Critica Sociale - Anno XVI - n. 23 - 1 dicembre 1906

366 CRITICA SOCIALE dini e agli operai la causa di una epidemia e i modi per ovviarla. Vorse la prima volta avrebbero riso 1 ma la seconda avrebbero pensato. ~ Quindi por ora la separa~ione tra lo duo funzioni me– diche è inutile e certamente prematura: e le innova– zioui in tal campo non hanno risultato di sorta. Non ho esposto che alcuni pensieri, e non ho la pre• tesa di avere sturtiato tutto il lato economico e sociale della questione dei medici. La conclusione di tutto ciò sta in poche parole: cho l'organamento attuale della classe medica è disastroso, che le rifurme che il Governo ha pensato nuÙa risolvono, e che, solo con una Jliù moderna, più nuova ed equa concezione del patto di lavoro del medico, è possibile addivenire ad una paci– fica risoluzione della lotta che a ragione i medici hanno iniziato. E. IlERTARELLl. FRA LIBRI E RIVISTE Con·enti idecilistiche. l'ra le correnti che confluiscono nel gran fiume del– l'idealismo critico contemporaneo, una aelle più signi - ficative è rappresentata dall'opera di E. Mach, lo S<'ien– ziato-fl!osofo tedesco, che ai suoi celebrati Saggi sulla Meccanìca e sulla Termodinamica ha aggiunto or non è molto uno studio d'indole più generica intolato Erkenntniss U1td Jn-tum (Conoscenza e errore). ln quest'ultimo suo lavoro, Il Mach, di fronte al– l'eterno problema delle relazioni tra il pensiero e la realtà. esteriore, assume decisamente l'atte~giamento di un p1·agmatista e ripete collo Schuppe: " il mondo del trascendente m'è chiuso. 11 Con prodigiosa erudizione scientifica e storica, egli analizza le infinite ricerche ed ipotesi fin qui fatte e formulate; ne investiga le diverse operazioni mentali e manuali, le paragona e lo classi– fica, senza lasciarsi influenzare, almeno in apparenza, ila alcuna idea preconcetta. Da ciò risulta la seguente tesi generale: che il pensiero scientifico più alto è della stessa natura del pensiero popolare, che il pensiero umano è analogo a quello degli animali, e che l'errore e la verità risultano dagli identici procedimenti intel– lettuali. Ogni essere vivente agisco per adattarsi al suo ambiente. Allorchè Fambiente è meno costante e meno semplice, esso esige processi d'adattamento più vari e più complo~si. La rappresentazione, la memoria e la previsione permettono adattamenti che il semplice atto riflesso non saprebbe produrre. La memoria e la pre– visione assicurano innanzitutto l'adattamento delle con– dizioni biologiche; il pensiero degli animali e anche quello popolare non sorpassano guari que1lto livello. La scienza, stimolata dalle necessità della vita, prènde il suo slancio definitivo quando una parte dell'umanità, liberata dalle cur~ degli interessi biologici, può alla fine prendere per mèta gli interessi del pensiero stesso; ma i SUoi procedimenti non sono per questo cambiati. Il )[ach fa degli ingeguosi raccostamenti tra la ma– niera. d'agire degli animali, dei fanciulli, dei selvaggi; tra l'attività la lliù pOJ)Olare, la più primitiva, la più istintiva, e le geniali ispirazioni d'un Newton. Vi ò una transizione insensibile da.ll 'adattamento di un animala inferiore al suo ambiente per mezzo di reazioni che sono J)uramente riflesse, fino a quell'adattamento dol pensiero ai ratti e del pensiero a se stesso che, nel suo grado pil1 elevato, COijtituisce la scienza. L'adattamento çlel pensiero ai tatti e del pensiero a se stesso è d'al– tronde relativo. Esso può essere assai imperfetto, e nondimeno sufficiente, purchè sia subordinatù ai fini biologici. È errore quando l'insuccesso delle reazioni cbe esso determina ne rivela l'insufficienza. •rutto ciò ò messo in rilievo grazie ad una straordi– naria abbondanza di esempi attinti nell'erudizione scìen• !iflca e storica la più estesa e la più sicura. 'futte le operazioni intellettuali e tutti i metodi scientifici sono successivamente studiati e rintracciati, in principio o in germe, nella tecnica dei più umìli mestieri, nelle astur.ie del cacciatore, nell'istinto dell'uomo primitivo e del– l'animale. Errore e verità sono adunque tutt'affatto relativi.