Critica Sociale - Anno XIII - n. 16 - 16 agosto 1903

248 CRITICASOCfALE Nord sono protetto dnl sistema doganale e invnrlono il Sud, o i prodotti agricoli del Nord sono protetti per le tariffe rerrO\'la.rie dai prodotti del Sud e padronegg-iano senza concorren;m i mercati del .Nord. r~a soluzione del problema non si può rilrO\'are se non in una riduzione uniforme di tutte le tariffe ferroviario agricole e in una JJoli1ica di libero scambio che permetta ai piemontesi cli estendere fuori d'Italia lo smercio dei loro vini in compenso di ciò che J>Crderebbero in Piemonte per la. concorrenza dei vini meridionali; la, quale concorrenz:\ del resto non potrebbe essere sensibile se non fra le classi prolett\rie della citt1\ attratte dal prezzo moderato o.{. dei ,•ini,.1rnglicsi, mentre la borghesia non abbandone– rebbe il vino d!l J)a"!to piemontese. E in questo pro– gramma si ooncillorobhoro i vat'L interessi regionali 1 e ci troverebbe il suo tornacouto sopra tutto il proleta– riato del :Nord, ohe berrehbo vino a buou mercato. Jnol– tro1 non essendo pos<iiUllo una politica. di libern scaml>io nei vini, senza· conceder allo altro na1.ioni una riduzione sui dazì industriali, e po1·tando questo come conseguenza necessaria l'abolizione del dazio del grano, il programma del vino a buon mercato non è che l'altra faccia del programma del pano a buon mercato. E nessuna oeca• sione J)il1 bella di questa pote\'a a\·cre il l'artito socia– lista per iniziare la campagna intorno ai prossimi trat– tati di commercio e intorno alla questione meridio1mlc, la quale da questo punto di ,•ista è la questione piì1 al– tamente democratica che abbia oggi il nostro 1rnesc. Eb· bene, mentre il :\linistero rammollito pro, 1 0Ca\'a in Pie– monte un nubirrngio di proteste, ricluccnclo le tariffe dei trasporti dei vini meridionali in l]Hllliera. ridicola 1 ma. dandosi Paria di fare un favore al :Wezzodl, e mentre i sonniniani di\ 1 enh 1 nno teneri 1>er lo Statuto o,a.gitn.vnno la questiono co~tituzionnlc per dar noia al 3Hnistero, evitando di compromettersi sul fondo del/e cose, cioò sulla necessità di riformare lo tariffo non sol6.nel .. le pro• flOl'zioni ridicolo o insidiose fll'Oscelte dal :\Hnf'stero, ma in proporzioni maggiori, i deputati socialisti Nofri e Vigna, riformisti a111.ichòno, si imbrancav~, coi pro– prietari di vig11eti; o l'Al'(mli! rivoluzionario s.l.puardM·a bene dal pronunciarsi sul contenuto della riforma mini– steriale e gemeva come una vite tagliata, in fratcUe,•ole accordo col Gionutle cl'llalia, :mll'in;_,ulto i~ulilo ,;tto allo Statuto, rim11rO\'Cranclo pnternnmente ~ ptemÒntesi perchò protestavano contro le riduzioni 1 mentre sarebbe stato pili igienico protestare solo contro la- forma. inco– stituzionale di esse. E cos1 si ranno le riforme e cosl si fa la ri\'oluzione! Progetto diun forno consorziale inMilano''' Lo scopoimmecliato del presente progetto è <l'indole essenzialmente economica; trattasi cli associare quattro Jstituti cittadini per poter produrre a costi minori una merce di consumo comune; trnttasi dell'istituzione di un forno sociale, per ottencro il pane nd un prezzo inferiore n. quello che i predetti istituti sono obbligati attualmente a pagare sul morcnto. (I) Questo vrogctto fu rcdotto <In\ J)ror. Montenrn.rtln\ 11erlnctl!'1co avuto, fin dallo IICOl'l>O llllllO, di\ Ullll Comm1otono del rl\l)J)TCS(•nl,rntl dcgll lslltutl !11\l,U1l'81 lll C880 cont('ll1]•1all. NN rt11.tteml)O /\lCunl fra essi conclusero contratti con <IHfoC!ttndlno; ciò non toglie cl1'eu1 1ionm10, 1111eguuo, od altri ln loro 1·ecc, c11trnrc nel Consor,:lo; le condl..:lonl dol 11rolJICIUR 1'08lll110 lnnlterntc. Il lll'Ogelto ru dli,cuno 11c11nCommissione e, nltlmnmente, anche nel Consiglio os11Uallero. l,Ool>Ule:r.10111 riguardano 11rl11clpn1menle!a J)08811Jllllàdi nl>ollro IOs11e8e tll dlstrlOuzlone, me<Wrnte l'utmzza. z1ono 1lellR rete trnutv\Rrln. (Note, della CRITIC.