Critica Sociale - Anno XIII - n. 13 - 1 luglio 1903

198 CRITICA SOCIALE amministrazioni municipali. Forse l'abitudine al com– promesso, più consona nelle razze teutoniche e nor• diche in genere, potrà evitare clamorose scissioni e secessioni, come S(l n'ebbero in Francia, e, anche se cc ne fossero, non farebbero che separare due fun– :doni, utili entrambe a scopi diversi e che esigono diversi organi. In ogni caso, il tener dietro d'ora in nanzi con più assiduità aJfa.politicù socialista tedesca per trarne insegnamenti, come fin qui ne traemmo conforti, gioverà. assai anche ai socialisti d'un paese come il nostro, dove, almeno nei mutamenti e nei progressi formali, si corre forse anche troppo, e certi momenti solenni per la vita d'un partito possono sopraggiungere, quando meno ci si pensa. da tutte le pa.rti. .A.NOJ~LOCHESPI. LAGENESI DELLA CRISI NEL SUO AFRICA Capitalismo ed Imperialismo La guerra Anglo-Boera ha suscitato un interesse mon– diale, non solo Jler l'importanza militare inattesa che essa assunse (rappresentando da una parte il recorcl delle Spedizioni coloniali eia Stati europei e dall'altra la prova della straordinaria forza che può svilupparsi da una na'zione armata aucorchè non J)errettamente or• ganizzata), ma anche percbò essa estrins~cava in una forma prntica e violenta il principio imperialista dell'In– ghilterra fin de siècle. Il cui partito governante, mentre voleva anzitutto dare, di fronte all'opposizione morale del Continen.te, una prova di tenacia catoniana, sperava anche però - nel suo intimo pensiero - di inseguare ai popoli, con una strepitosa vittoria finale, non solo militare ma a.nelle economica, che un potente sviluppo fiuanziario nazionale segue e compensa i sa.criflzi della spedizione armata. anche la più disastrosa. Orbene, ò appunto nello studiare se e come quest'ul– timo tacito ideale ha trionfato, che il sociologo - ora che l'eco delle belliche gesta. è svanita - J>Otràtrovare elementi di molto interesse ec!utilità per ht scienza J>O· litica. ed economica. Sotto questo punto di vista la crisi JJreseute, e la qualnnque soluzione che ne seguirà, as sumono una importanza uguale a quella. delle vicende guerresche. Ecl io, valendomi dell 1 opportunità di essermi trovato o trovarmi in mezzo a tali anenimcnti, mi pro– pongo di concorrere modestissimamente a questo studio critico, con una serie di ossenazioni, rispecchianti, il più olJbiettivamente che sia possibile, i diffe1·enti aspetti ed il progressi\•o svolgersi di questo grande episodio della politica inglese, il quale potrà molto insegnare ad altre tiazioni invase dalla. febbre della colonizzazione. 11 SemJ>er aUquià 11ovi Affrica affert ,, ! In Europa non si conoscono forse ancora esattamente - dalla generalità del pubblico - i moventi complessi di questa storica guerra, che scagliò un grande poJ)olo alla conquista di una piccola nazione pastorizia, vivente di una vita quasi inistica e trascinata apparentemente in tale lotta dalla questione della franchise (franchigia elettorale) negata agli lnglesi che qui risiedevano. Da una parte i boeroflli inglesi e continentali videro nella lotta la })ura.e semplice cu1)idigia inglese 1 frutto delPJmpcrialismo. D'altro canto i "jingo 1'l inglesi e gli angloflli continentali credettero vedere nella guerra l'avanzarsi necessario della civiltà nuova al disopra di un piccolo popolo misonci:ita, chiuso al })rogresso ed all'attività. 'Ma ciò nou ò. Queste erano parvenze di mo– venti aòilmente nµtriti e sfruttati. In fondo il Deus e:i; machina ~Ila guerra ò uno solo: e cioè l'interesse 1)ar– licolare, non •1wzionale, del capitalismo. 