Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

;Jj(ì CRITICA SOCIALE J.{l'(h'lO .,j ri-;olvc i11 un loro p1ì1 t·ompleto ricono..,,•i• mento. Il primo diritto, alla J{. tmn1.ia <lei quale tutti gli altri tendono, i• qurllo all101>1.ionr del ln\'oratore. Xc-;,uno tlovrAbbe la\·0rttro piì1 in h\ dt•I punto in cui il ln\oro di\·iene doloroso. Il :-econdo è quello a un mercato aperto. in cui ciol• egli sin n-;sicurato del 11erretto ritorno a lui dclrenergia spc..,a in qualche rornut equivalente. Il la• \'0rato1·e drvr potl'r 1•onirollarc In naturnlitì, dei preui ccl c.. sno assicurato <'0ntro la ..,peculazione mediante ltt pubblil'itit dei bilanl'i dello a1.ie11do. li lavoratore ha pur diritto alla hom1 1 rioè nd una famiglia in cui i bambini po.~..,nnoc~srro nutriti, \'CStiti. educati al calore dell'af– fetto 1nntcrno e nllr J>iì1 l{Cncrose idcnlilìl morali. In una :-.oriotìt lt-;iolol,l'ica non do, rebhe mai poter sussi~terc un'industria, che pogn~s(Isalario 11011 con~enzicnte quc:iti fìni al lnvoratorf'. Y'è di pii, il diritto a!l'cducozio,11~. Ogni generazione dc"'es~ere capncc di uu odattamento all'ambiente, •mpe– riore n quello della generazione precedente, e de\'e en– trare nella lotta al corrente con gli ultimi progrcs;;;i fii questa; onde l'educnzionc è un problema di Stato e In ~cicnzn (' elemento sempre pili indi~pen-iabile di ci\'iltà. La scuola do,·o quindi c-,.;;oreprolungata J>er tutti nella misura ncce,;;i.:nrinJ)Cr questi scopi. )In essa de\'C in mille modi nncho seguire il cittadino in tutta la sua \'itn; conrcrenz(', libri n huon mercato, biblioteche, laborntorii, giardini, musei sono altrettante rorze cooperanii a ri– tardare il momento di arrosto dello sviluppo cerebrale della razza. Ogni la\'oratore ha pure diritto ad una certn somma di divertimenti. rli cibi sani e delicati, di comodità ne11n ca.:;a, di temperatura, di bagni, ecc. Xon solo ma ha anche diritto ad una certa somma di ricrenione, cioè di atti\'iti\ ..pe.~a i11 modo diverso doll'usuale ln\'oro: come a suonare h1truruenti 1 nd andare in bicicletto, a \'illg",(riHr('. li <'itlncliuo 11101l('rno hn diritto nl i;rodimento o~tetico di hrllo .;;trncle 1 lii i,.rinrdhli, di viali ,·crdegg"ia.nti che <'Oll'ì0linol'oc<'hìo <leg-li efl'eUi deterioranti <lcll'nrhanismo. >on ,olo: mo. non vn uemmcno negletto il diritto nlln a'ìsicura1.ion<' contro mn\1 11011 imputabili a.Ila , 1 olonb\ individuale <'ntth•i ra<'colti, i11fortuni. malattie profes– sionali, crisi, CC<'. La <lonnn pure ha 1liritto ad una vita economica in dipendente. ('i sono ocrupazioni a cui la rloona è pitl n<lnttn dell'uomo; <' solo in que"to morto essa meglio penrtrn nello ,J)irito ,lel ,uo tempo e puì, meglio edu– cnrc !-{li uomini. Tuttf' que.;;to condi1io11i, qualora ,·f'ngnno ,oddisfatte, a,..,icurnno il ma.-;,imo s,,iluppo di energia e In massima produ1.ione di rollcitù 1 e la ricchezza e la relìcità d'ogni societ1\ sono commisurate alla loro o~servanzn. E~~e co– ~tituiqcono cioè In mèta, o per dir meglio, definiscono In traiettoria dol prog-resio sochtle e 11ssegnano una mt'ta n coloro che pel progresso sociale la\'ornno. Esse dicono rhe il miglior modo di aiutare il progre-,so è di a,sicu– rnrc tutte queste lihNtil e di educare allo ..,rorzo per– manente e ::ioioso. E-;sc dicono che progresso perma• ncnte non (' p0flsihilc che dov(' ognuno è libero di ap- 1wo1Hlercn ime spose i1 \'rtlore f'rHrientc de' i:iuoi sforzi. 1:~sc ri\'eluno un prores~o di socializza1.ione ad un lcmpo dell'energia di la,•oro e della capacità, di goctimcitto, ehc non escludo ma. 0~J>lira od integra. lo s, 1 iluppo della in– dividu:11itò. i,:,.,e di<'ono che la -iocietà noo (, la somma aritmetica degli iudividui, rn11 la. obbietti\•azione della lor parte mig-liore, ,!elle loro cnergir 11il1 pure e più cli.:;intcres~atc. L'ideall• sociall', che CO.!;ÌIn uu0\'a l:conomia. addita, in..,tillf' nuo\'a rede nel prog-re:-.