à.). ot G L'orgnnizznzione aV\'errebbo tra i seguenti istituti: 1° 0".lpedale ~lagi.tiore, con un con~umo medio giornaliero di Jlane di ql. f>j 2° Pio \ll>ergo 'l'ri\'ulzio (rico\'ero dei vecchi), con un consumo medio giornaliero cli ql. 2,i4; 3° Orfanotrofio nm<irhil<', con un comumo medio gior– nnliero cli ql. 1,63; 4° Orrnnotroflo femminile 1 eon un con~umo medio di ql. 1 1 5G. Si tratta complessivamente di un con~umo medio giornaliero di oltre dieci quintali di JlR.ne. Il tentnti\'O cli siffntta organizzazione si estrinse– cherebl>c ad un quo nel sostituire nlroperazione di scambio la produzione diretta. del prodotto Jlnnc. Perchè tale te11tativo ricscn, occorre che si verifichino le seguenti condizioni: a) che l'impresa produttivn, a cui si di'i \'ita, sia su– periore all'impresa attualmente esistente sul mercato, e che la prorluzione possa esercitarsi sotto l'imf)erio della legge dei compensi crescenti. Solo a questa condiziono si potranno ottcncro dei prodotti a costi diminuenti, gio\fandosl il nuO\'O produttore di tutti i \'antaggi della produzione in grande; b) che la clientela, a cui dovrà sel'\'ire la nuorn imprcsn, sin 0011 cortezza preventivata, sicura. e non oecillanto. \"eriflcnndosi queste duo condizioni, Pesperimento di produzione direttn, da pnrte dei no~tri quattro istituti, 11011 subirà nlcun pericolo di rischio, e potril con certezza. trionfare, costituendo unn riu~cita operazione economicn. Da.to che il tentatiTo debba eo,tituire un esperimento che dovrà R\'er.e lontane, larghe e durature conseguenze, come q11cllo che sarebbo ntto a dimostrare la possibi– lità cli trn'lformare In grande industria l'industria della paniflcazio11e, i;! è \'Clluli 1101JJCIJJ;ierodi nssocinre nel tentativo l'ente <:he 11rnggiorme1ite potrebbe dare impor– tanza all'impresa, di associnre cioè il :Municipio. Anche il MuulciJ)iO ha un consumo proprio di pane do– pochò nei pubbllci IJlsogni è stata accolta la refezione scolastica, Ln. refezione seolnstica in Milano importa. un consumo giornaliero di pane cli circa. 15 quintali. Come per gli altri enti eousideraf,i, anche per il ~\Iu– nìcipio tjlnmo di fronte ad uu problema economico. Si trntta di fnro 1111 confronto tra il prezzo attuale unitario del pllno cd ìl costo unitario di pro<luzione, data la pa– nittca.done clirettn.; In ultima analisi, si tratta auche qui di vedere se convenga maggiormente rh'olgersi ad un mercato di scambio o nd un me;cnto di J)l'Oduzione. Questi problemi di vnlore costituiscono per il Muni– cipio i cosl detti prol)lemi di municipalizzazione sem– plice. li )lunici11io è obbligato ad impiegare il più eco- · nomicnmcnte JJO'Jsibile il denaro dei contribuenti nella soddiefnziono dei pubblici bll)ogni. Come non ci sarebbe dubbio alcuno sull'OJ)l)ortunilà. di ricorrere nel un mer– cato x in cui i prezzi fossero inferiori ad un mercato y, cosl non si potrà. stare in dubbio sulla convenienza cli abbandonare una forma di scambio per adottare una forma. di produ1-ione diretta, tnttc le volte che quest'ul• tima riesco più economica. Le c,tu"!e, che posr;ono fare pre\'Cdere la superiorità. della municipalizzazione Rcmplice e della produzione diretta propo:1ta 1 di fronte alla concorrenza della produ– zione privata, con<iistono nei cnratlcri dell'industrin pa– nificatrice, i QU!lli JlO<i:-10110 essere rilevati nella prntica delle coso. Innanzi tutto, l'indu."trin. dc\ln pnnìllcazìone procede ancora col si-;tcmi nutiqua.ti della J)iccola indu<:tria; la concorren1-a ò virn fra. I diversi piccoli proprietari, ma non ò suftleicnto: si tratta di una concorrenza anarchica, cho impedisce all'impresa di trasformarsi in grande im•

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