Critica Sociale - Anno XIV - n. 24 - 16 dicembre 1904

372 CRJ1'10A SOCIALE vata altra via 1 che esercitare una pressione sui pubblici poteri, per indirizzarne l'azione in guisa più rispondente allo necessit,\ loro e della scuola. E lunga serie di fatti aveva provato che simile pre~:-.ione non potevano e:-i<:i riJ)romotlersi dai partili con:-iervatori; o il ragionamento o l'esperienza tendevano a dimostrnro che il migliora– mento delle condizioni della scuola, indissolubilmente connesso coi principi di libertà, con la complessiva ri– genera1.ione del paese, o con Jli ucromento di tutte le sue funzioni produttrici o civili, non poteva essere at– teso so non da quei partiti, che nei loro programmi nve..:<o1ero fissato tali punti come ca,,i:-aldi. Ropra tutto, poi, sa1>evano gl'insegnanli che un fine colloltivo non si conquista se non con l'unione e l'orga– nizzar.ione delle forze, e che ropera efficace delle con– federazioni professionali non può e:,iplicarsi se non in regime di libertà: per queslo lo :,ite.-.sofatto della loro alòlSOCiazione di classe avevn un valore politico eminen– temente democratico. :\la c'era chi, pur convenendo in lutto ciò, sosteneva che non ne consegui~!:>erodi nece~sità un atteggiamento e un'azione anticonservalrice i che anebbero potuto gli stes~i con-.en•alori considerare benevolmente e magari niutnre lo ri\•endicazioni della clae-.e organizzata. La smentita •~queste ingenue a'!pettazioni doveva venire, nncora una volta 1 dal Co,·i·iere dt.!lla Sera (1). Lnmentaudo le 1wetese (sic) dei maestri, degl'impio• gati postu..li-telegrafici e degl'insegnanti secondari, esso diceva p5 ottobre): 11 Per la via delle conce~sioni non v·è speranza di 11 ricondurre l'ordine e la disciplina .... Non vi è una 11 leggo sullo stato giuridico rlogli impiegati che ne re– ., goli i diritti e i doveri. Pertanto ,~ da islllufre un 11 ~,.~tema dt d1fesa 1 e non può e'.'-~Craltra la so:-.tanza "del programma ministeriale nella congiuntura pre– .. sfnte .... Il Gocerno non lw i mt!.; ;1 pei· res1stei·e, non " ha /01•:,;<i JJe>· contenere e ,·e11rimere. 11 Alle p,·etese degl'imegnanli, non c 1 i, dunque, secondo il portavoce dei conservatori 1 nltm eflìcace risposta cho una legge cli repre!lsiono i o coloro stessi, che oggi han costituito una associazione apolitica, non potran lusin– garsi di sfuggire al ,çistema di difesa conl'lervatrice, per poco cho si arrischino a riallacciare anehe timidamente qualche 1wete.~a di miglioramento. La legge sullo stato giuriclico, invocata dagli in!-eg11anti a tutela della loro dignit.\ contro ogni sopru'-O od arbitrio, diventa le~ge di polizia j le organizzazioni create a conquista di di– ritti minacciano ct·e!':Sel'dit'lCiolte o paralizzate. ... La necessità tattica di appogginrsi ai partiti radical– mente democrntici e liberali veniva dunque confermala da quei medesimi che avrebbero avuto ogni interesse a smentirla: segno evidente cho l'organismo ste~so del loro programma non consentiva atteggiamento diverso, neppure in vista <.li opportunità del momento. E qui veniva il punto centralo della disputa. Noi, dicevano i conserrntori 1 siamo uomini e cittadini prima d'avere un interesse parlicolaro alla clas-.e degli inse– gnanti da difendere; noi non possiamo :-iacrificare i no– stri convincimenti politici nd uu utilo materiale i noi daremo anzi l'opera nostra. a far ravvedere i partiti conservatori, in modo che l'insegoumeuto dei fatti e la 11) Atl onon• della slnC'erltà o <lella t'Ol"r(ln~a ,·a notato <'hC'1mC'hl' l'ou. So1111lrn.i, net suo dl~cor,10 rlt•ttorah• ti! s. ('a~ctano, chlC'dt·va, come Il Cu,·,·1t,·t dtllu. Stra, le~gl rc~trllthC' t·ontro lo ;;Jlh·ito d! ,.,. Cllttu C'Il 111orlli110 dUx,tHto dl ,.1,,,,11df (\('gll lni;egmmU e