Critica Sociale - Anno X - n. 13 - 1 luglio 1900

198 CRITICA SOCIALE provnto coi fatti della stfttistica. e con le ragioni dei principii che "Ja pnrtccipazione dei cattolici alle " urne è stata generale, n1a il loro accanimento in– " ficd in guisa singolare dove si trattava di com– " ba.ttcre un socialista,, - quollerat aemo11st1·cmclm11. . . . .8ppure noi non sare!llm0 piemunent.o sinceri so rnlcssimo nffetrare una compiuta indifferenza al riguardo nnche di questo lx1rlumc di astensionismo che vol'rcbbero innalzare i democratici cristiani in attesa di poter levare la bandiera cli una partecipazione propria alle urne politiche. Non è che ci lusinghi staccare dalla compag-i11c L'Cftzion::1ria qualche voto clericale per facilitare la strada. il qualche nostra. can– didatura. Quello che ve1·Ame11te ci preme si ò la co– scienza di quanto di hcnc potrebbe f',ue, specialmente tra Ja. popoli1zione delle campagne, dorn la nostra ,·oce non arl'iva ancora, 1111 partito cattolico sincera– mente dcmocrntico, che si mettesse coraggiosamente t,ra i violenti tosatori di greggi e te ,,ittìme e par– lasse a tutti - sia pure in nome dell'ipotesi divina - la pnrola elci Vang"clo. !<'in qui i panoci si conten– tarono di sedere placidamente t1·,1, .le " autoritl't ,, dei poesi, di mezzo al sindaco, al pretore ed al dele– gato cli P. S., in lrnona rela.ziouc coi grossi prop1·ie– tnri cd atfittaioli, indulgenti con questi, se,•eri con gli umili, devotissimi alle nobili signore che fanno sf'og-g-io di lor pictìt religiosa coi grassi donativi al ministro di ])io. Oh! se sorgesse nella desolazione morale cd intellettuale di questa immensa popola– zione una schiera. di eroici palTOCi, nuovi tribuni della plebe, fieri della loro autorità. divina, decisi a fa!'la valore contro tutt.i i prepotenti grossi e piccini, disposti a. scendere tra. i solchi elci proletariato e parlare ad esso dei suoi interessi morali ed econo– mici, spiegando il funzionamento della vita civiJc mocler1rn, il diritto di vivere da uomini·, l'utilibì. della <'Onquista. di certe leggi, il dovern di oppug,rnrne certe altre; di lucidando gli ine,,ita.bili contrasti di classe, inseg-uando la prat,ica. dell1associazione, del mutuo soccorso, della previden:,1,~1,de!Ja resistenza in guisa da trnrro fuori dalla turba degli schhwi un popolo di cittadini liberi e coscienti! A questo punto poi po– trcbho arrivare la cresima sociAlista a compire l'opera della redenzione economica del proletariato agricolo: ma. intanto sarebbe tutta. conquista della civiltà sulht hnrhal'ic che il partito dei nuovi e ,·cri missionari avrohbe compiuta. .. )fa tutto ciò, a mente pii', fredda, ci avve– diamo 11011 cssern altro che Ja prima pagina di qua.– lunque manuale del " perfetto parroco ,, e punto questione nè economica nè politica.. Se quelle idee, che si trovano in tutte le " istrmdoni ecclesiastiche ,,, sono fin qui state pratica.te nel modo che l'esperienza dimostra, si potrà credel'C che basti proclamare un nuovo partito cattolico por vederle ridotte in fatto? ì: lecito credere che sia sufficiente " la buona vo– lonb\ ,, di q1rnlche giovane di cuore e di ingegno per far sì che il cattolicismo si concili i nella obbiet– tiYa rea Ifa storica. con la democrazia e nel duello tra un marchese Picenardi, milionario Jatifondista, e Leonida Hissolati possa astenersi dall1a,ppoggiare il primo? Frnncamcnte una rivoluzione simile nello spirito e nella pratica del cattoJicismo ci pare così immensa, così fol'plidabile, che pl'ima penshnno nvver1·h lari– voluzione socialista. La verW1 è che l'cnciclìciL Rerum Novanmt non ci semlJl"a a,·cro i caratteri proprii dei libri f'ondutol'i di civiltà, come il Vanyelo, o il Contratto