Critica Sociale - Anno XIV - n. 24 - 16 dicembre 1904

Critica Sociale RIVIST.11 QUINDICIN.IILE DEL SOCI.IILISMO Nel Regno: Anno L. 8 • Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L, 10 - Semestre L. 5,50. Lette,·e e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E, 23 Anno XIV - N. 24. Non si vende <t nu1neri se,,arati. Milano, 16 dicembre 1904. Saremo grati n chi ci invierà fin d'ora /'im– porlo della rinnovazione dell'abbo11ame11!0 e indirizzi di abbonati probabili. Prezzi e combinazioni d'abbona men/o in fine del fascicolo. SOMJVlAl~IO Attualità. A/lo (U co11ti-,zlo11t t. J)l'OJ)OIILllltlllO (J,,\ Clt!TICA 1'0CI\U:). La J)(JlHica dtgfi i1Utg11tmft (l'ror. R0D0l.l'0 )I0SD0U'0). um, etezUmt t !fil ,lltssagg/.-0 (Pro(. ÙIO\' ANSI )h!Rl,OSI). Studi sociologici. Le SC/10/t dtl /(ff(WQ ili lll{Jh'1ftl"r(I (Dott. ,\:;'Gl::1,0 C1n:~l'l), Ri(Ol"l/lismo t 1,MCk1/ls1110 bm·outitico (t. m.) Filosofia, letteratura e varietà. l'el m1()r() (IIUI() dL abbQl/(1/JltllfO, .FRO:>TBS!'l:i',10 t: INl>ICB Ot:Ll.'ANNATA. ATTO DI CONTRIZIONE E PROPOf\lilY!Ef\lTO Se fosse vero che "gli indomani delle orgie fanno i trappisti ,,'. molti de' nostri compagni dovrebbero oggi essere occupati a scavarsi e riscavarsi la fossa nel domestico orto, biascicando miserere e giacula• torie. Ignoriamo se essi veramente i,i occupino in questo allegro passatempo : certo, devono trovarsi affaccendati in qualche bisogna ben assorbente, dac- 11hè tutti i loro propositi della vigilia, culmi□anti nella minaccia di ostruzionismo, col quale clo,·evano spazzar via dalla Camera, al suo primo ripresentarsi, il .Ministero Giolitti, " indegno cli un paese civile,,, non solo furono ringuainati con tanta fretta 1 ma le YOCi- diremo così - rappresentative della parte piì1 clamorosa del socialismo italiano arrochirono d'un trntto, alla Camera e nei loro giornali, come fulminate da repentina infreddatura. La cosa parve tanto più singolare, e tanto piì1 imbaldanzì le schiere reazionarie, in quanto el'a pre• cisamcnte l'opposto che si dovevano attendere. Un atteggiamento temperato e benevolo è spiegabile nel partito del proletariato verso altri partiti e verso il Governo, quando quelli e questo gli riconoscono il diritto all'esistenza, sentono di abbisognare del suo aiuto contro gli elementi reazionari, e, per ottenerlo, gli agevolano (Jualche essenziale conquista e una proporzionata influenza sulle sorti della politica e della legislazione. :\la oggi 1 che visibilmente - dopo le elezioni indette contro il socialismo - un solo intento conco1·de anima veramente la sterminata nuova mag~ioranza, quollo di annichilire e di iso– lare nell'ultimo lembo dell'ultimo settore la parte socialista· e proletaria 1 e l'onda. dell'ostilità. - ,che flltra volta, nelle sedute tempestose, limitavasi a lan- ciare qualche innocua spruzzaglia dal Centro e dalla Destra semideserta - si estende, mescolata di scherno, per tutto il semicerchio dell'aula fino a lambire i no· stri gomiti; oggi, che la nostra influenia sul Governo è ridotta pressochè a zero, e lo sa chi abbia appena cacciato il naso per un istante nell'ambiente di J[on– tecitorio; era naturnle che coloro, che accusarono le nostre indulgenze come un tradimento alla causa proletaria quando esse significavano guarentigia della. lihcrtà e f}reparazione di conquiste popolari, levassero ben alta la voce, per riaffermare, nell'avversa fortuna, la fede inconcussa nei metodi da essi propugnati e nelle immancabili vittorie che quei metodi promet– tono al proletariato. Nessuno poteva supporre a priori, senza ingiuria verso di noi tutti, che le voci grosse in periodo di libertà divm1tasscro flchili e castrate al vago riapparire di una minaccia di reazione, e che un par– tito di lotta potesse assumere per simbolo il fraticello o il solclatiDo di sughero degli igrometri da bazar, che s'incappuccia o s'irlgaretta quando il tempo accenna a rannuvolarsi. Ma la vita è piena cli sorprese; e toccò, questa volta, al riformista Bissolati, esprimendo le note più vibrate dal generoso suo spirito, risollevare un po' il tono e le fortune della parte che si ,,anta di rap– presentare alla Camera il proletariato italiano. . • * La \'erità è che noi stiamo ora scontando le con• segucnze di un cumulo di errori, dei qunli lo scio– pero generale non fu che l'episodio ultimo e più a.pparisccnte. Fare dello sciopero generale - peggio ancora, fare del suo prolungarsi per un paio di gior• nate - il capro espiatorio o il gerente responsabile della situazione politica così radicalmente peggio– rnta, sarebbe miopia politica non ammissibile, se non fosse piuttosto meschino artifizio di difesa. Nè dello scoppiare dello sciopero - che nell'impeto di una generosa protesta poteva trovare la sua giustificazione e il naturale suo limite - nè del suo prolungarsi a vuoto, nè delPadulterazione anarchica cui anelò sog-getto, alcuno al mondo imputerebbe la parte so• cialista 1 o se ne farebbe pretesto contro di essa, se questa non avesse, per lungo tempo, in nome cli una unità formale che era divisione sostanziale e guerra intestina, annodato cogli organizzatori e cogli sfruttatori di quella avventura una solidarietà di ratto) che i mòniti e le proteste dei pochi non erano valsi a. distruggere agli occhi della folla, e che le postume e veramente poco eroiche 1rnlinoclic non basta\•ano certo a cancellare. l funamboli maggiori e minori del soci~\lismo ita– littno avevano così allegramente fatto comunella con quei signori; per ghermire il potere nel partito strinsero con essi una così incondizionata alleanza, li copersero così generosamente della loro lorica; con essi s'erano asserragliati così bene in quante po– terono Ctimere di h1voro, precludendone l'accesso a chiunque accennasse a. portarvi il controllo dell'in– telligenza e il vigilo senso della responsabilità e della misura.; nell'assidua dimestichezza ne avevano

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