Critica Sociale - XIV - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1904

CRITICA SOCIALE 275 civili, come affeimazionc della energia cosciente del proletariato e do' suoi voti generici per la giornata di otto ore e per le lcg',ld sociali i come si potrebbero condannare, in Yia di massima, altre mnnifestnzioni congeneri, nui onche piit precise e concrete, rii::.pon– denti a u1ll.i profonda commozione dell'anima popo– lare? Se il diritto ò ammesso della collcttiYa sospcn– sioue ciel lavoro, se il fat.to di vi;torosc n11-rnifc:stazioni popolari non può certo essere sconfessato da chi lrn spirito e cuore democratico, se - come è ovidontc •– Io sciopero generale politico è appunto la più vigo– rosa e impressioo<lnte forma di manifestazione politica. che possa farsi dal proletariato. con qual logica lo rifiut€'remo? a° Che lo sciopero generale è un 1 armc a do1)pio taglio, da usarsene con estrema cautela, in Cftsi ec• cezionalissimi, e da non potersi mai erigere a mezzo normale di lotta. proletaria. Soltanto !i:nrico Leone sostenne nell 1 Arnnti .' un direrso aY\•iso: ma crc– dbtmo che la sua rimanga, in tutto il partito socia• lil:ihl, un'opinione solit:;l.ria. Data la mentalitil ,11Te• trata, In. scarsa educazione politica. e la ancora de– firiente solidariet:\ delle masse operaie; data la esistenza 1 sopratutto nei grandi centri, di :.ottostrati sociali 1 pronti sempre a pe~earc nel torbido 1 profìt. tando dì ogni commozione popolare per sfogare i loro istinti bruhtli; è estremamente difficile che uuo sciopero generale non trascenda in atti di ,·iolenza; i quali, per essere strettamente connessi collo scio• pero, rimbalzano luce sinistra sulla mauifcstazione di cui sono episodii. Con che non intendiamo con• sentire nel1 1 opinione che i conflitti, gli eccessi, gli atti di teppismo siano parte integrante e conseguenza inesorabile de1lo sciopero generale: hasterebbe l'e• scmpio già citato del 1° maggio, che appunto, nei primorclii, suscitò consimili terrori e sono ormai quattordici anni che si affanna a smentirli; baste– rebbe, in questa recente occasione, l'esempio eloquen– tissimo di 1\lonza, Ja piccola Manchester di Lom· bf'lr<lia, che fu pt·ima a dare il se~nale, dove diecimila operai ahbandonarono ~li stabilimenti il giovedì a mczzogiomo per riprendere il la.roro la mattina ciel sabato, compflttì e disciplinati come l'avevano la– sciato, seazi.i che alcun atto di violenza fosse lamen– tato. :\ parte ciò) il ri1letcrsi frequente dello scio• pero generale politico, anche il piì.1civile e pacifico, mentre da un lato, per la stessa sua frequenza, lo destituirebbe di ogni benefico effetto morale, dall'altro canto, turbando violentemente i rapporti ordinari della vita economica, non potrebbe che condurre a risulti1ti di reazione. ]~ impossibile concepire che le classi padronali, che i ceti com111erciali 1 che gli stessi cittadini di ogni ordine, i quali dallo sciopero generale sentono turbati i loro piì.t vitali interessi, non reagiscano e non premano sul Go, orno per ottenere leggi compressive - che sarebbero indub• biamentc consentite dalle maggioran:,;e parlamentari e fa,·orite nellil loro applicazione dalla maggioranza elci parse - quando lo sciopero generale diventasse un metodo di lotta e cli protesta periodicamente adottato. J~ indubitabile che, in questo caso, ogni spedientc verrebbe posto in opera - vincolo cli cauzioni imposto at;li operai, introduzione accelerata di macchine con aumento conseguente cli clisoccupa• :done permanente, addestramento di krmniri, ccc. - per ovviare al pericolo; che alle nuove leggi si agg·iungcrohbe un rincrudimenlo della giurisprudenza nei rnpporti della responsabilifa civile per rottura • di contratto, sia l'lspetto agli operai 1 sia rispetto ai loro capi e rappresentanti; che ogni sorta cli n1p• presaglie - serrate, boicottaggi, licenziamenti - avrebbe luogo e pal'l'ebbe giustificata; che infine la causa prolctnria perderebbe tutto quelPambiente