sociale, o il Jlfcmifesto llei Conumisl.i. .Però insistiamo nel clire: il non expedit ò morto; i vecchi cattolici Phanno ucciso, i giovani non po– tranno risuscitarlo. CLAUDIO 'l'REY'ES. Bib 1otec::-i C 1noB1arco Laoolitica e onomica à~l n rlito s cialista Oramai il partito nostro ò uscito dal periodo di forma– z.ione e deYC entrare risolutamente nella ,,ia JJOsitiva. i\"011 è piì1 il caso cli bamlioleggia.re sulla tatticn. o sul· l'organizzazione. Alla JJrova dei fatti ogni grupJ)O loc:tle ha saputo benissimo regolarsi conciliando gli interessi politici generali di tutto il partito, colle lotte e coi con– trnsti del luogo. Le ,·arie questioni individuali di incertezze, di immo– ralità, ecc., si risoll'ono con criteri sicuri per mezzo di commissioni speciali, ed il partito nel suo complesso ha acquistata rma fisionomia così speciale che non ò pili possibile a nessun demagogo, facendoci l'occhietto dolce, di imJJadronìrsi delle masse JJCI'salire a fare il comodo proprio. Ora invece ò necessario che il partito determini la J)l"OJ)rialinea di condotta, auche nell'ambito dell'ordine attuale di cose. Occorre fissare le singole tappe allo quali dolibiamo arrivare per dirigerci ,·erso la meta di una trasformazione radicale di tutti gli ordinamenti sociali. l~e questioni di carattere politico (suffragio, libertà. di riunione, d'associazione, di stampa) sono già più o meno risolte ed esse non a.spettano che la loro formazione precisa nel programma miuimo. Pili difftcile invece è l'orientarsi riguardo alla politica economica da seguire; ma d'altra parte è questo for.c;e l'argomento di maggior importanza, in quanto clic deve rapJ)resentare il punto di differenziazione del nostro da tutti gli altri partiti. 'l'ra i nostri compagni si notano in J>ropositodue ten– denze diverse, anzi diametralmente OpJ)Oste,ed è bene metterle l'una di fronte all'altra, non solo allo scopo di SJ)ingere il partito a scegliere ufficialmente la pro1Jria strada, ma per dar modo ad ognuna di esse cli sviluppare le proprie ragioni ed i J>ropri fondamenti. Da una 1>arte àJcuni socialisti sono felici tutte le volte che possono afftclare qualche nuovo incarico nito Stato, ed essi credono in tal modo di arrivare quasi insensit,il– mente al socialismo. Uno dei sintomi JJitt caratteristici di questa tendenza l'abbiamo avuto ultimamente nella deliberazione del gruppo J)arlamentare, che domandava di affidare allo Stato il monopoliodel comme1·cio dei cereali, ver evitare le 1>twicolose oscillazionidei prezzi. Dall'altra moltissimi studiosi diffidano di ogni inge– renza economica dello Stato, almeno come è costituilo attualmente. J,'.ssirammentano che lo Stato ò IOstrumento di dominazione di alcune classi sulle altre ed aumentare la potenza sua vuol dire dare in mano, alla cla.-;se che in un determinato momento detiene il potere, armi più potenti d'oJ)pressione. Jn questo senso l'J~ngels, il Deville e quasi tutti gli autori socialisti sostenevano che il so– cialismo doveva arrivare all'aliolizione dello Stato ap– punto }Jerchè do,•eva abolire ogni dominazione di una classe sulle altre. Quindi essi credono che la J)Olitica del partito socia– lista debba esser diretta princiJJalmente a diminuire la forza dello Stato, a decentrare le sue attriliuzioni, a togliere tutte le funzionì politiche dugli Urtigli dei poli– ticanti di mestiere per affidarle cli preferemm ai cor1Ji interessati. :f.: questa tendenza che propugna specialmente il socialismo munici1>ale,come mezzo di rendere JJil1ac• cessilJile alle masse il coutrollo diretto dell'amministra• :done dei J)rOJH"interessi senza bisogno di intermediarii, sempre 1>ericolosi.

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