Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

CRITICA SOCIAl,F. <',dcohttori di rania.:iie e i giocatori d1 bu-..:iolotti. E t'e n'ò d'avnn1.o per intendere che il metodo ri\'0lu1.ionario, dO\C si è Jlresentato pili nudo f'On le sue vergogne, non confuso con le forze di tutto il .:iocinlismo e non J>ara'-• :.ili\ ciel credito che gode tutt:wia tra le genti la parte rirormiilta, ò stato condannato <'Ongesto \'iolcnto di re• pulsione. In un certo senso pen\ noi rif,,rrni"iti -,iamo i \Cri \ inti. poichè, nono.:itante le no"tre for1.e elettorali ..iano superiori di molto a quelle rivoluzionarie, siamo schiavi della prepotenza dei pochi. I·, unn mortifkazione. :Xoi ci siamo legati alla roYina altrui. col ..eguire un metodo che non ~ il nostro. ;\clii\ pa- .sa.ta legi.slatura, ci lnsci1unmo andare alla politica rivoluzionaria del non far niente, per la. qua.le le rirorme non sono studiate e proposte dai rappresen– tanti del proletariato. ma vengono distribuite dal Oo– \'erno \((Unndo'~ dove:- nei pae'ìi della luno.:-) sotto la pressione a n1oto del rh•oluzionarismo pneumatico. Per amol' dell'unità, -.opportammo l'onere cli tntti gli sbagli altrui o c'imbarcammo nello -;cio1>erogenerale, per \'C– elerei poi costretti alle elezioni iu un periodo propizio -.olamente ai preti. Per amor del\1unità 1 ci dovemmo acconciilre alla divisione dcli J>artili affini. L'intransigenza rivoluzionaria trionfò anche di 11oi. ,\ questo proposito, facemmo di pe~gio; poichè, seguendo li metodo rivoluzionario nuche nelle minuzie, scaricammo 1111 sacco d'ingiurie sui radicali che si staccarono da noi. Il torto ru nostro. I radicali (parlo dei buoni, non di quelli che colsero ,•olentieri il pretesto per ~ettarsi nelle lunghe braccia elettorali del liiolitti) ci atte ..ero aucbe troppo; a,·cn·ano l'aria di chiederci: o voi, che a J>arole volete formare una. democrazia di oo,·eruo, quando lasciate il manicomio per fare un po 1 di strada in nostra compagnia~ 1-: noi, J)er amor dell'unità, che naturalmente è cor• . dialitù, duri, come se non dicessero a noi. I radicali, :-ipnzientiti, so n'andarono; e di corto, prima di rimet– tersi con noi, ci terranno a lungo, in o-;sorvazione, nel 1:uznretto del nostro isolamento. Riprendiamo la 1•orona degli -.propo~iti rivoluzionari e delle debolezze nostre. dflliamo l'ultimo grnno. Xoi oggi slamo anche pili schiavi della petulanza rivoluzio– naria. 'l'ornati ai tempi della piccola reazione 1 dobbiamo rinunziare intanto al desiderio di un Oovcrno democra– tico e al proposito di una J>Olitica 1-irormatrice, per ri– prendere la vecchia tattica di OJ)posi.done cieca, nella c1ualo i partiti della democrazin, si ritrovano insieme 1 ma. 11011distinti; e pur noi socialb.U dobbiamo trascu– rare la nostn1. particolare lotta di clas:,1• 1 ossia il nostro utlicio specifico, per la prote-.ta generale e popolare.~ca. \'on farciamoci ingannare dalle apparenze. L'unione dei partiti democratici, rifatta J>rcciJ)ito."ia– mcnte nella 1!'Cttimana di ,101or<"dei ballottaggi, non ì• quella desiderata da noi per 'iO~pingere i radicali al Uo– \Crno o por l'On-.eguire lo riformo. j.; 111. \'ecchia unione cho confondo e 11011 dislin,:ue, nccc.:i.,aria in date occa– sioni <"JHtrticolannente cara ai rivoluzionart; i quali, i11fatti, p1·c1·cdcndocii ora l'hanno ,·ompiutn- 1 "J>illl,:'Cnclosi di ill dallo trincee popolari o fa.cencio una punta 1 come nel ~econdo 1·011egio cli Roma, tra i "' monarchici plebi– -;citari n· E s·inteude rhc poi i ri\'Olu1.ionarì, quando fanuo dell 1 i11transigenza 1 soste111,lano<'he le alleanze can• cellauo la lotta di cJa.,~e ~ociali-ita. (òiudicano noi da!Popern 1>ropria; ci pa:-i:iauo la \Oste di ,\rlecchiho. Invece, soltanto l'unione per le riformo mantiene alla parte socinli.,ti:, la ~un fhdonomia proletaria e l:1.:,ua lotta. di classe; percht' le riforme, intese R!I au– mentare il diritto operaio 1 danno modo a noi di pro– -;entarle in quell'aspetto onde la no'ltra politica diffe– risce da quella c1·ogni altra parte, anche democratica. )la quelita alleanzai che non toreava la purezza della no'!tra lotta cli classe, iu rigettata dai rivoluzionari come non socialista; mentre ò accolta bene da loro quell'al– leanza per la libertìl che noi accettiamo solamente per una necc-;sitil tra11sitoria. ma che non ci è gradita per <•hè attenua. quando non cancella, la nostra lotta di cla~,;C, chf' i..· il :iolo prin<'illiO o il 'ìOlo metodo rh·olu- 1;ionario. (.lii è che i rivoluzionari 1.piarda110 alle forme 1>iÌ1 inu– tili e non alle co-.e: dnre del hri~antc a un miui ..tro o dir ladro a u11 borghese, è ntto di buon rivoluzionario; mutare, con una riformctt11, lo relazioni di sfruttameato che corrono tra padrone (' operaio. ò esercitazione di riformi-;mo adclome-;ticnto. ('osì in Arcadia. I falti si sono pre~i In. br·ign di darci ragione e ,11 1,meutire i frati zoccolanti 1lell'unitìl Xoi, pochi l' ri– gunrdnti dalle donnicciuole dl'I socialbmo quante cc li{' ~0110tra i no-.tri uomini!) per ucntc nutrita di odi i per– sonali piì1 che gelosa dell'interesse di parte, dicevamo che la compagnia. dei ri\•oluzionari ci 1>orta danno; che i ri\'Oluziont\ri, anche 1'0 : .padroneggia.no nei C'irco• letti, :sono pochi in mezzo alht moltitucline popolat'c o poco :stimati: che rnccolgouo la fiducia e i voti di i;Ò medesimi .,oltanto: che, al contrario, i riformisti 1 cioè i ~ociali~ti e 11011gli 1.tnarchil'i, ha.uno .'l1~guitoe :itima nel pae~e; che, uniti con quei,rlì altri, ne di\'idono le t\nlt– patie e le tli-.grazie; che 11011 i• po~.,,hìle lo wolgimento del metodo nostro, quando si sta insieme con le male galle. J,"c-.pcrimento no-,tro. tutto nos1ro 1 ..,i è fatto 111 un luogo solo, n, )lilauo. Xci resto della. penisola 1 le huou<• mMsnie del rirormismo l•anno apparecchiato la tavola anche poi rivoluzionari: per digiunare. L'esperimento 11011poteva essere pili limpido: i ri\'Oluzionari milane-ii. che si ,1a11110 il ,•anto ,li essere i Jlil1, :sono quattro noci in un sacco; i riformisti 1 che l.t Dirc1.ione del partito racrii, come minoranza indi~ciplinata, hanno il co1i..e11 t11nento delle clas-.i operaie. Il grande 11mnero di ,,oti conferito a FiliJ>PO Turati Rigniflca adesione larga e piena a un metodo, a una tendenza 1 alla sincerit:ì. \'e– detc la differenza tra il ('olle.uio del Turati e quello del l'ahrini. quale si chiarisce raffrontando i \'Oti del giug-no 11100e tirando le proporzioni. 11 socia.lhrn10 noi {'ollC'gio di Turati non ò indietreg-g-iato, e !:-i è- inttnc– rhito 11elCollegio di ('a.brini. ltifonnisti il 'l'urnti e il t'nbrini: ma cli temµra lli\Cl',-a: quegli con l'odio per reriuirnco, que.,ti eon l'amore del l'unltìl. \I pruno h,t giovalo la divi-.ione dai ri\'Olu1.io- 11ari: al iCt·onclo ha nociut,1 l'a1>1>og~io di que,;ti. l'er un ri\·oluzionario di rui tollerato la ('Ompagnia. per1lt>t<"' die1•i gal!rntuomini. Anche per le 1011de11ze (l'i1e -.ono tal\'Olta questioni di danaro ,nlo In le/!ge dC'I l,re"'harn la moneta catti,·n (•accia la huono. 1-ivn dunque le dh isioni e lo disputo sulle tendonzo <•irernrono pregiudizio: ci uocquo l'uniti\. Ì•: anche pii, noriva oggi; per<'hè i rivoluzionarì 1 hattuti nel campo elettorale, pencoleranno mnggiornwnte vt•rso una poli• litica antiparlamentare <' 11iazzaiuola, per ca-;care poi nell'anarrhiiuno pretto. ì-: pii1 noch'1l nnche perchè, doJ>O lo .;oiopero generale. la pnurn -.'ì• intrcc\'iata alla diffi– denza in quella democra~i;l <'Ili' l'On le riforme dOHÌl gettare il ponte di pnc;;qag~io alln sponda sociali'lta

RkJQdWJsaXNoZXIy