Critica Sociale - Anno XVI - n. 23 - 1 dicembre 1906

CRITICA SOCIALE 357 tenere in permanenza se non ciò che non può essere approntato al momento della mobilitazione. A che servono 1>eresempio i 28 panifici e i 12 mo– lini militari? A sciupare della buona fnrina per fare del pane cattivo. l sacri testi della Scuola di guerra dicono, vera– mente, per istruzione: questo 1>0trebbc esser vero se il pano si facesse sempre nei forni di campagna: ma, per l'igiene della truppa e per economia di ma– teriale, il 1>anonoi panifici militari si fa come in tutti gli altri forni del mondo .... anzi assai peggio e non a minor prezzo. Perciò, quando avessimo dieci o dodici panifici e un paio di molini, per metterci al sicuro per i casi im1>revisti o per salvare l'Amministrazione militare da esagerate pretese di speculatori, sarebbero più che sufficienti al bisogno di pace e per inquadrare il servizio di guerra. E a cho servono in paco i 30 ospedali militari e le 35 in1'ormorie presiclinrio (eia non confondersi colle infermerie reggimentali)? Nessuno nega la. necessità cli un corto numero di medici militari: nrn.c'Ò una hclla differenza da questo all'avere un servizio sanitario organizzato come il nostro, per il quale gli ammalati vengono a costare negli ospedali militari tre o quattro vo}te quello che costerebbero negli ospedali civili dello stesso luogo, e spesso, 1>erl'insufficienza del bilancio e quindi delle dotazioni scientifiche, vi sono curati assai p<'ggio. - :Modificando e riducendo questa organizzazione militare bisognerà diminuire il numero dei medici? Naturalmente. - E come faremo per la ,:ruerra? Eccovi la gran preoccupazione dei nostri organiz. zatori militari, i quali non pensano che, in guerra, sul campo di battaglia, non si fa nè medicina nè chirurgia - tutt'al più qualche svolta medicatura - e che medicina e chirurgia si fanno più indietro, dove i medici, o militari, o della Croce rossa, o bor• ghesi addirittura, si equivalgono tutti. ... quando sono ugualmente bra,•i. Ma questa sembrerà ai più una grossa bestemmia; perchò noi italiani - nella nostra curiosa demo– crazia - abbiamo una specie cli feticismo per le divise e, quando ci decidiamo rL impiantarn qualche servizio nuovo, prima ancorn cli pousaro al miglior modo lii farlo funzionare, pensiamo alla divisa che donemo dare al personale. È certo per la stessa ragione che abbiamo tanti Uffici tecnici del Genio militare('), ohe colla guerra hanno poco o nulla da fare, benohè siano retti e popolati da urficiali 1 i cui incarichi potrebbero be– nissimo essere disimpegnati da ingegneri civili e spesso da semplici capimastri con contratti a cottimo. Senza entrare in troppi particolari tecnici, volli dimostrare con tre tipici esempi com e - anche ne lla. parte combattente - ci sia modo di semplifica.re e ridurre taluni servizi e talune spese senza danne g• giare o corn1>romettere la preparazione della guerra. A scanso cli disillusioni, convien osservare che, quando si dice ridurre servizi e spese, non si deve credere di potere effettuare immediatamente forti economie. Coll'allegro sistema segulto fin qui di creare ufficiali e impiegati per sistemare gli Uffici e di creare J)Oinuovi Urfici per migliorare e siste– mare la carriera degli ufficiali o degli impiegati, siamo al punto cho, per arrivare a mettere a posto Je coso sopra una bnso piì1 economica, dovremo pen· sare prima a regolare in qualche modo e forse con qualoho poco cli sacrifizio la posizione di coloro che (I) A cdlftcaztone del lettori dirò che 11 hanno: 6 Comandi, 1!1 DI• rezlonl, JS Sottodlrezlonl, 11 Sezioni, 118 Uffici locai\. In totale 179ur– flcl per Il tunzlon•mento del Genio rnllllare In un e&erollo di dodici Corpi d'•rmata 111 verrebbero ad avere danno dallo scomparire della nostra megalomania. Uno degli oetacoli, questo, che ha sbarrato la strada a tutti i ministri della guerra di poco co– raggio .... riformatore e che ha fatto cadere i rari ministri che, come il Majnoni, avevano intenzione di fnre qualche cosa e l'energia necessaria. Si sa che gli interessi personali, appena sono stuz– zicati un poco, fanno strillare la gente maledetta– mente: ma di rronte all'interesse della difesa dello Stato gli strilli non contano nulla e si ha il dovere di non tenerne conto. Ma da questi soli punti che abbiamo accennati non può venire il pieno rinnovamento delPesercito. Per ciò sarà utile ritoccare ancora la nostra forma• zione di guerra, facendo Divisioni leggiere, abolendo quei Comandi (come quelli di brigata, inutili in guerra e dannosi in paco) che non hanno una vera e indispensftbile funzione di guerra, riordinando il servizio od il reclutamento dello Stato maggiore e mettendo i diversi gradi in tali condizioni di pro– porziono numerica da pormettero, anche a carriera normale, avanzamenti suf-licientcmente rapidi, che consentano di avere in ogni grudo ufficiali relath·a– mente giovani e con morale elevato. Qui verrebbe naturale d 1 entrare in tema di reclu• tamento, ma si andrebbe molto per le lunghe. Del resto non è mio c6mpito immediato di sviscerare tutto il vastissimo tema della questione militare: mi basta, per ora, mettere in rilievo, in questi primi appunti J>er la Critica Sociale, il molto che c'è da fare e che è indispensabile fare senza indugio, affinchè si estenda la convinzione che, come sarebbe grossa e imperdonabile colpa negare a priori al Governo i mezzi J>er trarre l'esercito dal mal pa~so in cui si tro"a, sarebbe colJ>a non meno imperdonabile con– cedergli senz'altro nuovi fondi, a qualsiasi titolo, colla sola e solita garanzia cli quattro pistolotti pa– triottici e di promesse tanto vecchie quanto poco sincere. Perciò torniamo al " delenda Chm·tago ,, : Niente soldi, nè in ,•ia ordinaria nè straordinaria, finchè non si veda chiaro nelle cose militari.. .. per Jo meno in quello dell1avvenire. P. NOCCHIO. LACOSTITUZIONE ECONOMICO-SOCIA del periodo dei Comuni'" F.ccoci di fronte a un ,·olume di storia economica e sociale che fa onore all'Jtalla; che attesta paziente la– voro protratto per molti anni, erudizione vasta e anche non comune potere di elaborazione originale. DI rado Il problema dell 1 economla medievale fu pre– sentato In cos\ netta relazione con li mondo antico e il moderno, a un tempo rischiarato da quelli e rischiaran– tell a sua volta come necessario anello di passaggio tra i due. È noto che, nella difficile questione dell'origine dei Comuni, due teorie stettero ftn qui l'una di fronte al– l'altra, ambedue non privo di validi sostenitori: quella per cui il Comune medievale ò In diretto nesso di di– scendenza dalle Corporazioni cl'artl e mestieri e dalla loro coaUtuzlono nell'ultimo periodo di decadenza dello lmporo Romano, e quella di coloro che ritengono si tratti di formazione nuova. S\ l'una ohe l'altra rappre– sentano uo indirizzo troppo csoluslvamente formale e (') 01~0 ARl.f.A: H ,iatt111(1 dello C<UW11:lont UOHMtU'a t! sodaU itallflllU (11/'tM dd Com11,.,. - Rou.x e \'laren(l'O. Tortno•Roma, 190~

RkJQdWJsaXNoZXIy