cli Himpatie, di ·pre!lidii, cli incoraggiamenti, che le è assolubimentc necessario per lo sue graduali con• quistc, i1 proletariato si isolerebbe nella società, nella quale esso non è ancora maggioranza numerica nè furza pren\lente, e l'esasperazione dei ceti dirigenti condurrehbe il conflitto delle classi a un grado di tensione cronica, che ostacolereblJe qualsiasi possi– hilità. di riforme e cli progressi popolan, i quali - sN1za il consenso morale di gran parte della citta– dinanza - non riescirel)bero possibili. -l° Che, ad evitare questi effetti 1 lo sciopero ge– nerale cle,·'essere breve, proporsi un fine hen deter– minato e facilmente.co11seguibile 1 essere diretto con spirito di concordia e con chiarezza di propositi eia rappresentanti autorevoli, godenti I t. fiducia delle masse. Solo a questi patti - che non ò facile, lo am– mettiamo, Yeder tutti avverati - è poRsihilc che lo scio1)Pro gcnrrale politico resti co11te11uto nei li– miti che ragioneYolmente può proporsi. f;;ssenziale sovratutto è la. brevità, poich(• è chiaro che lo scio– pero ferisce innanzi tutto quella massa operaia cui Yengono n mancare i salarii, la cui ma~~ioranza ha scarsissime riserve e gode di un credito estrema mente limitato, rhe non può essere tutta quanta od ugualmente disposta fnorchè ad ua breve sacrificio: onrle, se il sacrificio si prolunghi, è fatale nella massa medesima la diserzione parziale e il conflitto fra compagni, ineYitahile l'interYento della. forza, proba• hili le sciag'ure, certo insomma il tralignare del mo• vimento. 5° Che, allo stesro scopo 1 clc,·e lo sciopero ri– spettare i servizi pubblici essenziali, le produzioni di assoluta nccessit:'1 g-cncrale - la luce, il pane, l'acqua potalJilc, i senizi igienici e sauitarii, le CO· rnunicazioni postali e telegrafiche 1 la stampa quoti– diann, ecc. La soppressione cli questi servizl 1 mentre non è necessaria alla solennità. rlella protesta. o della manifestazione popolare, offende lf" l'l:lgioni supreme della civiltà, pregiudiziali a qualsiasi lotta politica o di classe, riesct"l deleteria agli stessi fini dello scio• pero, schierando contro cii e:sso le resistenze, non pure di una classe sociale o del Governo, ma cli <.1uasitutta la popolazione, non esclusa la maggio– ranza degli stessi operai - e rafforza poderosamente qurlle correnti reazionarie, delle quali già dicemmo piì.1sopra. Lo sciopero, senza. (lUeste cautele, ferisce sè stesso e la ca.usa cui dovrebbe servire. 6° Che, infine - quando lo sciopero è scop– piato - debbono gli uomini, che godono di autorità wllC' masse, lo approvino o no, farvi atto <li pre– senza, per dire in esso intero il proprio pensiero e spendere ogni loro influenza al fine di contenerlo - nell'interesse del proletariato medesimo - entro limiti di temperanza, di civiltà e cli ragione. Senza la pretesa cli aver tracciato in poche linee il " manuale del perfetto sciopero politico ,, - fe– nomeno che sarebbe pedantesco presumere di co– dificare, nei minuti particolari, stringendolo entro il letto cli Procuste di un troppo schizzinoso Ga– lateo - pensiamo che supergiì.1 a quedti principii cli senso comune intuitivo - che non è nostra colpa se non possono ridursi alla tenue formuletta recisa, delizia degli spiriti semplici ccl accidiosi - sotto• scriverebbero, smentendo Ja asserita " confusione dellc- lingue ,,, gli otto decimi almeno dei deputati di l 1 ~strema Sinistra, e la enorme maggioranza di quanti all'organizzazione e all'a"'ione ()roletaria con• sncrarono - spinti da una fede severa - il meglio del loro cer·vello e dell'anima loro. . .. Non certo a questi o a somiglianti principii s 1 in– formarono colol'O - i nomi sono risaputi - che, dalla sede della Camera ciel Lavoro e dal pulvinare dcll':\rena milanese, dettarono al recente sciopero generale il significato e le leggi, riescendo a farlo apparire - come bcni~::1imoalferma Oarziit Cassola

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