Critica Sociale - Anno XIV - n. 24 - 16 dicembre 1904

CRITICA SOCIALE 375 organizzazioni operaie, riconosciuto l'integrale dil'itto di queste, egli ammette che i lrworatori abbiano il diritto di rifiutarsi a lavorare insieme con operai che non acconsentano di entrare a far parte dell'orga– nizzazione. Quale eresia, se lo facciamo attraversare l'Atlantico e la trasportiamo in rtalia ! Notc,·ole è la descrizione delle conseguenze dolo– rose e degli errori della civiltà. industrialo, che pullu– lano, come fiori ciel male, nel suolo americano delle grandi città e dei centri capitalistici. Rooserelt in– voca una legislazione riparatrice, appctto alla quale " ogni questione di tariffo o di finanza si perde in estrema ins:gnifìcazionc . 1 • B chiama " tremenda, e ,•italo ,., I1importanza di preparare condizioni che permettano alla missione dell'uomo di compiersi in ragionevoli e fa.vorevoli condizioni. Qui è l'inumana fatica delle 'genti, l'immenso dolore sociale, che hanno gridato oggi attraverso seicentomila. YOti,che grideranno un giorno prorompenti e vittoriosi per milioni di voci. 11 Presidente ha don1to chinarsi e raccoglierli . .È fa.tale. La massa produttrice dà. le sue ,·oci a tutto. Porta in sè le sue conquiste e erose.e con esse. rn fatto cli politica estera, l'imperialismo che ne traluce non è aggressivo, se si metta a raffronto con la inYocazione al giorno in cui " prevalga in tutto il mondo la pace della giustizia "' e con le ini– ziative per Parbitrato che il Gonwno americano ha avviato con parecchie nazioni, 11 popolo americano concepisce la lotta sul terreno economico, la guerra moderna della concorrenza in tutti i paesi del mondo. Ma nell'ebrietà della potenza conquistata non vede il pericolo della sua azione, e non sente il peso dei suoi armamenti, che moltiplica, se.nza posa, febbril– mente. 'l'anto meno s'accorge della contraddizione fra lo sue miserie interne, così suggestirnmente ricordato dal presidente, e i sogni di gloria e di dominio che rermentano nelle viscere del capitalismo. La contrad– dizione è an·ortita e può essere l'isolta solo dal proletariato. Roosevelt stesso si è avveduto degli incalcolabili danni sociali dello strapotere del capitalismo, pcrchè 1 di fronte alle coali1;ioni finanziario, ai trusts 1 11011 si mostra nel )Iessaggio così benevolo, come prima delle elezioni era fatto apparire. E 110 indica le esor– bitanze, gli effetti deleteri sulla compagine sociale, e accenna ai modi ùi eliminazione dei medesimi ogni qual volta si producano. 8 bi::1.statoquesto, che in fondo è molto, molto poco, perchè alcuni trusls, quelli ad esempio del rAme e delle carni, ne ricc,,essero una scossa fortissima; quello del rame, anzi, ha avuto un periodo di vera o completa délJ/icle. Nell'insieme, adunquc, i due fatti che abhhuno rapidamente esaminato offrono la visiono e il riflesso della presento situazione sociale delPAmerica del :Nord. E, se i socialisti non possono abbandonarsi a un incondizionato ottimismo, essi però possono trarne elementi di considerazioni obbiettive suffraganti la Yerità delle loro dottrine, nello sviluppo crescente della concentrazione capitalistica, neJl'ascenclero pro– gressivo del proletariato, e nella permeazione cli questo in tutto l'ambiento sociale e politico. ÙIOYAXXl )[l-:Rl,OXJ. La Critica Sociale e 1l 'l'em[w, per l'Itaìia: anno L. 18, semestre L. 10 - per l'Estero: anno L. 38 semestre L. 19. La Critica Sociale e l'A., 1 anti! costanope,· l'ltalia: mmo L.