degli altrl tm1,h'ga11. nececi~ità tattica, scaturenti oggi dalle contingenze del momento attuale, non esistano pili nell'avvenire. lnvano i democratici si stu<liarono di dimostrare come il programma conservatore, per la sua stessa essenza, non fosse capace di simile trasformazione i pur quando non trovavano nulla da obbiettnro, i conservatori non volevano considerare nella questione dibattuta se non una utilità. materiale di classe, cui non avrebbero mai consentito il sacrificio delle proprie convinzioni politiche. l I problema deve dunquo porsi in termini alquanto diversi 1 da quelli che sin qui abbiamo considerato; non ricorcare più insegnamenti di fatti o necessità tattiche, ma necessità razionali, e ,limostrare come ratteggia– mento politico odierno corrisponda ad un principio idealo cui nessun insegnante può e deve sottrarsi. La. domanda che bisogna affrontare ò questa.: Quale, fra le diver80 concezioni politiche, affermatesi in questo di– battito (la negativa, la conservatrice e la democratica), è incompatibile o contraddittoria. con la fllnzione di in',legnante, e quale ne rappresenta la naturale inle– grnzione: quale pnò recarle abhM..,amento e degrada– zione, e quale conferirle tutta. la sua pienezza e nobiltt\? ... La scuola modP.rna, inlesa quale funzione di Si.alo o pubblico servi do, ò figlia. de11a rivoluzione francese. La disputa, di cui il secolo XV!fl era stato spettatoro, fra il La Chalolais, contrario, e il Holland, il Condor• ret, il •rurgot, il Mirabea.u o il 'l'alleyrand, favorevoli all'estensione dell'istruzione a tutlo il popolo 1 non po• teva da quel grande mo,•imento sociale estier risolta. che nel secondo senso. Era con,;eguenza di un principio di utilità pubblica e, sopra tutto, di quel principio cl'u• guaglianza, che la Dichiara:.io11e dei dii·itti del 1789 af• for111avanel suo primo articolo: "Les hommec; naissent " et demeurent libres et égaux en droits -· Se la prima redazione di questa Dichim·azlone clei dil·itti si limita a proclama.re il principio generalo, la. forma nuova da• tale nel 1793 dalla Convenzione, svolgendone le coniie– guenze logiche, fa una menzione speciale del <liritto all 1 i~truzione: u Art. S: r1 1 ou~ les hommes sont Cga.ux 11 par la nature et devant la. loi. - Art. 2-2: L'instrn• 11 clion est lo besoins de ton,;. La société doit favorh•er "de tout son pùuvoir les progrès de la raison publique, u et meltre Pin<.lruction à la portée de tou,; les ciloyens 11 • Da questi principi è derivata l'istituzione dell'islru– z1oue elementare obbligaloria (imperativa e (01•:;ala, diceva la. Convenzione) per tutti e cle!Fistruzioue se– condaria. e superiore aperta a tutti, intese come pub-, blici serviz!, esercitate dallo Stato come pubbliche fon• zioni a pnbbliche speso, in tutte le nazioni mo<lorne. ldea.lmenle e legalmente dunque la. ~cuoia di qualsiasi grado e l'opera di ogni pubblico insegnante dev'essere a comune vantaggio, non di pochi individui o d'una classe pri,•ilegiata, ma di tutti i cittadini e di tulle le classi, di cui deve promuovere l'elevamento intellettuale o morale. f; del resto ciò nella natura. ~teS:la dell'istruzione, che è mi~sione altamente umanitaria ed universale 1 e elevo <lirigor~i senza. preferenze a tutti quanti; tJ nello aspi– razioni degli imrngnanti, cho abbiano coscienza delPi– dcalità della loro funzione, e vogliano esercitarla nell11 sua intiern portata civile. Ma la realtà dimostra che i principi ideali e le aspi– razioni umanitarie trovnno O:-llacoli in:-iormonlabili nel disagio economico dal quale ~ono anlitte le clnssi la• voratrici e, spe..,...:O 1 anche la piccola borgho~ia; per oui le prime,, come dimostrano le desolanti statistiche del-

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