Critica Sociale - Anno XIII - n. 13 - 1 luglio 1903

Critica Sociale f?IVISTJI QUINfJICINJILE fJEL SOCI.IILISMO Nel Regno: Anno L. 8 • Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 • Seme~tre L. 5,50. Lettere e i·aglia all'Ufficio di. CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno Xlii - N. 13. Non si ven<le a 1n1,nie1•i sepa,1·ati. Milano, t • luglio 1903, SOMMARIO Attualità. li l't"AO (l,A CRITICA Socu1,1;). li soclalismo ltclesoo t- U ~ tlemi-mo1Hlt- ~ Uuliu110 ({l.1.ur.1., CMH,101..1.). L(I, f!C,,t$L dt-1/(t crlsl nel S11d-A(l"i,ca: C11pit(11i,11mo e(}. illl/>tl"l<lli.$1/IQ PIARCO TULLIO). A jll'<JJJO8UO(Il fll'Qp(tg!Utd« illlJll'Ocl11/l/rn (t'. XICCOl,1!>1), Studi ~ociolor,icl. Qrym1iz::«.::to11e e politico det un-oro 11e11,, or9a11/::.::a.::lo11cB0ciale tlei COIIBIIIIIL: lii. f'IBIO/o{Ji!t delle «ssociozionL (/j /<n·oI·0 (S. CHUL\- 1.epreseuU co,idLzioM dell'emiorozlout- ifaHa11n: IV. NLsel'tt- e pe,·i– coU {l)ott. CA!U.O l'F.TIIOCCJtl). Polltlca municipale. Gli ori::;:01111,dtll'l9ie11e n1111dcipal~ (ANGl.01'1111,U~). Filosofia, letteratura e varietà. Àl'Chlfelt111·,1 t- S-OcillliSmo (i,;TTORI:: l<'ADU;TTI). Ai ritardatarii. Fra giorni invieremo agli abbonati ancora morosi la riscossione postale. Preghiamo la loro cortesia .di di, sporre pel pagamento. IL VOTO - dopo l'immane sforzo - si affrettò ad abdicare, fuggì come un'impazzita, votando meccanicamente quante leggi il llinistero le porse 1 lasciandone pen– denti altre e non poche urgentissime, abbandonando i vergini bilanci in balìa di quel Governo medesimo che, quarantott'ore prima, altri proclamava spacciato. In questo cu1·ioso scompiglio, vero fénomeno di folla legiferante, i socialisti non ebbero un'esitanza: non discussero neppure il voto; interprete Leonida Bissolati, votarono tutti, secondo che i loro prece– denti o la logica della situazione loro imponevano. Senza spavalderia o senza rammarico, votarono contro. Fu un voto di affermazione? Fu uno di quei voti che si danno quando e perchè si è sicuri dell'in– successo? Noi - scnz&,proscriverli in modo asso– luto - sentiamo _per simili voti una assai mediocre tenerezza. Appcua essi si capiscono quando un par– tito, ai primissimi inizii della sua vita politica, e così scarso di forze da non potere normalmente in– fluire sulla situazione, non ))UÒ aver altra e ma.ggior cura che di " atteggiarsi "' di darsi una fisionomia ben distinta, che gli manca ancora. Allora si vota non per la Camera e neppure per il paese, per recare cioè al paese un determinato vantaggio; ma per se stessi e per quei pochi seguaci della platea che non son sicuri cli voi, come non lo siete profondamente voi stessi. Si fa della forza in ragione della debo– lezza elle si avverte in se stessi. Nelb. Camera si continua la propaganda elettorale. Non si dice: ve– dete quello che facciamo, ma: ve.dote chi siamo, come siamo f,1.tt.i; vedete quello che faremmo, che sa,prcmmo fare, se il mondo fo.:,sodiverso, se fossimo noi mag- gioranza. Si posa) insomma. J/urnfl. e l'appello nomi– nale sono uno specchio o un dagherrotipo. [ voti di affermazione sono dunque voti infantili. Quando un partito è fatto) e sicuro di sè, e 11011 vuol perdere tempo, esso non si dà. questi lussi, non si All'ultimo momento la Camera fu prer;a come cla. consuma. sterihnente in questi onanismi. Il "oto di un tremore. Essa, che a,veva osteggiato l'opera ciel affermazione ò un semplice gioco. ·11; 1 come il gioco Gabinetto in quel poco che pure prometteva di vivo negli adulti, ha un chcl insieme, di goffo e cli im– e di vitalej essa che, mordendo il freno, aveva tolle- morale. Di goffo, porche la Camera non è un'acca– rato e trangugiato lrt politica interna come si su- clemia, nè di esteti, nò di filosofi. Di immorale, pcrchò bisce una jattura indeprecabile; all'ultimo istante, suppone una reticemm e un inganno. Noi votiamo quando il Ministero apparve logorato dall'azione e così - si pensa - perchè siamo sicuri di non riuscir pili dall'inazione sua, dalla violenta secessione di vincitori; noi dichiariamo il nostro voto così, p~rchè una parte di sè, dalla ricomposizione lungamente andiamo ben .certi di non persuadere, oggi, quasi tentata invano, o il Contro e il Gruppo rucliniano, ncssu110a seguirci. Vi è corno un tacito patto fra sempre tentennanti, sembravano alfìne risoluti a da!J3 chi dà questi voti e i suoi avversarì: v'è il presup– l'assalto; essa, nella sua enorme maggioranza) nella j posto che agli avversari' non prenda il ghiribizzo maggioranza. pletorica delle giornate solenni, ebbe ' di disarmare. Olà - si pensa -- avversarì, arate paura di sè: nessuno sembrò sicmo dell'indomani. ! diritto, perchè noi ariamo sghimbesci pensatamento I Gruppi si fransero; si cliviso l'Estrema Sinistra, 1 e fidiamo su voi. Si pensa, ma non si dice; si dice molti deputati sentendosi divisi in se stessij si scisse -1 1 1'opposto; si tresca colla menzogm1. La morale, pri– particolarmente e con reciproca asprezza il Gruppo vata. o politica., è giustappunto H rovescio, Quello è radicale. La. minaccia, susurrata appena, clipossibili hcno, che può essere ,,ssunto a regola universale di non ]ontani Comizii disarmò talune vcJlcifa cli ribel- : condotta, e che tonto ò piì1 bene quanto è effettuato liane; parecchie schiere balenarono. La maggioranza . pili largamente. Così nella vita, così anche nelle as– in favore del Gabinetto, incerta due giorni prima I semblee. Ma il voto irresponsabile, dato perchò si ò del voto, sicura nppcnrt di unn, trentina di sulTrngi I ccrt.i della sua innocenza, e che, divenuti più forti, il mattino stesso del sabato, superò l'ottantina nel si muterebbe domani di nero in bianco, nega e pomeriggio. Come liherafa da u11 incuho, la Camera ) ro111h~1uHt. so RLesso. ,~:~!n !rncco i'whivaratichc, pn e e no H1a

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