Critica Sociale - Anno XVI - n. 23 - 1 dicembre 1906

358 CRITICASOCIALE giuridico, trascurando il nodo vero del problema: quello che, in ambedue le ipotesi, riguarda la funzione, il bi– sogno, a cui lo dotto associazioni dovettero corrispon– dere, sia per mantenersi e trasrormarsi 1 sia per sorgere. Ed è questo il punto di vista da cui si pone l'Aries. li quale, dopo aver ammessa l'esistenza, fra le associa– zioni romane o le comunali, di un legame di discendenza formale, dimostra anche l'esistenza tra di esse di un legame sostanziale, nel senso che, se variano continua– mente le funzioni economiche che l'associazione va com– piendo ineieme con altri istituti, d'altra parte ogni va– riazione è una derivazione della precedente fino al punto 1u cui si ronde, procedendo retrospettivamente, con la funziono doll'associazlono romana. Nò la dimostrazione gli riesco difficile. Qual era la funziono doIlo associazioni romane ? Il dissolversi della autica economia a schiavi, a cagiono della sua relativa tmproduttlvltà ne' nuovi e più evoluti stadi della tecnica industriale ed agricola i l'afflusso dei liberi alle occupa– zioni improduttive, sia dell'esercito, sia dell'amministra• zlone imperiale; Il regresso dallo stadio della economia materiale alla naturale, pel crescente efflusso della già. scarsa quantità di metalli preziosi, e la decrescente si– curezza della Importazione del cereali, ebbero per effetto cumulativo di diminuire enormemente la produzione dì cose utili e necessarie, nel mentre ae ne acuiva sempre più il bitiogr.o; di qui, da parte dello Stato, il ricorso a una serie di misure legislative che, approdando, in agri• coltura, alla trasformazione del colono in servo della gleba e, in lndustrlR 1 alla trasrormazione delle auticho corporazioni libere in organi pubblici costituiti da membri ereditariamente obbligati all'esercizio d'un dato me– stiere, avevano per iscopo di assicurare in modo coat– tivo quella produzione di cose necessarie, che non si poteva più avere in modo automatico. Ora, molto di queste cause continuarono ad esistere per parecchi secoli anche durante e dopo le invasioni barbaro; o si capisce quindi che queste associazioni sia.no diventato naturalmente organi di protezione e di difesa o di sostentamento dei loro membri e delle loro famiglie; o che, arrivate a. tempi più favorevoli, diven– tino gli strumenti della rigenerazione economica ed in– dustriale doll'~uropa. Assodato questo punto, l'autore passa a studiare la costituzione, le runzloni, la posizione giuridica e politica delle corporazioni propriamente dette. L'escluslvlsmo cittadino, ossia la tendenza ad esclu– dere o ad ammettere con gravi difficoltà. i forestieri al– l'esercizio di tm'arte in una data città, è la nota che in esse balza a prima vista. B non può essere altrimenti. Jn ogni società nuova, in cui le energie economiche si ridestino e in cui la diresa giuridica aia male Marantita, il primo e più urgente bisogno di queste energie gio– ,·ani è di proteggere il proprio sviluppo; ciò è confer– mato dall'esame degli statuti, che rivelano come l'esclu· sivlsmo sta in ragione inversa della concorrenza indu– .striale esterna. J~; come un esperimento impresa per passare in rassegna tutti i rami della produzione, e che più tardi rivelerà qua.li sono quelli specialmente rimu– nerativi per ogni data località. Analogamente, ne' suoi primordi il divieto ai non iscritti rH esercitare una data arte sorge cla consldera.zloni delle eonclizioni inerenti alla stessa conservazione della vita di questa. È solo più tardi, quando alcune arti si sentiranno più forti di altre e non bisognose della loro solidarietà 1 e lo stesso avverrà, in seno a ciaRcuna, pei membri più capaci, che l'antica costituzione diverrà