-;o e assegna mète piì1 ,·on<'retc:•all'n,dono. Lu Fisiologia, l'Lconomia e n:uca si danno in esso la mano, ..,a111.ionandoconcordi In ,solida• riPt:'t di tutti i rnttori dell'n~eem1ione dell'energia umana. .\:>iOEI.OC1u;..,1•1, Il problema dell'infanzia anormal 11 JJrohlcnm tkll'info11zia unornrnlo è affatto mo 1lcrno. <:li untidli lo il,!'nornvano o lo risoh'enmo con la. <1urstione pr<•limi1111re, così come uua ,-olt11, a Sfhll'tn, don• i ncomtti difformi e <leholi erano ::.Clii· plice111cntc sopp1·c8si. Por isvilupparc le opere attuali di protezione occors{' una concezione 111olto diversa dolln soliclariotà. umn1m, C8tcndentesi sino ai piì1 de– boli e ai pitt inrapnci di reciprocità. l,a filantropi., è un sentimento che tWIO una civiltà ccces:;iva puù provocare e scrbttrc. lo la chiamo un " sentimento " per far notare che, generalmente, essa non ha nulla dello sforzo cosciente e illuminato. )lolti sono filantropi come per un bisogno mistico di espander!:li in un nitro spirito; essi soffrono pro– fondamente della rni~eria altrni e la soccorrono per alleviare in sò stessi la loro simpatia dolorosa. E però non dobbiamo troppo stupirci se i loro atti sono tah·olta disap1>rovati dagli animi più freddi C': piil penetranti, che si domandano se resercizio di questo sentimento socinle è sempre utile alla società. Qualche filosofo si è, infatti, domandato se la col• tura profonda dei giovani anormali non costituisca nn pericolo per In sprcic. "È, infatti, as~ai strano, per chi rngiona senza cuore, che si prodighi tanta attivib\ o tanto denaro per allevare gli esseri piì1 difettosi sino a prrmcttere ad essi, a forza di cure, cli riprodursi. O li uomini non si prendono certamente tanta cura per migliorare o soltanto per conservn1·c ht purezza d'una razza. La naturn, del resto, non è una. mndre molto tC'ncrn per quelli che non sanno o non ,·og-liono adularht un poco; essa li lascia senza difcsn, t•spo:-1ti all(• <'fUl~C'fisiche di morte e agli at– rtl<'rhi dri nemici ... Xoi ahhiumo, <·rrto, dri sentimenti più ele\'ati; ma la quPstionr è di sapC'l'e sino a. qual punto l\lssi !-itC' nzn.ai filnriulli anormali è utile e eomc de,•c~– srrc lo ro applirRrn. . .. ~on è molto tC'lllJH> 1 ch'io ,·idi nascere un ess<'l'f' vPramcntc clrfieif.'nte. Il <'Ol'J>O e I<' memhra cm.no qua~i romplrti e norrnnli, ma la t<'~ta piatta, < 'Olllf' --<'hiac<'iah1 <lnll'11lto 1 enn ilei g-rossi occhi sporgenti, ricordt\\'1\ pili !a fisionomia •run hrnto che quella d'un c~scrc della nostra specie. Oli scultori del medio evo, che erano dei naturisti, collocarono talvolta delle tegte cli simili mostri alln bocca delle grondaie ... .\ quel neonato non mancava che un organo, por rsserr simile 1\ noi; ma che organo! il cerrello. Era un ann,refalo. I◄: ciò non impediva ai suoi polmoni di respil'arr, al suu cuore di hattcre, al suo intestino di digerire'. l•]g-linvrva, come noi, tutti gli org-ani 11<'· C€'SS;trì fllla \'itn \'CgC'tutiYn, Mlvo il C'C'J'\'CIIO che la rPgola. l◄]g-li r1·n lutti1vit1 incn.f)IH'C'di vivere piì:1 cli qu~\lche giorno; C' SC' per miracolo egli avesse oltrepassato il te!'minr abiltttlk\ snrehh(' stato radicalmente im– potente 11 111·ovnrc uno dei sentimenti e una delle idee che coraticrizzono la nostra specie, di cui non aveva rhe lo forma esteriore. L 1 nnencefalo, che era una curiositH cli lnborntorio offerta dalla natura, servì poi a uno /Òltudio coscienzioso di alcuni medici. :\la <hl! punto di Yisfa pC'r noi) qui, piì:1 ìnteressant<',

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