Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

S24 CRITICA SOCIALE Chi siamo e che vogliamo? A questa domanda, che ci è posta in forma categorica, nou si ri~ponde pili e non si sfugg-e con l'ibis re<libi.-; dell'autonomia nell'unità e del rirormismo rivoluzionario e viceversa. Ci bisog1rn la fiducia clel publJlico; e però bisogna parlare sinceri e fare conformemente. Noi ,•oglinmo proscguirn quel me– todo che migliora le condizioni del proletariato a grado a grado 1 riforma su riforma; e senza relegare negli ar– chivf della storia i modi dell'insurrezione o della rho luzione, ai quali appartengono anche lo sciopero poli– tico e l'ostruzione parlamentare, dobbiamo per:,uaderc noi e gli altri che non rientrano nel metodo nostro e ~he saranno ripresi da 11oi solo nel caso che dalle classi dirigenti si faccia. ricor.so a mezzi ri\'Oluzio11nri 1 qua.le s,ucbbc la limitar.ione delle libcrfa pubbliche tentatil dai Hudinì e dai Pclloux. li'uori di questi esempi, giam– mai. f: pazzo o briaco cbi crede o dice che lo sciopero generale possa di\·enire mezzo normale di combattimento e che l'ostruzione parlamentare debba. spiegarsi non soltanto per respingere un a:,salto della reazione, sì anche per ottenere riforme tributarie od operaie. Questi, che sono mezzi eccer.iona.li. non dipendono da. noi per– chè non si riferiscono a.I nostro metodo; ma dai me ·1.zi eccer.ionali usati da\ln. borghesia. contro il proletariato. Tira.te \'Oi per i primi, o signori borghesi! So \'Oi ter– rete l'arma al piede, e noi pure. Questa certezr.a deve entrare nel cenello della gente. E perchè sin. così, bisogna che l'amore per In. logica prenda il posto dell1amore per l'unità. Tanto più nel caso nostro, che l'unità si risoh•e nel dualismo del me– todo. Non si dC\'e s\'olazzare qua. o là: $i consuma tempo e si fa poca. strada. Sappiano lo farfalle del riformismo che la politica. socia.lista non è un giuoco birichino: è una cosa seria, come la vita del proletariato. GARY.IA C,\S!.01,A. AI FE~~I CO~TI? L·insidia che si prepara Il precipitare della pseudo-rivoluzione ha trasci– nato il precipitare della reazione autentica. La bor– ghesia miscredente, anticlericale, ha chiamato il prete, tosto che l'ossessione della borsa periclitantc l'ha fatta entrare in istato agonico, dinanzi ai fatui fantasmi rivoluzionari. Nuova riprova, nel campo sociale, della legge fisica: essere l'azione uguale e contraria alla reazione. Audacia scen·cllata e irreale, e terrore incongruo e ugualmente irreale, sono stati i massimi fattori di queste elezioni politiche. Le posizioni furono sforzate da una parte e dall'altra. n blocco della borghesia, anticlericale e unitaria, e del clericalismo, avverso all'unità plebiscitaria e rappresentante le tlernier mot della rea'l.ione in tutti i campi, rnvprcscntn, o do– vrebbe rappresentare, nelle spe~iali condizioni clelhl politica italiana di fronte al Vaticano, il ripat·o estremo cli chi sente ogni cosa pcrdutil, e ogni sforzo, ogni alleanza, anche ht piì:1ripugnante e in– naturale, necesMri e provvidi contro al nemico, al solo, all'unico nemico, il socialismo. Ora ciò non è. Siamo ancora lontani dnlla maturità critica delle grandi risoluzioni, o politiche, od economiche. Lo hanno ammesso, nel periodo clettorale 1 gli stessi teorici autorizzati del movimento socialista cosidetto rivoluzionario. Alleandosi, ora, Hilc forze clericali e vaticanesche intransigenti, e ad esse asservendosi, la borghesia italiana ha pertauto rinnegato le sue ori- g-ini, le sue tra.dizioni, la, ragione stessa ~lolla sua modernità avvenire, e, piu che tutto, ha n,·elato la sua incnpacitù. attuale ad orientarsi verso forme pro· gressive cli pensiero, di organizzazione