Critica Sociale - Anno X - n. 18 - 16 settembre 1900

216 CRITICA SOCIALE La llnostiono Moriùionalo il F ùoralismo V. n mio amico 1 consigliere comunale cli un grosso Comune settentrionale - uno dei poch.issimi demo– cratici forniti di solida cultura economica e politica - mi scrive,•a nei ~iorni, nei <1uali cominciò a parlarsi cli autonomia comunale: " Si deve dare maggior lar– ghezza ai Comuni? Anche solo guardando le cose dal punto cli vistf~ democratico, mi pare difficile ri– s11ondere. Con magg-ior larghczza 1 Milano (lCJen\ i ricchi per arricchiro i po,,eri, ma molte aJtre citH~, sopratutto del Mezzogiorno (e sopratutto le città. piccole), profittcrnnno della lnrghe-aa per OJ>primorc maggiormcnt.c il povero a vRntaggio dei 9alantuo– mi11i e elci maf{io.~i. ,, Questa ohhiciiono nllc autonomie commrnli si può ripetere anche contro le a.utonomie regionali; ed è prodotta da quella diffidenza. verso la libertà in ge– nerale, la qirnlo ò nello fìto dei partiti democratici molto piì1 diffusa. cli quanto non si creda. n mio amico suppone che, con una piena auto– nomia comunale, ~lilano t}elerobbo i ricchi per arric– chire i poveri. l'n un Comune autonomo iJ pericolo è molto minore di <1uanto a prima vista af}pare. J!'inchò non sarà possibile la espro1)ria.zione generale della horghcsia, cioè la pelatura generale di tutti i ricchi senza lasciar loro il tempo di dire nè ai nè bai - e nessuno ò cosl imbecille eia crederla vicina - la pelatura parziale elci ricchi troverà sempre dei limiti insormontabili nelle leggi stesse della produzione e della circolazione della ricchezza: un eccessivo ves– samento dello classi capitalistiche provocherebbe tali crisi economiche, che il proletariato stesso ne sarebbe danneggiato, abhattcrehbc il Oovcrno che preten– cle::isc tli arricchire i poveri, o preferirobhc un Go– verno di ricchi. S11rchbe un'esperienza nmhtta a malo, come no vnnno a malo tanto altro. Nel Comune a.uto– no11101 lhtta una siffa.ttn condi:,;ìo11c lii cose, i conser– vatori 11011 dovrohhero far a.Jtro clic spazzar vh:t i democratici abbanclonati alle loro sole forio: è spo– l'a.hile che la spazzatura. avvengn. per via cli elezione; ma se i democratici, per il momento padroni ciel Comune, si servissero della loro autorità. per arre– stare gli avversari, impedir loro di votare, allonta– narli violentemente dal potere, i conservatori, forti elci concorso popolare, farchbero una dimostrazione armata, conquisterel)boro il i\Junicipio a suon cli fu– cilato o rimotterehl>0ro lo coso a posto. L'affare in– vece snrcbbo molto 11iì1scrio se ~lilano non fosse autonoma, e il Governo centrale avesse iJ diritto di metter le mani nella Jlasta milanese e fosse, puta caso, ultra democratico. l•:cco che la sostituzione cli un Consiglio comunale conservatore al Consiglio sven– tat{lmcntc democratico - sostituzione richiesta dagli interessi della città - diventerebbe molto pii1 diffi– cile; il Governo centrale metterebbe al servizio del Mu11icipio tutta la. sua i11fluc11zn,sarebbe capace cli sciogliere con un pretesto il nuo,·o Consiglio conscr– tol'C, intralcorobbo in tutti i modi l'opera conserva– trice, e ogni ora, toltf\. per O(}Cradel Govemo centrale al ristabilimento doll 1 cquiJibrio economico, ra11presen– tel'Cbbe tant.i milioni perduti dalla popolazione mila– nese. 1;:!JCi conservatori, rafl'orr.i,ti dal malcontento univorsnlc e irl'itnti tlnlla port.igia ncria ci el Governo 1111ihuio, insorg-essero, ecco elio i solda.ti tlclPHalht rn1a verrebbero a Milano a. ristabilire ]' ordine, cioè a. difendere i <IC'mocrn.tici rovinatori tlcl paese. Nel Comune ttutonomo la. rivolta dato che avvong-a - servirì, n soddi8riu·e i bisogni del paese; nel Comune servo ollontanerà. maggiormente la.soluzione benefica tl1tllo qucslio11i loculi. La funzione, che l'ipotetico Governo unitario de– mocratico eserciterebbe ne11a .Milano diventata con– servatrice, l'ha com1>ita in qaesti cinquant'anni nel– l'rtalia meridionale il Governo unitario conservatore. In questi c1uarant'iu111i il Governo non ha fatto m,1i, mai, mai, nulla