Critica Sociale - Anno XIV - n. 24 - 16 dicembre 1904

374 CRITICA SOCIALE Per un'nnalisi completa ò ncce-i-iario accennare anche ai Yoti che il candidato repubblicano guadagnò prc!s0 gli irlnndc~i, cioè il J>nrtito cattolico romano: circostanza che dcn• in purtc attribuirsi al tralla• mento libcrnlbsimo fatto ni frati delle l"'ilippine quando furono espropriati, o all'atteggiamento di rispottosn considcmzionc dimostrnto allora dal!'.\ m– rninistrnzion<' Hooscrelt Y('r~o il Vaticano. Questione di buoni nffuri da una parte o dall'altra! ll y a toujourtr dt.~ w·rom<xlemrnf.~ aree le."ì rie11.r, in Ame– rica, come .... in Italia, in monarchia come in re- 1rnhhlica. )fa il fattore decish·o n fu,·orc del Rooserelt C senza duhbio l'np1>og~io datog-li <lai frustsi la cui potcnzu. economica è l'rtOrmcmcntc prcralentc nel .Nord .America, o che hnuno messo mezzi colossali a dis))osiziono della cnndidnluru repubblicana. 1,e sorti di questa rurono decise il g-iorno che i fr11sts la fe– cero propria. So le clczio11i fossero avvenuto poco dopo l'iniziativfl di aperta ostilità che Roosevelt fece prendere al suo Governo contro il tru.~t ferroviario dello " .\'orlhfrn Serunlie8 ,.,, è più che probabile che In coalizione dei ~raneli interessi finanziari avrebbe strc-nuamente lavorato, e contrihuito generosamente, nll1eleziono di Pnrker. )la, poichè in sostanza quel ,,.,,.~, non ebbe so,•eichi fastidi (le elezioni si avvi– cinavano a passi rapidi), e Roosevelt evitò poscia. ogni attacco diretto, il mercato finanziario ne perdonò e dimenticò i poco lieti trascorsi, confidando che un uomo " di così splendido buon senso ,, non mette– rebbe piit a repentaglio la prosperità del paese sol– tanto per dimostrare di essere un fiero antagonista dei lrusls. Altro fattore, pure im1>orhllltililsimo, della vittoria fu l'essere il Roosevelt l'esponente cli quelJa ten– denza verso l'effettuazione di una missione mondiale, che è stata una delle manifestazioni più caratteri– stiche del sentimento americano in questi ultimi anni, cioò l1Tm1>erialismo; o l1et1scre, per contro, la parto pii, precisa e definita della politica del Parkor l'opposizione ali' " .lmperiulismo ,, stesso. Co~l coi 1>artigiani del Pre8identc hanno gridato vittoria, in America cd in l•:uropa, tutti gli adoratori cloll'1'~11ergia,della. Conquisti, C' del Dominio (a lettere maiuscolo), ravvisando in quellu la conferma, spasmo dicamentc attesa, della filosofi il delirante deir l'eber- 111ensrh. Oià i condottieri, i re delle grandi imprese finanziarie, industriali, commerciali del Xord-à\merica r11ppresentano ai loro occhi il µrototiJ>O di quell"uomo superiore all1uomo, nel cui spirito è il segreto, la molla dei destini del J>overo sottostante gregge umano. 'l'eoria assurda nella follia dt•I suo concepimento del– l'uomo crctltoro della mc-ntaliti\ e clella volontà altrui; ma vecchi1l nella sua verit1\ dell"uomo 1 piccolo o g-rnnde o genio, creato dalle energie sociali ciel suo tem1>0, o dalle tendenze che ne scaturiscono SJ)into incoercibilmente nelle vie dell'1tzione e dell'an·enire. Ora il Roose,•eJt, come il Rockfeller, il .Yorgan e gli nitri maggiori occupano lu scena così circondati dalla coreografia della immane potenza finanziaria la qunle è sotto il loro controllo, che agli occhi ab– hagliati dei giovani e frementi indi\'idualisti non è possibile affissarsi altrove che nell'uomo che sta piiL innanzi o pili alto di tutti ~li uomini e di tutte le cose. In questo modo si ,•ode, ma non si penetra lo spettacolo. .I.Ja1>otcnza di quelle cime di uomini, e la ten– denza nll'imperialismo, non sono frutti della J)ianta individuo, bensì il prodotto di una data organizza– zione sociale. E si riproducono fatalmente in ogni punto della terra dov(• si maturino le medesime de– terminato condizioni. li popolo americano, che ha trovato in quella sua nuova patria miniere inesau– ribili di risorse, che ha creato o crea continuamente ricchezze esuberanti, tendo