Critica Sociale - XIV – n.21-22 - 1 e 16 novembre 1904

34! CRITICASOCIALE minato dalla relazione tra il potere di sostituzione dei I manenLi. ed altre che non riappaiono sotto qualche altra modi di soddisfazione dei bisogni nel consumatore - ten- forma di energiaj tra soddisfazioni che arricchiscono e dcnza al ribasso - e il grado di intensità e il numero soddisfazioni che impoveriscono il fondo permanente di dei nuovi bisogni - tendenza al rialzo. È in conf:;e• energia sociale. ln tali condizioni, quando i creditori guenza dell'eccedenza del grado d'intensità dei nuovi erano una piccola minoranzai a. cui il monopolio psi– bisogni sull'offerta dei beni che possono appagarli, che chico della previdenza ))ermottova '1'cf:!sere ca1>ricciosae diviene possibile un reddito di monopolio, che è mas- tiranna, si capisce lacondmrnaetica dell'usura. Mado,•e simo do,•e è migliore la distribu:done dei coeffl.cienU la previdenza si generalizza e si controlla, il fondo- di produzione, dove cioè ogni funziono è compiuta dal interesse non rappresenta più una. perdita per alcuno; personale nel modo migliore possibile. Dove per ogni esso rappresenta solo il costo della trasformazione di bisogno il modo di soddi.03fazione è unico, il monopolio beni futuri in beni presenti. è assoluto; dove per ogni bisogno i modi di soddisfa- Ancora: nei primordi lo spirito di previdenza del ca- zione sono indefinitamente crescenti - e, fdealmente 1 pitalista è appena in minimo grado superiore allo spi- infiniti - il monopolio è sempre pii', debole e, ideai- rito di pro,,idenza degli altri, e la sua stessa fortuna è mente, nullo. piccola. Per proHedere al futuro egli deve effettiva– Nei primordi della civiltà la terra è la sola sorgente di ricchézza sotto forma di derrate alimentari j e il mo– nopolio terriero è predominante in modo assoluto i ma, a mano a mano che la società si evolve, accanto al monopolio terriero sorge il monopolio del carbone, del ferro, del petrolio, del rame, della forza motrice idrau– lica i e tutti questi monopolii non solo competono tra loro per assicurarsi i migliori imprenditori ed operai, ma anche per soddisfare in modo migliore gli stessi bisogni. (Ad esempio, concorrenza dell'alluminio col ferro, della forza idraulica col carbone, ccc.). Il mono– polio per tal modo non è un'eccezione, ma un feno– meno naturale, che ha una naturale traiettoria evolu– tiva i e per esso i lavoratori migliori, impiegati in pro– duzioni naturalmente monopolistiche 1 tengono alto il sa, lario anche di quelli lavoranti in industrie non mono– polistiche. Nella stessa agricoltura, in seguito all'allargarsi del mercato dei prodotti a tutto il mondo, in seguito al continuo differenziarsi dei motodi 1 dei prodottì, ecc., non sono più lo terre più povere che fissano il prezzo delle derrate alimentari, ma. le più ricche. li ribasso nei prezzi delle derrate alimentari non significa pil'1 1 neces– sariamente, come per Ricardo, ribasso nei profitti. Nella lotta tra. monopolii e monopolii, a volta a volta ognuno ba la sua fortuna e il suo fiasco e col suo in– tensificarsi il consumatore diventa sempre più libero; il che equivalo a dire che per ogni individuo il circolo dell'energia diviene sempre J)iÙ sicuro e cOm)}leto e il lavoratore guadagna non solo come tale, ma anche como consumatore. Vediamo ora la relazione del lavoro al capita.le in società dinamiche. Il Marx ha limitato indebitamente il significato della J>arola " capitalo ,,. " Capitale 11 è qualsiasi mezzo che serve all'uomo per vivere, nel mentre attende a prepa– rare la soddisfazione d'un bisogno futuro. Siccome i beni che soddisfaranno bisogni futuri