11~urono i capita– listi che iniziarono e svilupparono e continuano a svol· gere un J)iano di campagna assolutamente l'ogico (ne \'Cdremo il perchè) dal loro punto di vista: e qualunque opposizione dovrà. cetlere alla loro volontà. E quale è questa campagna? 1~, anzitutto, perchè e come originò? Sriluppatasi come per incanto l'industria mineraria aurifera nel Rand, coi capitali che Inghilterra e Francia ver.sarono qui a. piene mani, vennero formandosi in questo paese fortlrne rapide e colossali, che individui acuti e tenaci seppero accumulare accaparrando i di– ritti minerarii di molta parte del paese, ma specialmente del Witwatersraiul, il distretto aurifero di Johanuesburg, formato dal più ricco filone di conglomerati (detto bankef) che sia finora conosciuto e che misura circa 30 miglia (-1.5 chilomeLri) in luughezz,L Essi acca1,arrarouo, dic<', tali diritti a prezzi modestissimi e li rivendettero poi per prezzi favolosi a centinaia. di Compagnie formate col capitale europeo. Ma, oltre ad intascare laute somme di danaro, si riserbarono ancora gran numero di azioni (ottenute gratis, s'intende) e con eiò anche la direzione delle Compagnie ste.sse. La quale direzione 1liede e di\ loro un triplo vantaggio; e cioè: 1° larghi })roventi come amministratori; 2° dividendi immensamente SUJJeriorinella loro qua– lità di azionisti fondatori i 3° controllo della ]~orsa.per quei dati titoli che hanno pieno diritto di maneggiare a loro talento nell'interesse della Compagnia, ma anzitutto nell'interesse loro proprio. Fu in tal modo che si formarono nel 'l'ransvaal una dozr.ina di fortissime Società che monopolizzarono tutta la fortuna aurifera del paese e maueggiarono a loro piacimento i titoli sud-africani in tutte le Uorse del mondo. Ma, arrivati a q1:1estoapogeo cli fortuna sulla ro\'ina di migliaia di infelici credenzoni (che, JHesi dalla ]>azza febbre del boom, impiegarono e })erdettero centinaia di milioni in azioni di sup1)oste miniere aurifere), i capi di tali Compagnie compresero che la grande e })lira spe– culazione dì Borsa, colle sue ipertermiche ed irregolari oscillazioni, non poteva durare. E decisero di aggredire il quesito puro e semJ>licedello sfruttamento reale delle miniere t1·ovate !Juone, alle condizioni piì1 vantaggiose possibili. Ma, per sfruttarn le 200 o 300 :Miniere che si JlOSSOnoancora aprire sul Rancl e su altri Goldfiel<ls, occorre,•a diminuire il prezzo elevatissimo della mano d'opera, avend'o quasi tutti gli impiegati bianchi subal– !erni (minatori, falegnami, ecc.) 25 o 28 franchi al giorno, 50 franchi i managers dei vart Dipartimenti, e dn 70 a 100 franchi gli ingegneri ecl il manager gene• raie. Non solo Jlerchè ne sarebbe ridondato un maggior utile agli azionisti, ma anche perchè (ed ecco la logica già accennata nelle mire dei eapitalisti) il percento di oro ricavabile da certi t6rreni a.urireri coi processi at– tuali cli estrazione è così magro, che assolutamente essi perderebbero il ca1)itale mantenendo i salari accennati. Ed infatti, se non rendono neppure moltissimo le mi– niere che danno in media da 10 a 12 pennyweights di oro I)er ton di minerale macinato, come potianno lavo– rarsi tante e tante altre che danno s o 6 o meno pen– ny1veigts J)er ton? )fa, d'altra parte, gli speculatori viclero che il tentare questa diminuzione di salari.o sarebbe stata opera vana non avendo in mano il potere l)Olitico, ancora riserbato tutto intiero ai Boeri. l quali, sia per Pjnnata avversione

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