Critica Sociale - Anno XIII - n. 13 - 1 luglio 1903

CRITICA SOCIALE 199 a qualsiasi genere di sfruttamento, sia per il ritenere molto onerosa qualunque prestazione d'opera (tantochè quasi nessun Boero era, prima della guerra, servo di un altro), a.ccolsero facilmente le dispO!<izioni più libc~ rali in favore dei lavoratori, accettando le otto oro di lavoro ed il riposo resti,•o obbligatorio ed aiutando sempre i lavoratori nella lotta per le alte mercedi. F: come avrebbero allora JlOtuto i cn1>italisti ottenere questo ambìto 1>otere politico? Domandando ed inducendo gli operai a domandare la fmncllise, l'unica cosa che i Boeri non ,•olevauo conr.c• etere e non concessero. buie irae e la rivoluzione di ri– sultato non pili felice che il 1•afrl di Jameson. I~allora? Non resta.va che pro,·ocaro la guerra spin– gendo (coll'aiuto degli ambiziosi e col miraggio di un J)Ossibile sviluppo commerciale ed industriale cho eclis– serebbe per sempre Germania ed America) nlPeccosso il sentimento imperialista, allora allora sorgente nella patria di Oladstone. E In guerra scoppiò e durò ben oltre i due mesi previsti e costò all'Inghilterra ben oltre ogni suo credere. ira. puro un giorno la guerra flnl, e finì pure In legge marziale, invisa ai capitalisti più che a chiunque altro. Dacchè essi non trovarono affatto i loro alleati nei generali dirigenti In guerra, i q_uali, scoperto il giuoco, non erano o non si mostravano certo grati a chi ave\•a tirato loro nd<losso tA.uti insucce,'!si e tanti lutti. Tantochè il Kitchner rifiutò ostinatamente ed a lungo (fin quasi alla fine della guerra) il J>ermesso di riaprire alcuno miniere . .Non solo perchò temeva che molti dei volontarii avrebbero prerorito il lavoro tranquillo e meglio retribuito delle miniere al soldo quotidiano di 5 scellini per cui rischiavano la vita, ma anche perchè non vo– leva, in omaggio alla sua morale di rigido soldato, che, mentre il diseredato moriva c·ombattendo, l'affarista ar– ricchisse speculando. Finita dunque la leggo marziale ed insediatosi l'/Ugh Commissio11er (or 5<,uth Africci Lord 11ilner, creatura dei capitalisti, questi restarono padroni del campo. 11 loro sogno di avere il chea.p labo1t1\ ossia In mano cl'OJ>Orn . buon mercato in tutta la serie dei ln.\'Oratori, ha ora, finalmente, la possibilità di realizzarsi e, siatene certi, si renlizzGrà. Ed In che modo? Colla Importazione di una razza tale che presenti i vantaggi dell'operaio bianco senza averne 11li inconvenienti; che ne abbia, in altri termini, l'intelligenza e la. forza senza a\'erne le J)reteso. L'wltitc unsi·illed labour (lavoro dei manovali bianchi) è nell'opinione dei capitalisti (rome intuì e constatò ra– pidamente .Adolfo Rossi) qua.si assolutamente escluso possa un giorno attecchire. Perchò, dato pure, o noi1 concesso, che esso potesse ottenersi allo stesso buon mer. cato (cosa impossibile) del lavoro di altro razze meno evolute e 1>otessoben presto surrogare il minatore pro– ,·etto (skilleà labour) senza chiederne il salario elevato, purtuttavia resterebbe il quasi sicuro pericolo di una organìzzazione operaia di resistenza ('l'rctdes Unio11s} ed eventualmente anche a sco1>0politico (la Nuova Zelanda insegni) che distruggerebbe d 1 un colpo tutto l'edificio costruito dagli speculatori con una ,•olontà. ferrea ed una costanza rara. Di questo pericolo sono 1>rovaanche nel caso speciale (oltre tutto il movimento operaio uni– versale) i campi auriferi .Australiani, dovo il salario mi– nimo dell'operaio manovale non ò inferiore ni 10 scellini (12 fr. 50) per giorno e dovo purtuttavia gli scioperi, pro– vocati clalle solite controversie fra capitale e lavoro, sono frequenti. Che anzi, J>er evitare una. ))roba.bilo e pericolosa. concorrenza, gli operai ottennero in Australia (come già nel Nord