Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

Critica Sociale RIVIST.ll QUINDJCIN.llLE DEL SOCI.llUSMO Nel Regno: Anno L. 8 . Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50. Lette,·e e vaglia all'Ufflclo di CRITICASOCIALE - MILANO:Portici Galleria V. E. 23 Anno XIV - N. 21-22. Non si vende a numeri separati. Milano,1 °- t 6 novembre 1904. SOMMARIO Attualità. Camera IIIIQV(/ e poHUca vecchta (LA CRITICA SOCIALI:::). [,(I COlldClllll{I di /lii me/odo .:OARZI.\ C'A::iSOI.A). Ai fe,·,·J, codi!' l/ousidkf che Si prepm·a (010\'ANNI .\!.:RI.ONI), {,(t 11110!1(1 Ei!tr'tm(I Sh,lsh'a (~'. 'ftTR,\TI, l,a Scuola mecUa e lei Democ,·a:::ia tProf. GAt;T.\NO SAL\'t'.111N1). Dopo u Co11oressodi Roma: u (iorer,: dell'Esfrema Sh1,sfra (X, y.) Studi sociologici. L'i11d11stda deUe calzat11re e i k1Ucwc1to,-U pe,· cal:::olat AUliTO PA• OLIAIU). l,a co11se1·va.::i<me de1t'e11e,·gta t1el moll(/Q economlro (,\~G•:1,O C1n:sP1). Filosofia, letteratura e varietà. Il prohlemti detl' i.nf( m::ta (11101'1/l(lle ·(H" (H.lt: :1,)!OE\'A~S). J.'n1 Ubrt e mvtste: Il diritto di suff'ruglo allo douno Il Congrosso di Amsterdam - La llmltilz!onc del diritto clcttornlo !n ~as;ion\!l - I.a h1leltÌI Integralo dello Stato ne,·ls!onlsmo o rlvoluzlona– rlsmo IUUlrehlco LI\ lSOOIOIOgiae la storia - Il - Cflpltalo., di Carlo ltodbcrtus (e. m.) CAMERA NUOVA E POLITICA VECCHIA Se !'on. Giolitti, indicendo subitamente i Comizi, intese chiarire la situazione politica e predisporre a sè nuove e migliori forze per l'attuazione di un qual– siasi programma di Governo, egli stesso deve - a quest'ora - essersi profondamente pentito della sua decisione. Che cos'è questa Carnera ch'egli ha messo assieme? Quali riforme è essa disposta ad attuare o respingere? Quale direttiva di Governo il paese ha approvato o disapprovato~ A nessuna di queste do– mande è lecito dare una risposta neppure approssi– mativa. Appena si sa che la tinta generale della nuova assemblea sarà un po' pili cònsen•atrice della pre– cedente, non senza qualche più accentuata screzia– tura clericale. n che significa che la impossibilità cli condurvi in porto qualsiasi ardita riforma democra– tica san\ anche maggiore che fino a ieri non fosse. Se l'on. Giolitti, che assunse il potere in atteggia– mento di ministro democratico e riformatore, e lo lasciò poi per l'impossibilità constatata di fungere 1•ealmente come tale, o non lo riprese - si dee sup• porre - se non pcrchè sperò trovare nella Camera lllorn esistente o nella successiva la possibilità di es– -.erc e di fare qualcosa. di buono pel paese; se l'ono– revole Giolitti creò dunque questa situazione unica– mente pel piacere di fare dispetto ai sovversivi, egli sarì1 perfettamente paragonabile a quel marito leggen– dario che, pCI' fare stizza a sua moglie, compieva su di sè il sacrificio di Origone. Nè ci voleva molto a prevedere che tali do,•evano •ssero i risultati dei Comizì 1 una volta indetti su una 11iattaforma così vuota come quella che lo stesso ,ìiolitti propose 11! paese. La formula negativa: "nè reazione, nò rivoluzione n si prestaYa, come tutte le formule negative, a creare il piìt grossolano degli equivoci, potendo essere formalmente accettata da tutti, e coprirn tutte le ipocrisie dei candidati, pre– parando tutti gli abbandoni e le defezioni dogli eletti. Neanche il fenomeno dello sciopero generale - al quale del resto lo stesso Giolitti sembrò attri– buire, nella sua relazione al Re, una. mediocre im– portanza - poteva fornire alcun sostanziale criterio differenziath·o, onde si potesse indurre una direttiv!t politica. Perocchè lo sciopero generale non fu opera di alcun partito, si scatenò come un fenomeno na– turale incoercibile dalla massa proletaria organizzatA, e gli apprezzamenti su di esso ebbero un valore unicamente acciidemico e d'impressione, propendendo acl esaltarlo coloro, che piì1 ne considerano il gene roso movente e lo spettacolo di forza cosciente che innegabilmente esso ha rivelato, e propenclenclo a a deprimerlo coloro, la cui impressionabilità è pili disposta a irritarsi per gli inconvenienti e i pericoli che esso ha dimostrato. In realtà non v'è partito scrio. non ,,'è uomo JJO– litico assennato, che o pensi di adoperare lo sciopero generale come mezzo di lotta normale e facilmente ripl'oducibile, come strumento per sò cli conquiste positive, o stimi possibile di evitarlo in ogni occa• sione; nessuno parimenti è clisposto ad approvarne le violenze e gli eccessi. Le polemiche agitatesi a questo proposito, durante la campagna elettorale, furono improntate alla pili grossolana mala fede: coloro, che accusat·ono i socialisti, i repubblicani, i radiceli, che per dovere di cittadini si mescolarono allo scio– pero cercando, in generale, di moderarlo, come re• sponsabili cli violenze e sopraffazioni, sapevano per• fettamente di servirsi di un menzognero pretesto a fini puramente e personalmente elettorali, sfrut• tando - con un vero demagogismo alla rovescia - le paure idiote dogli inferociti hottegai. La difesa delle istituzioni e dell'ordine non fu altro che l'ap– pello a queste incoscienti paure; mentre poi quegli stessi, che se ne valevano, non osavano proporrn esplicitamente misure reazionarie, contro il ripro– clm·si dello sciopero, ben sapendo che, se lo avessero fatto, la fl'Odc elettorale sarebbe loro fallita. Però, se la reazione alle molestie dello sciopero, se lo sfruttamento delle istintive paure della media e magra. borghesia, se la formula. vuota: " nò rea~ zione, nè rivoluzione n, non potevano offrire alcuna base a un indirizzo positivo di politica gover,rntiYai do,•cvano, tutte assieme queste cose, creare una di– sposizione elettorale pili retriva <lolle precedenti e una Camera pill conservatrice e misoneista. Onde, a malgrado della formula, e in contraddizione con essa, il risultato doveva essere una tendenza, pili o meno vaga, a una reazione effettiva. Or chi dice reazione dice anche rivoluzione, anzi, per essere pii, esatti, dice rivolta e convulsione: le due cose si tengono inscindihilmente come causa cd effetto reciproci. Le disfatte dell'Estrema Sinistra, se que• sta non saprà riparfll'e coll'ardore dell'azione al• l'indebolimento numerico da essa sofferto, sono dun– que la disfatta cli un qualsiasi programma. di riformr. Sono la reazione o la rivoluzioue, che si ,•ollero allontanare con uno scongiuro di parole.

RkJQdWJsaXNoZXIy