un impaccio allo sviluppo ulteriore cloll'lndustria. Ma,ove questa è indifferenziata e debolC', è Rolo con una certa dose di protezionismo, che può rare le ossa e t muscoli. Un\,ltra caratterlstlca è la rerrea servitù che connette Il i sudditi dell'arte ,, alla corporazione, ossia al capitale 1 per mozzo del giuramento del divieto d'associazione, del divieto di lavoro per proprio conto, e di norme giuri– diche varie a ravore delPimprenditore. Nondimeno v'è una grande differenza tra questa servitù e quella antica; in quest'ultima l'assenimento nasce spesso dalla vio– lenza ed è artiftèiahnente che esso si rafforza seminando la discordia tra gli schiavi; nella prima inv~ce la divi– sione giuridico-economica nasce spontaneamente dalle di• verse occupazioni tecniche e l'asservimento è dovuto a mezzi indiretti in maggior misura che ai diretti. E poi questa depressione del lavoratore, ottenuta in cento guise, varia a seconda che tti tratti o no di città ma– rittime, od ò minore ove il mercato è più vasto, piì, sicuro, più rimunerativo e quindi più alta e costante è In. rimunerazione del capitale, che ha meno bisogno di premere sul salario; come avvenne nelle 'Fiandre e come non avvenne a li'lren1.e. 8 l'aumento delta produtti\'ità delle imprese che, allora come In oggi, permette al salario di elevarsi al disopra del mi,iìnmm indispensabile, od ai salariati di diventare un forza sociala e politica. Ed, analogamente, è funzione del ))articolarismo dominante e dello scarso sviluppo delle rorze produttive il sistema monetario e bancario medievale. Bsso è il sistema adatto ad un'epoca di mer– cati ristretti, mal sicuri, reciprocamente diffidenti, ed è inteso R meglio assicurare lo sviluppo delle energie au - tonome di ciascuno. Questo costituirsi di una economia industriale urbana ha poi il suo contraccolpo sui lavoratori agricoli. Dive– nute primeggianti lo attività produttive della città. su quello della campagna, la terra subisce un deprezza– mento di valore, che reciprocamente porh a una con– correnza tra i proprietari per intensificare la produzione terriera; ed è coordinatamente a que.ito processo di in– teusiflcazlone, che si ha. il passaggio dalla servitù della gleba alla condizione più temperata del villa.nato. i; questo uno dei capitoli migliori dell' Arias, che su– bordina a questa causa generale: il bisogno di intensi– ficazione, le cause parziali che della emancipazione dei . servi già diedero il D'Avenel, il Piccarolo, il Salvèmini. Essa, come già. la schiavitù, s'inizia come fenomeno sporadico, ludi diviene generale e solo da ultimo ò ra. vorito dalla legislazione che gli dà l'ultima espressione. Ed il grado di questa nuova libertà è a sua volta mi– surato dalla efficienza del sistema produttivo: ove, come in Jtalia, la borghesia non può assicurarsi un profitto se non riducendo il salario dei lavoratori urbani ai mi· nimi termini, anche la libertà del contadino è minima; ove, come nelle Fiandre, il guadagno è tale da consen– tire a salario e profitto di coesistere, anche la libertà dei contadini è più larga, o si verifica già il fenomeno dell'alta borghesia industriale e commercialo che move in guerra contro i proprietari di terre e vi si sostituisco. Ecl è questa stes~a ca.usa rondamentale cbe spiega l'evo– luzione verso rorme contrattuali sempre più libere e la formazione e diffusione <lolla piccola affittanza e poi delh~ piccolo. proprietà. l~d ò essa pure ·che, con la ne• cessità. dell'economia cittadina, spiega la sottomissione del Comuni rurali agli urbani ove quella è rorte, e ciò per l'invasione stessa del capitale cittadino nel contado, in proporzione allo sviluppo delle energie produttivo cittadine meclesimo.

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