fatalmente ad allargare il enmpo di applicazione di questa ricchezza e di shocco dC'lla sua produz.ione: e il MIO imperialismo non ha che questo fondo pro:-iairo e tutto materiale. ,~:11imperialismo del dollaro, r gli uomini che lo rap 1>rt•8entano è necei:isnrio e suflll'irnte che siano fog– ginti nella mnteria grc-zz.a di qt1<'8terealtà economil'h('. l'ossouo bene dispensarsi dall'essere dei geni o dei supt•ruomini. l,'incnlzare dell'industrialbmo ,-erso forme pili per– fette e pÌll feconde di J>rocluziono non è determinato dalla spinta indi\ iduulc dell"uomo, non è ropera della volontà di un ~ingoio, p<'r grande ch·ei J>ossa f'S:,ere, ma l· un tutfuno con ltt società stessa natu d111l'industrilllismo, con le sut~ esigC'nze, coi suoi hi sogni, con la serio di impulsi 1mccessivi sorti 1wl suo seno. Dc-I pari lll conccntrQzione di tutte o <1uHsi le grnndi industrie- dolln modeHima specie in un or– ganismo finrtnzial'io unico, nei frusts, non è il portalo dc-Ila genialità individua.I<', ma. la conseguenza lo– gica, o,•vi11, irresistibile della necessità capitalistica di eliminare le conseguenze negative e rovinose della roncorrenza. Non sono i 1lorgnn e i Rockfellor che d1ìnno il nome n questi granJiosi fenomeni della evoluzione economica: ma da edsi lo ricevono. !-iolo il nostro inveterato antropomorfismo può infondere tanto inutile flato alle trombe individualiste, e far scambiare gli effetti per le cause, le manifestazioni esteriori con In sostanza viva e vera dei fatti. E poi costoro non s'a\"\"Odono del precipizio a cui conducono i loro idoli. Perchè, non comprendendo la funzione e il posto che questi compiono e occupano nei rapporti sociali, non hanno piit occhi per discer– nere la società che sta dietro nel essi, e le funzioni e le posizioni degli altri clementi che la costitui– scono. _\.doratori dell"energia e della conquista, non vedono l'energia e la conqui::-ta della classe lavora– trice, che tanto piil ingagliltrdisce quanto 1>iÌl l'e voluzione capitalistica svolge tutt1\ la sua possanza, qunnto piì1 no sgorgano lo linfe delle chimeriche for– tune individuali. ~on av,•erlono lo stato di proYvi– sorioti't. di codesta presa di ])ossesso dei re, o degli imperatol'i, o magari dei hl'ignnti della ricchezza so– ciale, o che esso è spiegabile solo col fatto che l'e– voluzione non procedo parnlleh, e simultanea H ugual– mente intensa lungo tutte le vie della procluttivitì1 umana, e- che ciò è runica cagione della scarsa coe– sione o clell'attardamenlo e dell'incapacità athrnh' del prolehtriato, corn,iderato come unico blocco di interessi consimili. L·errore degli indi\'idualisti ha, per tal modo, la sua condanna appropriata; chi• e:-isi t'!Oncondannati, a \'Olta a volta, a Yeder sorg-ere il loro dio e insieme il imo annientatore. In .America il futuro annientatore è gHl adulto: cht poche migliaill il candidato del proleforiato ::,;o– cittlista ò Mlito in bre, i unni a seicentomila voti! Se l'energfa informe della societ:'l capitalistica ~i trasfonde o si dispiej?a in opero potenti e crea l,!fa uomini n11>preseutativi di grande valore, quanto più vigoro-:a e fiorente saril la produzione di co:se e di uomini che l'im1>eto concorde di milioni di e,-seri redenti e affratellali e,11>rint1•rttdal proprio seno't .Non ne abbiamo giit re,iempio nelle istituzioni cui il proletariato st, dur , iht forle e duratura fin da ora, e negali uomini suoi mi~liori, alcuni dei quali potrchbero destare ammirnzione nncho all1indl\•idua– listn piìt esigente 't • .. M1t veninmo al .Mc-ssn~gio. Il quale, guardate un po' se abbiamo torto, comincia 1>roprio con l"inchi– narsi ulla potenza del lavoro, occupandosi, J)rima. che di ogni altra cosa, delle relazioni fr:t capitale e lavoro. Questo )lessaggio è una specie di progrt1mma 1>re– sidenziolc, che il Roosevelt rl\•olse al Congresso ame– ricano il G del corrente dicembre. A prOJ>Ositodelle

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