Critica Sociale - Anno XI - n. 15 - 1 agosto 1901

23G CRITICASOCIALE Ma le esigenze dello spazio urgono e mi affrntto Rcl aggruppare alcune dello osservazioni di replica che mi suggeriscono le risposte del Loria. 1 ° Non paro provato che il sottrarre alla ric– chezza produtth 1 a una parte per tenerla improdut– th•a, e il limitare le forze di lavoro, conferisca a crescere, anzichè a diminuire, col reddito complessivo della società, anche il reddito capitalistico cho ne dipende. 2° Proprio al contrario, il reddito naturale dei possessori degli elementi produttivi, aumentando in ragione dei capitali impiegati e dei rispnrmi adope– rati, Mrebho maggiore in uno st1,to di concorrenza " del mercato n che consentisse tutto t'impiego dei capitali esistenti, aniichè nello stato ipotetico del Loria "del massimo saggio relativo cli reddito. n 3° Non potendo influire la richiesta del lavoro ad eliminare il profitto, finchò il monopolio degli clementi produttivi ò nelle mani del capitalista, i mezzi per evitare tale ulteriore richiesta di lavoro sono economicamente necessari entro limiti,dstreUi. 4° Ad ogni modo, poi, nell'ipotesi figurata dal LoriR, la leggo di domanda di lavoro non agirebbe alfatto nll ele,·arc il salario, perchò la popolazione sistematica., di fronte ai capitali produttivi sistema– ticamente limitati, esprime appunto una maggiore domanda di capitali, che bihlncer·ebbe la maggiore richiesta. di bracciR, e farebbe restare inalterato il . salario. 'l'uttc queste ragioni, ed Altre cui sono costretto n sorvolare, mi hanno te1ù1to formo nello mie idee, anche dopo la risposta. cli Achille Loria. . . . Polemizza ancora l'Autore con il prof. Ornziani, col Lexis, col Gobbi, col Ricca, col Conigliani, sulle quistioui lici protezionismo, sulla. rendita, sull'inte– resse, ccc. - Finalmente arriva al pm1ctum saNens della Coslìtw:;ioneeconomica, confemporaneci: il pro– cesso di sopra.valutazione fondiaria. Secondo era da attendersi, gli altacchi pili veementi sono sta.ti rivolti alla nostra teoria. della sopravalutazione della terra. Cosl, a cominciMc dallo obbiezioni parziali, osserva. il Leone, che, ove si ammetta l'esistenza. della sopra valutazione e le sl attribuisca 1 come da.noi si rece 1 un moto })rogi-cssh 1 0, s'ha da conchìudcre che il proprie– tario non ha mai interesse a ,·enclcre la.sua terra, pcrchè ciò lo priva degl'incrementi successivi del suo valore. U Loria mi risponde che ciò sw·ef>IJe vero se la. s01>ravalutazione fosse cont.inuamcntc pr6grcssiva; ma, siccome essa. presenta periodi di sosta e di re• grosso, così ùt tali 1>eriocli. essa è vendibile. La mia ohbiezionc ora pili decisiva.. - Come si spiega, data la com1>lessiva tendenza a sopravva\o– rnrsi, che la terra sia un elemento liquido e Ycna.le, in tutti i periodi, e che, malgrado la preminenza non segreta tra tutti gli clementi produttivi, essa non venga monopolizzata dagli attuali clC'tentori, in guisr~ l'..!8lf:ltcn1.adi en11ltn111i11111J1lleAtt o i\ !erro Incolte? Per Jltlrtc mia, 11110110 scotllclsruo, che S(lr\Jn uno stuflstlco comQ Colul11nnt 11/.lr l'est. @lcn1.t1. <l'unn eow111)rodu1.10110 del IJcnl, lo seri.lo 11cr la so1•r1111ro(!u. 1.10110 do! mcz1.1produttivi. Il rcnomcno ad(lltnlo dnl l.or1n II rcrultl.· 1.10110 del nostro »s~crto ò del h1tto sporadico: mn Rd ogni modo i.I 111110,rn agovohncntc con Il sotto,consuruo delle Classl hworalrlcl, rho rende, cou In lh111c/11.1onodel mcrento, lnn11pllcnbllo uni\ 1u\rtc dolio. rlechOZY.a !)rOdutt11•1.1. So ,\Chlllc 1.orhl si J)OIIOdlUfUlZI In 111cnto 1'11)()• tesi d'un nllnrgamcnto del moro11,loo dogll slJoochl, vcdr/1 quel co.1,I· tnll e (1ue110 terre Inerti gettarsi con shmclo nella produzione rhnu• nerntrlcc. •: cosi 111sun ics! preclpltn. t; CIÒ che 11cnsa l'l:'.ngels (U,mr{ll.:1mu dei· WiSStllllCIW(I, l)ng. •2:1)~) che tllcc: " '·" grnndc lrt(tustrln, c11cvn " cacch\ por tutto Il mondo di 11uo1·1 consumatori, In cnsa 11.