Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

CRITICA SOCIALE 345 mizzare le spese, in questo nuovo stadio trova un pia– cere nella spesa, come il bambino nel giuoco. Ciò si verifica tutto le volte che un <lato individuo ha. realizzato il massimo adattamento ai bisogni dei suoi tempi i ed allora ecco cho la sua sovrabbondanza di energia lo spinge sia alla ricerca di nuO\'i ambienti in cui utilb:zArla, sia a trasformare l'ambiente in cui egli vive. Sono questi gli elementi progressivi d'ogni società, sono il capitale umano che emigra fuor dalla cerchia dei vecchi impieghi. Allorquando questo fenomeno prende grandi propor– :doni, allorchè la trasformazione nelle condizioni di vita di una società è inusitatamente rapida, ci vuol qualche tempo prima che le nuove energie sovrabbondanti tro– vino il loro sbocco naturnlo nolla sodclisfaziono di nuovi bisogni sprigionantisi dal nuovo ambiente. In questo inten,allo esse' sono almeno in parte sperperate e de– terminano il contagio delle manìe e delle mode dissipa– trici, della prosecuzione del piacere pe1·amor del pia– cere. Se tale contagio fii generalizzasse 1 una simile so– cietà non potrebbe che d0J>erire. Lo s,•i\uppo sociale è tanto danneggiato dalla presenza di individui insuffi– cientemente nutriti quanto dalla presenza di individui sopranutriti. Nella concorrenza delle societll non pos– sono prevalere che quello in cui lo sperpero di energia è minimo i in cui non soltanto l'energia di lavoro è mas– simo, ma in cui il suo totale è sempre utilmente all'opera. Pertanto, contro la dissipazione di corte clas:si od indi– vidui, in questi periodi di trasformazione insolitamente rapida, si verifica ben JJresto una reazione contro gli istinti egoistici, contro l'esaltazione dell'io, contro la caccia alle soddisfazioni meramente J)ersonali; e nel medesimo tempo si idealizzano le ,•irtl1 della razza. Questa reazione etica indica che le nuove energie stanno trovando il loro impiego naturale. Uomini con energie sovrabbondanf.i 11011 possono restar normali che diventando altruisti, generosi. Società con un crescente capitale di energia circolante non possono restar nor– mali che dedicando una pa1·te di questo surplus a scopi imper3onali, al proseguimento di felicità collettive. I musei, le biblioteche, Jr. scuole, i concerti, il culto della bellezza architettonica rlegli edifici, delle strade, i giar– dini, i parchi, ecc., sono la. materializzazione di questa corrente altruistica che si sprigiona da individui e da società progressi\'e, ricche e sane. Così avviene che una crescente quantità di energia, che non pub pili essere spesa nelle soddisfazioni meramente personali di una crescente quantità di individui, riappare sotto forma di sforzo per l'educazione intellettuale, morale, tecnica degli altri individui e delle altri classi e, finalmente, sotto forma di aumentato potere produttivo di queste e di accre– sciuta agiatezza e intellettualità. E il 1>rocessofatalmente continua fino a che la differenza di gusti, cli mentalità, di ricchezza, di felicità sia minima; ma 1 nel medesimo tempo, i primi arrivati al massimo adattamento in tali circostanze già aprono nuove vie, che son cause di nuove transitorie disuguaglianze, e per le quali fiducioso e ga• gliarde le altre migliaia li seguono .... Lo sfruttamento non è che un fenomeno transitorio in questa evoluzione e non doYuto a cause economiche. Lo teorie più comuni non sanno rispondere nlla do– manda: perchè gli sfruttati si rassegnano allo sfrut– tamento? Ogni ambiente di per sè creerebbe un dato codice di moralità in relazione con i suoi bisogni i ma, mentre gli ambienti continuam1rnte mutano, lo abitudini da essi create sopravvivono al mutamento. l ,•ecchi codici <li moralità prevengono la maggioranza