per im(ledirc che nel Mezzogiorno i ricchi pelassero i po,•eri; ha invece sempre aiutato i ricchi ad opprimere i 1.)0veri,perchè era questo runico modo per raccogliere nel Parlamento unitario una maggioranza purchessia conservatrice. E quando i poveri han tentato cli scuotere il giogo dei ricchi, il Governo centrale, elle dovrcbhc servirsi del suo di– ritto di tutela sui Comuni per difendere i clt:boli, è sempre intervenuto per rafforzare i ricchi contro i poveri. Tutti couoscono il movimento fascista della Sicilia: una rivolta seguita. da centinaia di morti non può non lasciaro un solco profondo nella mente anche cli un popol o sme morato come noi. Aht nessuno sa che, in molto cit.tà del "Mezzogiorno, dal 1860 in poi, sono avvenuti p arecchie volto elci tentativi legali per scuo– tere il g-iogo delle camorre amministrative; ma questi tentativi sono stati sempre 01>prcssi cla1Governo cen– trale, e nessuno se n'è nrni avvisto. Chi ci bada allo scioglimento di un piccolo Consiglio comunale? CJlJ)Ure molto volte ci son voluti tesori cli energia. nella popolazione t}CI' sostituire quei consiglieri a. (tuelli che c 1 eran prima e che erano odiati da tutti; e lo scioglimento arbitrario e partigiano ha dissipato in un momen to quelle en ergie, ha scoraggiato i lot– tatori, li ha demoralizza.ti, ha fatto capire alla popo– lazione che, tanto, è in utile marcirsi Pan ima a volere il hcne, sarà. sem1>re cosl perchè il Governo vuo'le così. Un esempio tipico, di ciò che ha fatto il GoYerno unitario ne111ltalia mcriclio1rnlc, ci è offerto dalle lotte amministrative napoletane nel periodo 1878-80. Hi– cordo in modo speciRle l'esempio napoletano, prima pcrchò Napoli hi:, fama. di essere oramai così profon– damonto i1111norolo lln. non esser pill capace (li redi– mersi eia sè; in l:icconclo luogo pcrchè liall1opont del Go,•crno in un i;rnnde Comune si può supporre quale . sia h, sua azione nei piccoli Comuni, tlove non è frenato ncmmono dalla opinione pubblica di tutta [talia; e finalmente perchè in Napoli in questi ultimi mesi si ò manifestato un movimento cli riscossa ana– logo a quello del 1878 1 e dal modo come il Governo si comportò allora t}Ossiam prevedere in che modo il Governo - dal quale dovrebbe partire l'olluca– zionc morule del )l"ezzogiorno - si comporterà. ora. Racconterò i fotti riproducendo spesso le corri– spondenze, che manchwa eia. Na1}oli alla Rassegn(l,Set– timcmale cli ~'ircnze (I) uno scrittore, che• appare unitario fanatico e avverso alle autonomie comunali, perchè, secondo lui, solo il Governo centrale può mornlizzAre le amministrazioni locali. La. caduta della Destra nel marzo 1876 ebbe il suo contraccolpo anche nella vita amministrativa napole– tana. 1: Nel luglio del 1876 vien su a .Kapoli, frutto clell'anarchi;t intellettuale e della corruzione eletto– rale, un Consiglio tutto d'un pezzo e tutto d'un colore n· (') \'olumo I, N', IC., 181 \:O; VOI. 11, N. 1, a, !li voi. lii, N. a!l, 19i voi IV, N'. M; VOI. Y, N', 119; ,·ol. VI, N.140. - l_.a /((fSSe(JllCfselUl/la• ,wle era diretti\ dal Sonnino, che r110-0,·aallora uua mag1111tea<mm• pagnil contro lll cnmorra meridione.lo o l'o11ora corruttrice del GO· verno. Non orn (llvontrlto nncorn ml11h1tro dello Stnto unlt!lrlo o 11011 a1•0,·n lJl&ogno (I\ 11ngure COI 800 IIJ)l)O!HflO I voti dCI lil.tlfondlBtl O (i('[ <:,unorrliltl merldto1m11. ~upJ)Onoto clic lii ltl\lh~ ogni rcg!ouo nmml · 111strl I imot lnkreBijl: Il Sot111\110 ocoupcri\ un 1108to certo lm1101•trillto nolln vita l)UlJ\J\lel\ toaonna, Ho In ùam11anln fw,·erranno così grn,•l 11\'\'0lllmClltl (1(1rlOllle(\('r(' l'lntenento (1{'110altre regioni 11a111111e, Il ~onnlno, h1ton·ononcio, mn non 1wondo 1.Jtsoi:-110 de' ,·oli d('I 11u•rl(l!O· 1101111ersbrlgRro Kll nlfRrl di ·rose1rnn t'OIIIC ,·uol 1111, sar,ì llb.-.ro tln lmJ)cgnl <i nglri\ aeeondo glustlr.1R. Come ministro di uno Stato uni• tnrlo fu e 11nd1 uomo 11cr11..~to; In 11110 f.:t11to rcclcralc snreb1.Jc 101UC· llt•f11llort• t\o•ll'lh1llrt lllt•rhllo1u1lc.

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