· 22, eemestre L. 11 - pe1· l'Estero: wrno L. 4-1, semestre L, 20,50. liE SCUOliE OEI.t liH \/ORO L, lNOillL'l'ElxlxA /)(1 f,omll'a, 1Ueemb1·e. Oli effetti del lungo monopolio naturale goduto dal~ l'Inghilterra nello sviluppo dell'indu'ìtria, rimaste incon– trastato por tutto o qua~i lo scorso secolo, cominciano a richiamare l'attenzione clella llite, che pensa e a pro– vocare i rimedì opportuni. 11 carattere di questi rimedi è determinato clalle deficienze che la crisi inclustriale rivela. [/Inghilterra ha goduto fin qui di una supremazia dovuta, innanzi tutto, alla forte educazione del carat– tere indi,·idualc, della volonH 1 dello spirito d'iniziath·a, attraverso a secoli di coltura agricola quasi indisturbata, perseguita per di più sotto la dbciplina cli una mora.le domestica di formazione differenth,sima e intrinseca– mente superiore alla continentale. Fu in Ellropa la na• zione meno turbata da guerre i non conobbe quasi medio evo o feudalismo; fu l'ultima ad abbracciare il cristianesimo, la prima a repudiarne le forme pil1 auto– cratiche, la meno mutilata dal celibato nelle sue energie migliori 1 la sola in cui tutti i fattori della Yita sociale abbiano avuto uuo sviluppo indipendente. 'J'utto ciò, per altro, aggiunto alla prosperità. che ne seguì, ebbe per conseguenze il ratto di un livello medio d'intellettualità bassissimo e l'abitudine a uno spreco economico enO!'mc. Accenno soltanto. A me è capitato di parlare con direttrici di scuole elementari che non capirono a colpo d'occhio l'importanza iuclustriale e com– merciale del taglio dell'istmo di Panama. L"n ingegnere italiano mi disse che gli ingegneri meccanici, specie acl– detti alla elettricità, fuorchè nel caso siano americani, sono d'una ignoranza colossale. Certo, noi rimaniamo ammirati innanzi a tante belle cose di qui; ma più lo si analizza e pili si trova che la grande ricchezza ha inabilitato gli luglesi a far cose buone e belle a buon mercato. t: certamente ,,ero che, a parità. di prezzo, molti arti– coli ing!e.iiisono migliori; ma è anche ,,ero che Uuona parte clel comfort inglese potrebbe os.iierc effettuato a miglior mercato. L"na delle nostre donne del po1>olo sarebbe capace di preparare con 10lire lo stesso pranzo che una dome.iitica inglese non saprebbe preparare a meno di IZ> o 20. Si può a priori asserire che solo gli sprechi nell'economia domestica pesano sulPinghilterra per cinque o sei miliardi all'anno. L'operaio inglese è nel mondo il meno a, ·ve1.zo al risparmio. L'americano IO è già. di più. Possiamo quinrli consiclerarc questa inca– pacifa a far cose che siano insieme belle e a buon mcr• c,tto come un grande fattore della presente inferiorità delle merci inglesi. L'inglese ha bisogno di imparare a far economia e la concorrenza glie lo insegnerà. Un'altra causa della crisi, cui occorro accennare prima di venire al nostro argomento, è questa. li rapido indu• strializzarsi del paese durante tutto lo scorso secolo ha fatto emigrare nelle colonie tutta la migliore popola– zione agricola. Ma ora le colonie sou piene i in Africa lo sfruttamento delle miniere del 'l'ran<Jwaalnon ha an– cora rigettato sulla terra l'emigrazione; e 1 mentre !'emi– grazioni della madre patria si è ridotta a poco pili di sette od ottomila persone, quelli che ritornano alla metropoli furon lo scorso anno 200.000. E bene spes'ìo il colono tedesco e francese, sebbene quest'ultimo in minor grado, furon duri ossi da rodere. Ciò che fa ancora la superiorità doll·inglese è l'ab– bondanza del capitale.

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