Critica Sociale - Anno XI - n. 15 - 1 agosto 1901

CRITICA SOCIALE 227 di filosofia letteraria. La coscienza della propria in– tegrità scientifica emancipa lo scrittore da ogni pe– dantesco rifacimento di docmnenta.zioni; Je sue as– severazioni, per quanto ardite, non hanno bisog110 cli limosinare la raccomandazione delle citazioni, comode e care ai nullatenenti clell'inteUigenza. La conclusione del libro, che ne forma la sintesi, è un vero atto cli fede sana e buona; una visione coraggiosa delle aHernative deJla storia ed un giu– dizio onesto di tutti gli orgogli cho sogna no J)azza– mente un'ing-iusta dominazione universo.le ed intanto gavazzano nclJ'orgia di un trionfo che credono im– mortale, sembrando loro di avere raggiunto i fast,igi supremi della vita, al di sopra delle contingenze della storia, al sicuro dagli attacchi delJa fortuna e della morte, come dei o· semidei, come l'immor– tale popolo iperboreo de1la leggenda pindarica, bon– chettante oltre ai confini della terra mortale, rav– volto nell'aureo sorriso di un sole che non tramontà mai .... " .... Ma noi sappiamo cho i piil lunghi, i pii1 s1>lenclicligiorni della storia hanno i loro tramonti, e che il silenzio e la tenebra ravvolgerà a 1>oco a poco i fasti d'apoteosi clei trionfa.tori d'oggi i mentre altri uomini, che fra tanto lavorarono nell'oscurità e nel silenzio, s'avvieranno alla loro volta per la china clel trionfo e prenderanno il loro posto. " 'l'utto il libro di Malagodi ò una rivendicazione dell'idea morale, della. libertà, del progresso, ciel lavoro. Jn quest'ora stessa, mentre l'imperialismo deUa corruzione e della violenza sembra erigersi sicuro o trionfale sulle ossa dei vinti ed ogni traccia di luce sembra dispersa, la salute, ossia la missione sacra del progresso, sembra rinverdirsi nelle sue ra– dici, passando tacitamente, dalle nazioni che hanno compiuta la propria parabola, a quelle che l'hanno appena iniziata, alle nazioni non ricche, non forti, non fortunate, cho preparano col lavoro silente le gloriose rivincite della loro presente oscurità. L'rta.lia ha in questa impresa il suo posto segnato: cemen– tare con il suo buon sangue emigratorio gli ele· menti disparati della nuova civiltlt cosmopolita che si va formando nelJe colonie, o M•,•isare a crearsi in patria un'industria propria, rispondente al suo genio, abbandonando l'ilJusione di poter bastare a sò stessa ed al suo progredire con la pigra agricol– tura primitiva che non dà. lavoro sufficiente ad im– piegare le braccia dei suoi figli. Solo una grande in– dustria, improntata allo spirito di originaJità e di grnzia artistica elio le ò proprio, può salvare l'Italia dal progressivo immiserimento della sun a~ricolturn imJ)otente o dalla crisi in cui l'industrialismo estero, travolgendo il pio artigianato delle nostre bello città medioevali che formano come il 1>ianomediano della vita sociale italiana, ha cacciato il nostro paese, onde sono andati divelti tutti i puntelli tradizionali dello spirito conservatore e si sono aperte tutte lo porte davanti alla predicazione evangelica socia– lista. CI,AUOIO 'l'RJ,~Y}~S. Per di/elio cli svozio dobbiamo rinviare al prossimo fascicolo la fine della replica di Luio1 N•:ono al profes– sore Graziadei su l'aumento del salario nella teoria marxista e il seguilo dell<i Rela.zi01le M11,1,ERA~·o sii lo sciopero e l'arbitrato obbligatorii. Anclt~ al prossimo 1mmero, {rn l'altro, fa ripres<t d"!