Critica Sociale - Anno X - n. 13 - 1 luglio 1900

CRITICA SOCIALE 205 tanto meno permette che la colonia stessa resti un campo cli sfruttamento della madre patria . .A))punto per questo, accadde, si può dire regolarmente, che quando ]a civiltà della colonia è sviluppata 1 o quando di conseguenza, ciuesta sviluppata civiltà comince– l'Cbbc ad offrire al commercio della madre--patria vantaggi veramente notevoli, la nazione conquista– trice sia obbligata a rilassare !a stretta e a rinun– ciare a tutti i benefici di una effettiva sovranità. TI distacco delle colonie americane dall'Jnghilterra è a.ssai istruttivo in proposito, e dimostra (]uale sia il pericolo di forzare la mano per fare che la conquista si;i davvero un " bottino "' Nò meno istruttivo è il recentissimo esempio delle colonie australiane. Che cosa ha dovuto finir per fare l'Inghilterra delle sue colonie australiane? Ha don,to fa.rne la confcdcra;,.ione australiana, una vera e propria repubblica a parte, legata alJ'Jnghilterra soltanto eia questo tenuissimo filo, che Je controversie giuridiche nelle quali sia in giuoco un interesse generale dell'impero vengano portate, per essere giudicate in ultima ista,rna, al Privy CouncildellaRegina! Come si vede, allo stringer dei nodi, al momento buono, si risica spesso di dover vedere il sognato li hottino " che se ne va. In secondo luogo ad impedire Perezionc di una stretta barriera prote;,.ionista. attorno al paese con– quistato, vi sono i rapporti colle altre potenze, i trattati di commercio: le relazioni politiche, anzi– tutto, per cui una Potenza deve ottenere il consenso delle altre per l'occupazione di un territorio, ma non lo otterrebbe se del territorio occupato volesse fa,re un campo chiuso per il proprio commercio; poscia, lo rela.zioni commerciali che obhligano questa Po· tenza a fare alle altre quelle concessioni di cui ha bisogno per sò, pena cli veder chiusi a1 proprio com• mcl'Cio i territori delle altre, se essa vuole riserbare esclusivamente per sè quelle del paese conquistato. Questo dOJ)pio genere di rapporti obbliga dunque le nazioni conquistatrici a proclamare ed inaugurare quello che è diventato un canone fondamentale per le Potenze che nutrono grandiosi disegni di impe– rialismo: l'open aoor. Ma, dato Pimmancabile e ne• cessal'io trionfo cli questo sistema della li porta aperta"' è chiaro che la na:t.ionc conquistatrice ò posta, nello stesso paese conquistato, sul medesimo piode o al medesimo .livello cli t.utte le altre nazioni, e soggetta alla competizione del commercio di queste ultime. La nazione conquistatrice non riuscirh affat.to a trane li bottino" commerciale dal paese conquistato per il fatto di averlo conquistato. Vi riuscirà soltanto in quanto le sue industrie e il suo commercio siano tanto forti da tener testa e vincere, in quel paese, Je industrie e il commercio delle altre nazioni. Ma, per ottenere questa vittoria, per trarre da un ter1·i• torio questo li bottino ,, commerciale, non importa aver conquistato quel territorio: vi si riesce, quando si ò economicamente forti} qualunque sia lo Stato a cui il territorio appartiene; non vi si riesce, <1uando non si ha la sutlìciente forza economica, neppure possedendolo politicamcmte i11 proprio. La na,donc forte economica.mento può far !1 meno della conquista; quella economicamente debole compie la conquista per gli altri. * • ·> Queste considerazioni intuitivo sono confermate dalle cifre statistiche riguardanti il commercio del· l'impero inglese. Nel L883 1 l'impero inglese conteneva 305 milioni {Puomini sopra una superficie di 7 milioni di miglia quadrate; nel 18~7 contenewt 433 milioni d'uomini sopra una superficie