consenso e, nel– l'atteggiamento passivo del paese, ferveva il la– vorio preparatore di un risveglio e <li una orien– tazione. La fede nell'istituzione parlamentare non era spenta ancora, se è bastato, alla vigilia delle elezioni, un grido di allarme rlei partiti democra– tici, per s~uotere così profoudamente la coscienza pubblica e sollevarla come se si fosse trattato di un momento decisivo della vita nazionale, <li un disperato tentativo di salvezza contro un peri· colo incombente. Ed è innegabile che il maggiore slancio, iL più forte contributo di attività, di pensiero e <liuomini, è stato dato, in questa lotta, <lalle organizzazioni economiche dei lavoratori tutti. 80110le Leghe dei contadini, le Associazioni operaie, le Federazioni professionali, che dovunque hanno posto, al di– sopra delle suddivfaioni politiche, con nettezza e coraggio, il problema <leila rigenerazione clella vita pubblica, e hanno determinata la vittoria demo• cratica in più di un Collegio. Quelle organizzazioni, che traggono sovente la loro origine <lal bisogno di una conquista giuridica od economica partico– lare e ristretta, erano dunque assurte alla conce– zione <li un problema generale, politico e sociale; il loro pensiero non era egoistico e disorganico, ma conteneva in germe tutta una orientazione della coscienza puhblica, atta a costituire il sub– strato intellettuale delle forme uuove <lella vita civile. Queste constatazioni sono confortevoli per chi crede ancora che i maggiori problemi, che affati– cano l 1 età nostra, possano essere risoluti coll'aiuto delle forze vive della società, per opera delle classi lavoratrici da cui e per cui tali problemi sono stati posti, coi mezzi che la società stessa ha elaborato nella sua evoluzione secolare. Noi siamo però a un punto decisivo <lella vita nazionale; oggi si compie un grande esperimento, che dovrà decirlere tj.ell'iwlirizzò fn~uro delle energie che sorgo110 ,hdla classe lavoratrice. Queste euergie, che sono un prodotto spontaneo e necessario della vita sociale rnoderna, e che, in conseguenza, non possono scomparire nè arrestarsi, oggi, già. innanzi uel loro sviluppo, hauno dichiarata una fiducia e(l ci..t:isegnatou11 mandato: la f-iòucia è nelle istitu– zioni parlamentari, il manòato è nel!a democrazia. Potranno quelle, saprà questa rispondere degua– mente? La prova è ardua; i deputati dell'Estrema, seb• bene accresciuti di numero e ritemprati, è lecito sperarlo, di spirito combatth·o e di più detenni– uati propositi, si troveranno nella nuova Camera nella proporzione di uno su cinque. li còmpit.0 1 che ad ef:si si affaccia, è immensamente vasto e grave; esso è costituito da tutta Popera. arretrata di un'e• poca storica, duraote ·1a quale In cecità degli no· mini ha pmito ogni ostacolo a che la, struttura sociale si armoniz:,:asse ai bisogni ed agli atteggia– menti della vita. In Italia tutto è da trasformare e da rinnovare: la giustizia è un privilegio di co– loro i fJUd.lihanno mezzi per servirsene, e nn'a.rme in fayore di tutti i poteri costituiti, <lei Governo nelle questioni politiche e di amministrazione cen– tra.le, dei Comuni nelle questioni rii amministra– z\oue comunali, dei ricchi 1 dei potenti, <ielle auto– torità, contro i poveri, contro chi è isolato, o igno– rante, o inabile; la sicurezza puhblica è come la giustizia, quando non scende più in basso per al– learsi a dirittura ai criminali o prendE:rne il posto; l'esercito e la marina assorbono la maggior parte del tesoro del Stato e, per attestazione di tecnici <li indubbia competenza e<l 011esth, sarebbero ina• <latti a <lifenrlerci da un attentato all'integrità della patria; l'insufficienza riella scuola elemeutare, per quanto deplorata. non appare in tntta la sua realtà, unicamente perchè si tollera che una legge dello Stato, quella dell'istruzione obbligatoria, sia gene– ralmente violata; le altre scuole souo un vaglio at,traverso il quale passano soltanto i figli delle classi privilegiate, quelli che hanno denaro, qnelli a cui le famiglie hanno potuto <lare Ullli certa edu– cazione, fatta di abituiìine (li lavoro e di consue– tudini particolari di vita esteriore; gli altri, auehe se hanno qualità eccezionali ,li intelligenza e di cuore 1 vengono respinti inesorabilmente; la Chiesa è libera di corrompere la coscieuza indivi(lua,le e nazionale, vive in gran parte coi denari dello Stato meutre ne insidia l'esistenza, e, specialmente nelle campagne e in contatto col popolo, è primitiva, fanatizzatrice, fomentatrice di odi i; nelle Ammi· nistrazioni òello Stato regna la diffidenza e la su• bordinazione gerarchica e non sono premiati e in· coraggiati il ·valore e l'iniziativa, ma l'automatismo e Fasservimento, per cui gli interi organismi am– ministrativi sono macchine torpide, improduttive, sperperatrici,e gli uomini migliori che ne fanno parte rimaugono in basso della scala. mentre in alto, agli uflici direttivi, salgono g-li egoisti, gli nomini i,;enza carattere, i furbi e gli avventurieri; i tributi sono pagati dai poveri e dagli ingenui: le lihertà esi– stono quando e come piace alle autorità ed alle persone influenti; la volontà. popolare è in mille mbdi n?Jn-essa e violata e, nelle elezioni ammini– strative come nelle politiche, lR.corruzione più a.u• dace e meno occulta viene sempre dall'ttlto; la vita sociale, appena fuori <lei maggiori centri rlel Settentrione d'Italia, è quasi dovunque feudale, e le classi lavorat1·ici non hanno nessuna difesa con– tro l'ingordigia clei proprietari, mnncando limiti di orario e di salario, norme igieniche di lavoro e la possibilità rli Yalersi delle poche e manchevo_li leggi esistenti. Questa condizione di cose si presenta all'attività

RkJQdWJsaXNoZXIy