e di azione sociale. Che cosa può attendere 11ctalia, assetata di riforme, bisognosa di stimoli e di ausilii rinnovatori, anelante ad uscire dal letto di spine su cui ò ada· giata, da questa borghesia inclericalita,_ ~atalme1~te diffidente e rotri \·a, ignorante e superstiziosa, od1a– trice di ogni manifestazione dello spirito liberale, laico e scientifico, e organicamente incompatibile con esso? La borghesia italiana ha indietreggiato a preci– pizio al primo clamore alto di YOCi chiedenti il ri– spetto delle vite dei lavoratori nel campo della lotta col capitalo, chiedenti allo Stato che uscisse dal guscio d'ostrica dei suoi parassitismi por pensare un po' al bene di tutti. A noi non resta, perciò, che riprendere il nostro posto di combattimento sul medesimo terreno sul quale fummo battuti. Le vittorie passate, e più i oostri dissensi e il dispregio versato a profusione sulle conquisto della scheda, avevano affievolito un po' in tutti il senso di vigilanza, di difesa, cli presidio e di rafforza• mento di quest'arme, destinata a essere il segno di una potenza grande o irresistibile, e potenza essa stessa, nelle mani del proletariato vittorioso. Le do– lorose perdite sofferte in questa lotta, il cancan 0he su di esse fa la coalizione avversaria, le \iyragazioni che si meditano a danno dei lavoratori devono ri– svegliare potentemente in questo medesimo scor– cio d'anno, che ci lascia ancora un buon mese di tempo por l'intensificazione dell'ordinario lavoro di iscrizione elettorale, tutte le nostre energie per pre– parare nuovi battag-lioni elettorali allo lotte future. Il partito socialista ha grandi riserve nella massa lavoratrice già acquisita alle nostro idee, o sa i mi– racoli che negli anni classici della propaganda e dell'agitazione furono compiuti contro lo stesso anal– fabetismo proletario. Siffatto lavoro, alquanto tra– scurato, deve essere ripreso con lena e con fede; chè es::io non è soltanto preparazione elettorale, ma propaganda, educazione, innalzamento, coscienza ci· vica e sociale ridesta e rinvigorita, creazione ciel cittadino dal servo e dal bruto, capacità e allena– mento alPesercizio del potere sociale. Dopo le elezioni, all'indomani dei ballottaggi, un altro fatto è ,•enuto a dare la dimostrazione palmare e intuitiva dell'importanza politica e sociale del voto. Questa dimostrazione è stata data dal Governo stesso, il quale, per mezzo del suo massimo organo ufficioso, fa sapere che proporrà alla nuova Camera lo scru– tinio di lista a larghissima hase, forse regionale. Lo scrutinio di lista a larghissima base è il tentativo ultimo per schiacciare il partito socialista nel campo parlamentare. Ah, ò questo che ,,uolc l'on. Giolitti? E allora chi pii, accanito e più tristo rivoluzionario di lui? Chiusi gli sbocchi legali, In fiumana prole– taria si creerà necessariamente nuove uscite, nuove vie, o supererà. comunque le dighe artificiali, poichò è semplicemente stupido o pazzesco il pensare che possa fermarsi, a un momento di crescita così su• perba pur nelle disfatte cl'oiche e più vittoriose delle ibride vittorie, dinanzi ili poveri artificiosi di– segni architettati dalla sapienza governativa. Con lo scrutinio di lista per regione le nostrc forze si troverebbero facilmente sopraffatte, tranne in qualche rara provincia, dalle forze della. reazione c!P.rico-conservatrice. La geografia politica cl'ltalia insegna. Al che dobbiamo opporci non solo in nomo dell'interesse delle classi lavoratrici, ma in nomo della civiltà stessa; giacchò, spogliati della forza politica faticosamente conquistata, i lavoratori,sta.nchi e sfiduciati, andrebbero indubbiamente per altri sen-

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