dal partecipare ai vantaggi dei nuovi ambienti, che così sono goduti solo e SJJOntaneamente da una qualsiasi llitf' meno as– servita a tali codici. Lo sfruttamento si stabilisce perchò i 1>iì1consentono a produrre per questa llitf' beni che essi non ancora .sanno apprezzare. L'oppressione poli– tica pub approfittare di questa situazione, ma non pub crearla. E.stia non può trarre da una classe soggetta pili di quanto è l'ammontare del potere produtti,•o aggiun– tole dal nuovo ambiente. Solo pili tardi ìl contagio delle abitudini della élitf' 1 dìffondenllO gli stessi bisogni o le stesse brame, crea la coscienza di un'antitesi tra due classi. La ricchezza, diffondendosi in cerchi concentrici, dà luogo a riduzione nel tasso della natalità, ad aumento ,1; com. pensi, :i nuovi bisogni. In genere è il fntto che i bi-,og-ni destati dal nuovo ambiente sono pii, forti delle abitudini ereditate clal– Pantico, che tende a creare nei soggetti un codice di moralità simile a quello della llite; allorquando la so– miglianza raggiunge un certo g1·ado, si accende la lotta per la partecipazione al godimento delle risorse del nuovo ambiente fin qui incontrastatamente goduto Rolo dalla /lite. Ed è perchè la lotta si generalizza. a tutto il mondo assimilando sempre pili tutti gli ambienti 1 che essa prende caratteri simili ovunque e che le distin1,ioni extra-economiche tra le varie clas!:iisi attenuano sempre piì1 1 permettendo u11crescente proporzionarsi dei redditi alle capacità. e alle funzioni. Usando espressioni tolte ad imprestito dalla termodinamica, possiamo dire che, pili una società. è progressiva, pili perfetto essendo il ciclo delle trasformazioni della sua energia, la diffe– renza di potenziale tra i vari suoi punti si fa minima; nessun 1>rivilegio vi pub esistere permanente e senza nel mede.simo tempo esser stato di reale utilità a tutti. In una società idealmente perfetta e fisiologica. in ogni momento la somma delle utilità è uguale alla somma della energia 1>sico-motrice impiegata a produrla, cd ogni incremento nell'una implica un eguale incremento nell'altra. Non solo, ma in una tale società \luomo non lavora per appagare bisogni, ma per realizzare ideali, per dar la sua impronta alla natura mediaute le sue energie sovrabbondanti. Dato questo modo di concepirn l'evoluzione ecouomic:i, modo che evidentemente rivela l'influenza del paese in cui è stato concepito, ne segue tutta una nuova fornrn• !azione dell'ideale sociale, così nel tiU0 a~petto etico come nel suo aspetto giuridico. Le forze economiche, è vero, dì per sè produrrebbero la prosperità.; ma perchè i loro effetti siano realizzati. occorre da un lato che il codice morale individuale prov\'eda a cho le utilitit prodotte non siano dissipate, ma solo ritrasformate in energia potenziale cli lavoro; dall'altro occorre che lo vie, per cui il fondo d 1 onergia circolante scorre, siano sicure contro irruzioni e strari– pamenti. A ciò provYede una serie nascente di diritti, che si afferma col consolidarsi stesso delle condizioni di progresso di cui sono espressione. Per vedere i germi di questi diritti non si deve guardare allo classi mentre sono in lotta, ché ciò dipende dal 1>assato, ma ad esse mentre la\'0rano a perfezionare l'adattamento all'am– biente attuale. La natura umana completa non la si ha di fronte agli ostacoli, ma dopo che gli ostacoli sono stati vinti; non nell'opera di clemolizio11e,ma in quella di costruzione. Questi diritti non comportano alcun costo; essi sono semplicemente le condizioni idealmente necessarie per la sussistenza <l'una ~ocietà ft~iologica– mente progressiva. Una società progredisce solo in ra– gione del suo rispetto a queste condizioni e ogni pro•

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