}li articoli mililari di SYIXA Y1\'1Aio, elle om lmUerli delle Riforme militari tecniche, comi11ciwulo dalla Ma• rina. G I NOSTRIDISSENSI L'articolo Il pa,-Uto socialista e l'attuale momento po– litico, pubblicato nel nostro ultimo numero e riprodotto iq opuscolo, ha dato luogo a larghe <liscussionl in tutta la stampa politica e - combinato colla scissura avve– nuta di questi giorni nei Circoli socialisti milanesi, por ragioni prevalentemente personali e locali, ma oho hanno riscontro in altre plaghe d 1 Jtnlia, e che collo tosi lumeggiate in quell'articolo hanno pure qualche connes– sione - sollevò Polemiche ,,ivaoissime anche in seno al partito. Del quale risultato non l)Ossiamoche com– piacerci con noi medesimi. Fra l'altro, rurono annunciati opuscoli di risposta di Saverio Merlino, di Arturo Labriola o fors'anchc di Walter .Mocchi..Avremmo re1>licatoa tutti in questo stesso rasoi• colo, di cui anzi a disegno ritardammo cli un giorno la J>ubbUcaziono.:Mafluo ad ora (1° agosto) non ci è dato conoscere, in mocloautentico e completo, il pensiero di questi nostri compagni, neo-compagni od ex-compagni che sieno. Non è nnzi senza un J>o' di sorpresa che vediamo, in giornali estranei od n1)cho velenosamente ostili al JHt.rtito socialista, analisi e riassunti dell'OllU scolo di Arturo Lnbriola., senza ch'egli - nostro colla– boratore - abbia 1>rovveduto a fare a noi le medesime comunicazioni fatte a quei giornali. Anche ci parrebbe puerile dissimulare ohe l'impronta 1>iì1caratteristica, n questa. campagna di opposizione all'esplicazione ragionata. del nostro atteggiamento - che ò quello stesso dell'Avanti! e dj)I Gruppo parlamen– tare - ò data dall'intervento in causa dell'avv. Saverio Merlino. Questo noto pubblicista napoletano - come sono napoletani, e le ragioni del fatto lo ha spiegato l'Avm1til, il Labriola ed il ~rocchi - dopo a.vere mili– tato per ben venti nnni nel part-ito anarchico, un bel giorno si annunziò ch'era entrato in una. sezione del ))nrtito socialista, ma non già (cosa curiosissima) nella sezione della città dov'egli dimora. JI :MorLiuo, ohe eser– cita ed abita a.Roma, preferì aggregarsi alla sezione di Napoli; nella quale egli portava, J>arosenza incontro.ni o.lcun ostacolo, il suo bagaglio di ano.rch.ismoraddolcito, riformi sta, J>i ccolo-borghes ee dichiaratam ente antioollct– tivistn, qua.lo lealmente lo riafferrna.v a testò in una in• tcrvista. da lui riveduta. e corretta. Ed ò a Na1>oli 1 nella sode del giornale JJa, Prop(tgamla, che si clice organo del partito socialista italiano, cbo egli J>ronuuciògiorni sono una conferenza nella quale proclamava - lui - la nostra decadenza da membri del partito socialista. italiano! 1.·uttociòdimostra bene l'esistenza, nel partito, di equi- voci, che ò urgente togliere cli mezzo. · Quanto al oosidetto II caso di hlilano 111 noi non intrat– terremo certo i lettori della Critie<i di tutto ciò che, ))Ur avendo qualche interesse locale, assumerebbe - l)er gli estranei allo organizzazioni milanesi - l'aria del pettegolezzo. Notio.mosolo che non intendiamo prestarci al gioco di coloro, che tentano seppellire la sostanza di un dissidio, che ò necessario ed urgente risolvere, entro le mi.sere pa1:1toiedi una questionoolla di procedura. Infatti, che la nostrn secessione dall'organizzazione milanese fosse imposta a1>punto dal dovere che sen– tiamo di servire il partito, ò dimostrato dagli stessi argomenti di coloro che la. biasimano. Questi, i..uratti,so– stengono che lo scopo di epurazione, eh 1 essi ammettono necessaria, da noi proseguito, pote,•a ottenersi per altra. via, e cioè coll'adottare, nella Federazione milanese, un

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