·L'in· violabilità delle leggi di natura. non ha senso. Più di una. concezione falsa, cioè in oggi giudicata per tale, ha potuto essere, a suo tempo, se non vera, almeno pra– tica.monte sufficiento per le applicazioni che se ne fil.ce• vano. Le verità della scienza sono egualmente provvi– sorie. Come le credenze popolari risultano dai bisogni biologici di una società, così le Leggi naturali risultano da bisogni psicologici dell'uomo incivilito e colto, dal suo bisogno di chiarezza, di semplicità e d'economia. È un errore credere che esse esistano prima di essere state ricono<miute. Sono i nostri concetti che prescrivono delle leggi alla natura. Queste leggi non sono che dei limiti entro i quali noi circoscriviamo la nostra attesa dei fe– nomeni. L'esperienza non le verifica che in una maniera più o meno grossolana; è d'uopo precharle incessante– mente, reltiflcarle, completarle, per meglio adattarle ai fatti. Ogni legge pertanto, sempre rivedibile e suscetti• bile di mOlliflcazioni e di correzioni, è una regola pra– tica, uno strumento del pensiero che noi affiniamo e per– fezioniamo senza posa, come ogni altro utensile, per renderlo più utilizzabile. La fllosofL~del Mach, si avvicina di molto a quella del Bergson, del Mi lhaud, del Poincaré e dei contingen• listi francesi, per cui non esistono 18ggi generali e sjamo noi cho creinmo il fatto. Il Milhaud, ad es., contraria– mente al positivismo del Comte, che ama.\·a porre dei limiti allo sririto umano, crede che la scienza sia essen– r.ialmente aperta. Nulla. è determinato a priori, tutto è possibile. li razionalo non è una legislazione anteceden– temente scritta su qualsiai.i albo pretorio o implicita.– mente contenuta nella natura eterna dello spirito: è una soddisfazione data, mediante il nostro sforzo, a una ten– denza interiore 1 che non si lascia estinguere con una formula e che può essere snscettibile di soddisfazioni nuove e differenti. Senza avanzare qui nessun giudizio sull'essenza di cotesto i,dealismo moderno, che il Villa ha designato col nome di critico per distinguerlo da quello metafisico dei tempi andati, è certo che tra i suoi seguaci souo degli insigni scienziati e delle intelligenze di primissimo or– dine, come il W. James - il filosofo del will lo believe. È certo anche che lo studio di 0930 è un'ottima ginna– stica mentale che imprime una grande agilità alla nostra psiche, sempre propensa a.stagnare, a irrigidirsi, ad anchi• !osarsi in una qualche speoie di dogmatismo. Per esso ci famigliarizziamo con quel sereno critich,mo, che ò il presupposto necessario di queUa larga e pacata tolle• ranza, nel campo spoculativo, la quale faceva dire al Rénan di essere sempre un poco dell'opinione del proprio avversario. . .. Libe1•ism,o e 11olitica economica. e. tn. Non ostante le tena.ci negar.ioni di alcuni ortodossi 1 cui si fa attorno il deserto, ò indubitato che, nel cro– giuolo dei ratti e delle esperienze, i criteri e i principi del liberismo in materia di politica economica vanno subendo modificazioni tutt'altro che superficiali. Questi nuovi orientamenti sono tanto pili degni di essere se– gnalati, in quanto si verificano specialmente in quei paesi ove, sotto lo sferrarsi impet11oso della libera con– correnr.a, il capitalismo è giunto al suo acme e celebra quotidianamente i propri festini. Non si legge Rivista nmAricana di scienza sociali, la. quale non contenga scritti di autori favorevoli ad intensificare ognora più il controllo e l'azione dello Stato rispetto ai tntsts e ai Sindacati industriali. Il Bryan, il probabile successore di Roosevelt alla presidenza della repubblica. nord-americaua, dichiara.va or non è molto di essere deciso fautore del controllo del potere pubblico sulle coalizioni capitalistiche; anzi det– tava a questo riguardo un articolo sintomaticamente in– titolato: l11dividuaUsm versus socialism. In •1.1heCentury llluslrated Monthly Magazine del no– vembre 1906 è contenuto uao studio del di~tinto so– ciologo Giddings, che molti annoverano tra i campioni del più intransigente individualismo liberistico. Il Oid– diugs nello scritto esaminato ritiene che la moderna. società industriale è un quid molto complesso, ,,ve l'in– di\'iduo singolo 1 la personalità naturale, è stretta da.

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