A.meWca.),dal potere politico, il di– vieto assoluto allo sbarco delle razze gialle, non esclusi - horribile cliclu - i Giapponesi, neo-alleati della bio1ula Albione. Orbene, i capitalisti africani prevedono tutto questo e sono logici nel voler vreve11in, ben sapendo che non po– trebbero poi reprimere. Quindi niente tohite labo111·. Ma neppure i Cafri 1 ossia gli indigeni ciel Sud A t'rica , /Ja– sulos, Zulh e Cafri pol'toghesi del i\[o;mmbico) rispon– dono ai loro scopi. Dacchè, a parte la difficoltà dì re– clutlH'ne un numero surtlciente, essi hanno già molte pretese e divengono sempre pili irrequieti, &\'endo, du– rante la guerra, guadagnato danaro ed osr-onclostati abi– tutlti a vivere qunsi alla. p:n,·icol soldato inglese. li 1>oi, la loro intelligenza non è tale da permettere loro di sostituire - in linea generale - il bianco anche nelle mansioni più delicate. Oltrcchè il Cafro~è svoglntto e subisce il lavoro per un solo scopo: quello di procurarsi, collo sterline guadagnate, allo1·chò ritorna. alla tribl1 ua.– tiya, un certo numero di vacche, collo quali egli J>uò com))rare tre o quattro o più mogli. Queste poi lavorano per lui ed egli trascorro beatamente la vita. cli parassita. del sesso remmineo, sdraiato nel suo kraal. Bisognava J>erciò scegliere un'altra rnzza o fu appunto alln J;chiatta cinese che si rivolse lo sguardo benigno del capitalista. Il Cinese si potrù. reclutare in buon nu• mero (data la iporproduziono di uomini nel misterioso paese dei II mandarini 11) e facilmente, essendo egli ora respinto da quasi tutti i paesi civili. E:gli è sobrio, la– vora, per un salario minimo, con tenacia e rassegna– zione non solo, ma ò intelligente od assimilatore, Cosicchè in un tempo relativamente breve egli sostituirà anche l'operaio bianco (s1.-illed lctbour) dal minatore al mec– canico ed all'essayer. E nella miniera basteranno pochi ingegneri per farne muovere tutto il vasto congegno. Ed in conclusione il capitale frutterà, anche se impie– gato in terreni auriferi poveri, che non J>Ote,,anoessere ora lavorati ap1>unto in ragione delle alte mercedi. f.; proprio vero che tutto il mondo ò paese! ·111 una corrispondenza dol 18 gennaio u. s. al Secolo di l\lilano, il ,,a.Joroso prof. Francesco Pullò metteva in rilievo la identica lotta che avviene ora. in India e precisamente a. /(olar, il centro aurirero a 200 miglia da Madras. li Pullè enumera te ragioni apparenti per cui gli operai Italiani (che rappresentano colà Io skilled labour) vedono rapidamente scemare i loro guadagni, in passato assni buoni, e poi osserva: " Ma. la. verità., che sfuggo forse agli operai stessi ed agli im1>legnt1della miniera, sta. nella legge d~I cnpitalo, cho tende ad inJlrOssaro a spese del lavoro e corea il lavoro meno costoso. Gli italiani hanno istruito gli in– digeni: e questi costano men che la metà di un italinno ..... È un nitro episodio di quella lotta Intente, ma minac– ciosa, che già segnalammo nell'Oriente l~stremo fra i bianchi ecl i gialli. ,, E che ne dicono i molti commercianti grandi e pic– coli, gli operai ed i settlers, infine la folla anonimn, im– ))Crialista. in buona fecle, che ha lottato sui campi di battaglia 1>ertro anni ondo poter dire un giorno di es– sere in casa propria (at home)? Naturalmente essi si agitano, protestano, minacciano e quasi direi insorgono I TU un grande ma.'is-meeti119 (comizio popolare) di pili che 5000 per5one, tenuto qualche mese fa ali' Wande1·er'sllaU ed n cui parteciparono (all'infuori dei grnndi specula.tori) tutte le gradazioni sociali, dal 1>il1umile artigiano al pii', ricco commerciante, le proteste furono fiere, viva– cissime. fie parole u 1·ifles and wmmmitio11s,, (fucili o mu– nizioni),,, clynomile II ecc., erano pronunziate bene spesso

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