-opr!a riduco a 1111minimo cli famo Il cqnsumo delle m!\ssc, e eou (JIÒuccld\l li (lroprio mercato 111tcrne. " da sottrarla alla circoJazione? Il Loria 1 rispondendomi nel modo suddetto, dimentica che è proprio il suo sistema ad ammettere parzialmente ver -vera la mia conclusione. Jnfatti, n01 sottrarre le terre alla col– turn., per ingenerare il massimo reddito, v'è appunto la tende1iza a sfor11ire del carattere mercantile una. parte della tel'l'a. Ove quella eccedenza fosse 'resa invendibile, si iiprirebbe intera quella forzit cli con• c·orrenza, che il Loria esclude appunto dalla cli111it.– mica del reddito. Seguita indi il Loria ad esaminare le acutissime osservazioni del prof. Augusto Graziani) che è, n mio credere, il critico pill penetrante e sereno del suo sistema, intorno al carattere inibitiYo e sopra– inibitivo della terra. Poscia entra a discutere le ob– biezioni mosse alla stessa. ragion d'essere ciel pro– cesso di sopravalutazione. - Dopo cli aver rigettato una, in veritit puerile, ohbiezione del Conigliani, as– sume ad esame la mia obbiezione circa la p;•ovviso– ,·ietlt della inibizione spiegata dalla terra soprav\'a– lornta. Mi meraviglia non poco la risposta del Loria.. Se per sopravalutazione deve intendersi tutta la serie degli elcva111enUprogressivi cli valore della terra, e allora. la ragione sta in modo completo col Loria, perchò in tal senso essa sta. in 1111 rapporto costante di valore superiore al margine clirisparmio operaio. Ma ò chiaro d'altra parte che tale inibizione - per mantenersi e per impedire al proletario d'imposses– sarsi dell'unità fondiaria per sfuggire al profitto - ha bisogno, a misura che sale il risparmio e la possibilità del risparmio operaio (conseguenza fatale del.la di– stribuzione automatica), cli nuovi e ri1Jetuti, atti ini• bitivi, mediante la sopravalutazione successiva della terra. Ed allora in tal senso - e il . Loria non po– trebhe piil nulla obbiettarmi - è vera la nostra af. fennazione della precarietà. dell'inibizione. Ma riOattP. il Graziani: ammesso puro che la so1>rnva– lutazione giunga davvero nel inibire permanentemente la terra ai lavoratori, non sa comprendersi pcrehè i capi– talisti s'impuntino a t>raticaro un t>roccssocosl fertile di spaventosi disastri, quando posson riuscire ben più sicu– ramente e con minor danno all'intento, inaridendo la ronte stessa dei ris1mrmi operai, col ridurre al minimo t salari. E incalza il Leone: nel periodo su1>rcmo,in cui la sopra valutazione clclla terra. genera le crisi incessanti e la ruina clelPeconomin a salariati, perchò mai la classe capitalista non si aJ>piglia al mezzo di persistenza e di scampo che le si offre ad ogni momento dinanzi, la riduzione ciel salario a.I minimo saggio? (1) .Il Loria non fa a tal proposito che ribattere ciò ..che sapevamo già. dalla sua CostituzioneJ:i'co11omica, che cioè una ta\o riduzione scemerebbe la produtti• Yitì1 del lavoro umano. M,l appunto confortando tale ipotesi io avevo formulato noi miei ÀJJl}lmti questa proposizione: " Arriverù 1iecessarim11ente U momento in cui la sopmvalulazione avrù scemato U 11r0t.lotto <l'unaquantitù su11eriore et quella necessaria cou l<i ?"iduzionediretta del salario. " 1~ la climostrnzione non ne è difficile. Se per ottenere un reddito massimo occorre limi– ta.re la produzione colla. creazione di capitali ecces– sivi a. terre incolte, e se gli a.tti inibiti vi, sempre ere• scenti 1 apportano una crescente limitazione accompa– gnata da crisi che seminano Io scompiglio e il di– sastro nei rapporti economici, ò di 1>almare evidenzrt che questo punto economico, in cui l'cconomin. sisto-– matica a salario minimo san\ maggiormente produt• trico della supposta economia automatica, dovrà. ino– vitabilrnento venire. Infi:itti, ove questo processo di

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