Critica Sociale - XIV - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1904

290 CRI'rICA SOCIALE Hali,rna che vive sui bilanci militari divenisse pro– duttore, 11economia nazionale ancbl>e il vantaggio non solo dell'aumento di 1 , 11 della, produzione, ma anche della cessazione dei consumi suaccennati; i quali costituiscono la maggior parte delle spese per la marina e una forte aliquota delle spese per l'e– sercito: in complesso, un risparmio da 50 a 60 mi– lioni. C) Le spese militari dettero luogo in passato a debiti, oggi non ancora estinti; e gli interessi di quei debiti non sono compresi nei bilanci militari, e (pur tenendo conto dei debiti contratti per la co– stituzione del capitale fisso del quale ora si dirà) rappresentano, quegli interessi, una spesa annua cli 60 a 70 milioni. /J) Yi è tutto un cnpihilc fisso (cascl'me 1 ter– reni, quadrupedi, macchine di mtYi 1 officine, mate– riali vari) che potrebbe essere impiegato a scopi produttivi. g mentre, da. una. parte, abbia.mo escluso ùalle spese improduttive le somme impiegate, oggi o io pas~ato, alla costitu:-:iono di siffatto capitai<', dall'altra parte includiamo nella perdita. economica annua gl1interessi di quel capitale, oggi improduttivo: e quegPinteressi sono decine di milioni (più cl1una certo). E) Parecchie spese che gravano su altri bilanci, sono in realtà spese rnilitari: spese d'esazione delle imposte per l\diquotn cor– rispondente alle spese militari; compensi degli obblighi assunti e delle facilita– zioni concesse dalle Socieb\ fcrrovi,1rie per i trnsporti militari; sµese per costruzione cli ferrovie strategiche, cioè commercialmente inutili; spese dai Comuni fatte a richiamo cli guarnigioni militari o per passaggi cli truppe; spese per il personale occorrente alla liquida– zione e al pagamento clcllc pensioni militari; spese militari nasrosle nel hilnncio degli e.steri: e, cercando bene, altre se ne troverebbero. rn complesso, per questo titolo, qualche altra de· cina di milioni di mancata produzione. F) rnfine v'è tutta una serie di danni, la cui cntifa è clitlìcilmente calcolabile, anche solo appros– simatirnmente, ma ò senza dubbio grande assai: peggioramento della distribuzione della ricchcz:-:a 1 sia tra le classi sociali (arricchimento di fornitori), sia tm le varie regioni (accentramento. dei consumi militari nell'Italia settentrionale); inurbamento e sifilizzazionc della popolazione campagnola; condanne per reati militari; morti, riforme, suicidii causati dal sen•izio mili– tare; mantenimento ciel costume del duello e cli tutto quel complesso di sentimenti barhari che costitui– scono 11csscnza dello spirito militare. VI. Sommando tutte le perdite enumerate nel capitolo precedente e sottraendo dalla somma delle perdite la somma delle porhe ricchezze dovute all'attività militare (capitolo l V), troviamo che l'ordinamento militare oclierno cagiona alla nazione u11a, penlUrt anmm cli ricchezze, non vrodolle o cl-istrutte, per al– meno quallroce,1tocinqucwfa milioni (ben altro, cioè, che l'interesse del capitale corrispondente ad una rata di versamento delle imposte!). A tutta. prima parrebbe logico, da quella cifrn, dedurre che esercito e marina, quali oggi (e da qualcilc tempo) sono, cagionano ad og-ni italiano una perdita non superiore ad una quindicina. cli lire nnnue. Ma una tale ripartiziono dello spese militari non rispo11tle alla realtà dei fatti. fnvero: 1 ° Quel dan,w economiconon si disfl·ilmisce szt tutti gl'italiwzi w1ifo1·memente ma si aggravrt sulla clraise pl'oletaria; perchè, delle vario perdite enume– rate noi capitolo precedente, Je due maggiori (che sono la soppressione temporanect dei produttori chia– mati alle armi e le soppressioni permanenti derivanti da condanne, riforme, ccc.), colpiscono direttamente, quasi esclusivamente, o seuza compenso alcuno, le famiglie della classe proletaria. Non tutti i produttori soffrono in ugual misura per l'esistenza del parassita militare: ad un estremo sta la povera famiglia privata clelPunico rero sostegno; all'altro estremo sta il grande fornitore militare, il cui figlio, per giunta 1 non fa che l'anno cli volon– tariato. 2° li nostro sistema tributario, progressivo a rovescio, fa sì che la media, per testa, delle npese militari, non è minore pei poveri che pei ricchi; e, d'altra parte, albi famiglia prolctnria, spesso com– posta di duo sole braccia lavoranti e cli parecchie bocche divoranti, è grave peso anche la più piccola spesa media per abitante: o a. prova cli ciò, l'icorclc• romo quali dolorosi effetti eserciti sulla classe pro– letaria il pili lieve rincaro del grano. A senti1·e il danno recato dagli apparecchi militari, giova invece considerare la mancata capitalizzazione dolio somme perdute annualmente. Si pensi, ad esempio, che a riscattare e completarn la nostra rete fcrroviari:.i occorrerebbe una serie di prestiti . per Pammontare di circa 1.600.000.000 di lire, e che tale enorme debito si potrebbe saldare con settanta annua– lità di 70.000.000 l'una; e si pensi che 1 d'altra pa.rto, negli ultimi quarant'anni le sposo militari tiOllO am– montate, complessivamente, a tredici miliardi! nr. l~~ falsa poi l\tsscrzionc (3n delle proposizioni mili– tariste enunciato nel capitolo I")che l'esercito, dimi– nuendo l'olforta di braccia, rialzi i salarì o favorisca quindi la classe proletaria. ,.,ò rialzo, ma solo noi salari nominali, cioè solo nell1espressione monetaria dei salarì. Infatti: eia un lato la minor offerta di braccia rialza i salarì; dall'altro lato, lo stesso rialzo dei salarì produce aumento elci costo di produzione: quest'aumento e la. diminuzione clell'orferta dei pro– dotti (la produzione resta diminuita per le cause esposte al Capitolo V) cagionano aumento dei prezzi degli oggetti occorrenti al consumo del lavoratore; e quindi salgono cli pari passo il salario espresso in moneta e il prezzo dei viveri, vale a dire che il sa• lario e/lètlit<J, cioè in derrate, resta immutato. Non neghiamo però che il brusco scioglimento dell'esercito produrrebbe una crisi di disoccupazione; ma riteniamo che la. crisi non durerebbe molto. Anzitutto il fatto che molta parte delle nostre terre può accettare utilmente un certo, aumento cli lavoro anche senza aumento di capitale, poi l'emi– grazione (fenomeno niente all'atto malefico per chi non lo consideri con vedute militariste), poi l'au– mento del capitale impiegabile nella produzione, poi 11aurnento cli esportazione pro,·enientc dal ribasso del costo cli produzione (proveniente, qum1to, a sua volta, dal ribasso dei salari), porterebbero in brevissimo tempo il riassorbimento delle braccia clivenute dispo· nibili; e quel sussidio che, secondo qualche scrittore militarista, si dovrebbe distribuire agli CX•militari disoccupati (sussidio, aggiungo, che potrebbe o do-

RkJQdWJsaXNoZXIy