sono stimati meno di quelli che soddisfanno bisogni presenti, così la differenza nello spirito di previdenza tra. gli nomini determina la esistenza di un tributo pagato dai mono previdenti ai pili previdentii che si sono accinti ad operare la. tra– sformazione dei beni futuri in beni ))l'esenti. Questo tri– buto è l'interesse. Se tutti gli uomini fossero egualmente Jlrevidenti, non ci sarebbe luogo ad interesse. Vediamo ora qual è la traiettoria evolutil•a dell'inte– resse. Ai primordi la previdenza è intermittente e non riguarda che gli scopi più atti a colpire l'immagina– zione; concerne piaceri non riproducibili e transitorii; cerimonie funebri; feste dinastiche; feste di matri– monio, ecc.; solo a poco a poco si stabilisce una diffe– renziazione tra soddisrazioni future riproducibili e ))er- mente soffrire dell'astinenza da qualche consumo pre– sente: il risparmio ha realmente in tali condizioni un fondo doloroso, che è accresciuto anche dalle maggiori dimensioni del rischio in una società non per anco con– solidata.. :Ma a poco a. poco, col diminuire dei rischi e col generalizzarsi dello spirito di previdenza, colla ri– <luzione dei costi, ecc., il risJ>armio perdo quel fondo psicologico e anche il tasso dell'interesse ribassa. E ciò per la ragione per cui ribassa. il valore di ogni bene che diventa sempre pili abbondante. Così la generaliz– zazione dell'istinto di previdenza, aumentando la quan– tità di energia ordinariamente s1>esa per produrre beni futuri, diminuisce il prezzo di questi. Idealmente, il giorno in cui l'istinto di previdenza fosse eguale in tutti e in cui ognuno quotidianamente com))iesso una certa dose di lavoro pe' suoi bisogni futuri, non ci sarebbe pili luogo a interesse. Questo sarebbe parte del fondo-sociale di energia circolante; sarebbe lo f!tesso come se ognuno possedesse il suo strumento di lavoro. ... Dopo di aver visto le traiettorie evolutive delle varie forme di reddito in società economicamente progressive, è bene dare uno "guardo all'essenza. di questo processo nel suo insieme. Se causo extra-economiche non lo tur– bano, esso dà la misura dell'ada.ttamento dell'uomo alle sue condizioni di vita e ne descrive l'evoluzione. Nei primordi l'ambiente domina l'uomo; il progresso si comJ)ie quasi per fatalità fisica sotto lo stimolo del do• loro che elimina coloro in cui l'influsso di energia è in– feriore all'efflusso. Jn uno stadio successivo, poichè in tal modo solo i proHisti di forti passioni ponuo soprnv• vivere, l'uomo attacca direttamente gli ostacoli i ma non tutti possono essere direttamente e immediatamente \'inti; onde l'attacco da diretto divieue semprn pit'1 in– diretto, ragionato, riflessivo. Sono queste le condizioni normali, in cui è tanto in opera la eliminazione per mezzo del dolore, a scatti ir– regolari, dei meno adatti, quanto il processo dell'adat– tamento razionale attivo de\1 1 uomo. t ql1esto il periodo della ricerca dell'utile. li bisogno è pur sempre lo stimolo. Ma la scoperta, la 1·ouline1 l'educazione, riducono sempre più i costi dell'adattamento e trasformano l'utile nel piacevole, mettendo in libertà una certa quantità di energia che non è pili necessaria ))Or la produzione dei beni necessari ad appagare i bisogni presenti, e che pur vuol essere spesa, e la cui s1,esa è piacevole. Si passa così gradualmente ad un altro stadio in cui l'uomo agisce non sotto lo stimolo del bisogno, ma pel piacere dell'atti\'ità, ma per impulso. La vita è vissuta perchè è per sè stessa felicità. ~lentre negli stadi precedenti l'uomo agisce per accumulare energia, cercando di eco-

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