Critica Sociale - XIV - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1904

CRITICA SOCIALE 289 direttamente impiegato nella vita economica della nmdone: mentre all'attività (spesso minima) dei mi– lital'i si possono, iiolendo, attribuire varie utilità (che discuteremo in seguito) ma nessuna diretta efficacia economica (salvo nlcu11e piccole eccezioni che non mancheremo di menzionare). Ili. Non meno sofistica è la seconda argomentazione militarista, quella intesa a rimpicciolirP il capitale effettivamente impiegato nelle spese militari. '!'ornando alla semplificazione dianzi adottata, qual è la spesa amma che gli n-1 produttori sopportano per mantenere il parassita? .Evidentemente tale spesa è misurata dal totale dei prodotti consumati in un anno da costui. Nulla importa poi che, per propria comodità, i produttori rilascino al parassita un buono di credito per l'intera annata o frazionino quel buono in rate ad esempio bimestrali; poichò con ciò non muta la somma dei prodotti che nell'anno sono for· niti al parassita .. La moneta, che l'esattore delle imposte manda ratealmente nelle tàsche cli coloro che vivono sui bilanci militari, è appunto un buono di credito ano– nimo che gli italiani produttori rilasciano agli ita– li.:rni militari, perchè questi (i,ur non avendo pro– dotto nessuna ricchezza economica,) pos:òJanoconsu– mare uua parte dei prodotti nazionali o (ch'è lo stesso) dei prodotti esteri avuti per iscambio: e il costo annuo d'un militare ò rappresentato dalla quantità di quei prodotti ch'esso consuma in ttn anno. Si noti che i due sofismi testò confutati proven– gono da ciò: che chi non ha sufficiente coltura eco– nomica non vede che i fatti monetari, e non sa guardare attraverso alla moneta; Ja quale ò un buono di credito anonimo che, nella società odierna, si può ottenere anche lavorando poco o nulla od appro– priandosi invece parte del valore prodotto dal lavoro altrui (e tale è il caso delle paghe militari). LV. Vi sono talune vere e proprie produzioni econo– miche dovute all'attività militare, e il valore di esse Ya suttratto da quello delle perdite che esercito e marina infliggono all 1 cconomia nazionale. 'l'ali produzioni (il cui valore complessivo ò diffi– cile precisare, ma si può ritenere non superiore ai dicci milioni) sono ottenute colle seguenti spese (le quali perciò riconosciamo come prnduttive): quelle per ospedali ed infermerie militari (esclusa però la parte da farsi alle malattie derivanti dal ser– vizio militare); quelle per l'Istituto geografico militare e per l'[stituto idrografico; quelle per 11allevamento dei cavalli; una piccola parte di quelle per il Genio militare e per il Genio navale (per esempio, quelle pet· Ja Sezione fotografica militare); le somme spese dai militari capi-fa.miglia (non sono molti) pel mantenimento delle famiglie; l'aliquota di spese (diflìcile a computarsi, ma non certo g,:ande) corrispondente ai pochi veramente Intoni servizi dell'esercito in fatto di ordine pubblico (soccorsi in incendì, inondazioni, ecc.; per i prole– tari, cioò per i più, non è certo un buon servizio la repressione, anche non violenta, degli scioperi!); le piccolissime somme spese eia qualche anno per l'insegnamento agrario; l'aliquota di spese corrispondente al servizio di guardia ai penitenziarì; 11aliquota di spese corrispondente a qualche 1)ic– rolo effetto_ veramente educativo (soldati, pochi, che imparano a leggere e scrivere; soldati, pochi, che avvantaggiano il proprio fisico colla vita milita.re ; soldati, pochissimi, che, clalPinflusso di qualche raro ufficiale educatore e non soltanto llomatore, restano moralmente migliorati); somme impiegate nella co– stituzione di un capitale fisso che potrebbe essere acljbito, in seguito, anche a scopi non militari. 1 1 utto il resto (90-95 %) delle spese militari annue è eco11omicmnente ùnproduttii•o. Si noti che fra le spese militari inscriviamo sen– z'altro (e, ci pare, con piena ragione) quelle per le pensioni militari, mentre riconosciamo di dover de– purare i bilanci militari dalle spese per i carabinieri e da qualche piccola, partita di giro che non si scorge a tutta prima (p. es., l'importo delle imposte indi– rette che l'esercito e la marina pagano sui milioni assegnati loro dallo Stato). V. Cerchiamo ora di misurare la perdita economica. annua subìta dal paese pel fatto dell'esistenza del– l'esercito e della marina, quali oggi (e da qualche tempo) essi sono: A} Quei tali produttori che devono mantenere un parassita, come debbono misurare la perdita. annua che ad essi proviene da quel fatto? Evidentemente debbono dire perduto o il valore di ciò che il parassita. consuma in un anno, o il Ya.– lore di ciò che egli potrebbe produrre nello stesso tempo. Non possono dire penluta la somma. dei due valori, perchè, se il parassita divenisse produttore, il consumo restel'ebbe invariato e solo crescerebbe la produzione del gruppo sociale. Si noti poi che, se i due valori fossero uguali, i produttori potrebbero indifferentemente dire perduto l'uno o l'altro j ma, se i due valori fossero disuguali, la perdita sarebbe evidentemente misurata. dal m11g– giore dei due. Nel caso appunto da noi studiato, il valore della mancata procluzioue economicn. per 1rn.rte di tutti coloro che vivono sulle spese militari (cioè militari ed impiegati attivi e pensiouati, operai fissi ed av– ventizì, fornitori grandi e piccoli, ecc.) rappresenta una somma assai maggiol'e di quella delle spese mi– litari. A persuadersene bastft co11siderare che, ad esempio, un soldato costa circa una lira al giorno (considerando quei soli consumi che gli sarehbero indispensabili anche fuor dell'esercito), mentre, come produttore, costerebbe su per giì1 lo stesso e pro– durrebbe un valore (li almeno tre o quattro lire (fra sala.rio e plus-valore); e quindi l'economia. na– zionale perde, non Ja lira del mantenimento giorna– liero del soldato, ma le tre o quattro lire di man– cata produzione. Pertanto non crediamo esagerato l'apprezzare in trecento milioni annui il mancato pro<lottonetto delPatth·ità economica. delle persone viventi a carico dei bilanci militari. 13) Vi sono poi parecchio perdite secondarie da addiziona.re alla principale, ora eletta. Xel caso del parassita vh~ente alle spalle di quegli n-1 produttori, supponemmo, per semplicità, un'u– guale capacità di consumo in tutte quelle 11, persone; cosicchè, trasformandosi il pantssita in produttol'e, sarebbe cresciuf.a la produzione del gruppo restando immutato il consumo. Ma l'esercito e la. marina fra i proprì consumi ne hanno taluni che cesserebbero, iu modo assoluto, col cessare di esso esercito e di essa marina; principa– lissimo, il consumo delle ric<·hezze impiegate per produrre o mantenere armi, navi, fortificazioni (esclusi però i salari; poichò questi rientrano nella categol'ia dei consumi irriducibili). Quindi, se domani quell'ennesimo delht nazione

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