di l L milioni di miglia. Ora le esportazioni sono discese <ht 305 milioni a 2D4 dopo csset·e passate pet· cifre ancora piì.1 basse; 277 e 275 milioni, o 81a CO Dal I880 in poi l'impero inglese si ò accresciuto dell11~gitto, della. costa e clell'lii11ferlaud del Niger, della costa dei Soma.li, di Socotor,1, di Panhang, della nuova Guinea, dello iululand, dell'Africa orientale e centrale, della Hhodesia, del Sudan, di ~anzibar e Pemba, della Birmania superiore, ecc., e ciò non ostante le espo1·ta.zioni sono discese da G sterline e 17 scellini per testa a 5 sterline e 17 scellini, hanno cioè subìta una diminuzione netta cli una sterlina almeno per testa e per anno. Se si confrontano le importazioni clelPinghiltorra dall'li:uropa, dagli Stati lJniti e dallo colonie inglesi nel clecennio 185D·68 con quello elci deconnio lSSD-98; e so si confrontano Jo csportaiioni dell'Jnghil_torra nello stesso loca1it~ 1 nei nieclesinìi cltio pel'iodi, ah– biamo che lo importa;,.ioni dell1[nghilterradall'~~uropa si accrebbero del 9G "/ 0 ; quelle dagli Stati Uniti ciel lDG ¼; ciueUe dalle colonie inglesi ciel 47 %- B quanto alle esportAzioni: quelle negli Sta.ti di l~uropa. s'aumentarono del 35 "/ 0 ; quelle negli Stati Uniti del 70 "/ 0 ; quelle nelle Colonie del 69 ¼- Dunque le Colonie sono le sole localitìt in cui il commer• cio i1tglese di importar.ione sia aumentato meno ra• pidamentc di quello di esportazione. li che vuol dirn che le Colonie trovano in altri paesi un mercato migliore che nella madre-patria, e ne usufruiscono liberamente e ampiamente. Non basta: mentre nel J snn il commercio inglese cogli Stati lfniti ha raggiunto un movimento tre ,•olte maggiore di quello con le Colonie, lo stesso commercio inglese è andato notevolmente diminuendo nell'Egitto precisamente a cominciare dall'occupa• zione inglese. Decennio por decennio, dal 185!)al 1898 le importazioni discesero da 146 a 12D, a 86, a DJ miliolli di sterline; e le esportazioni percorsero Ja. curva discendente rappresentata da queste cifre: •Vi, 51, 30, 37. Quale prova pili concludente della falsità. del principio che il commercio segue la bandiera? Por contro, da1 1881 in poi, soltanto i commerci tedesco e belga aumentarono in J◄]gitto. L'occupazione del tenitorio egi¼ifrno da parte dell'foghilterra non ha, dmH1ue, profittato a.I commercio inglese, ma a quello tedesco e belga. Quale pl'Ova. pili bella, che (come dicevano testò) q1rnndo una nazione è ccono· micamento debole (sia in modo assoluto, sia in modo relativo) come soltanto è il caso dell'fnghilterrn in Egitto di fronte alla Germania ed al Rolgio) quella nazione compie la conquista pet· gli altri? (*) Concludiamo. Sarebbe poco se Ja conquista fosso conclannahilo dal punto di vista morale. J•;ss,1. lo ò ancora dal punto di vista utilitario e materiale. Essa è, nella, migliore ipotesi, inutile; spesso dannosa. Jnutile, quando la nazione conquistatrice è commercialmente e indu· striai mente forte; gia.cchò, in tal caso, quesbt na– zione trarrebbe dal paese conquistato gli stessi v:rn– tag-gi anche senr.a. la conquista. Dannosa 1 quando la nazione conquistatrice è debole dal lato commerchtle e industriale; giacchò, in tal caso, questa nazione non .fa che aprire a sè stessa un nuovo campo di sconfitte commerciali, non fa, che fornirsi una nuoni occasione di essere inclustrialmcnte battuta, non fa che spianare, a proprio spose, una nuova via cli suc• cessi ai più forti di sò. Nell'un caso e nell1altro la conquista è incapace, per sè stessa, di dare origine a quel li bottino" di cui sembra essere rimasta nel cervello del vecchio sac• chegg"iatore di banche, una specie di ossessione volut• tuosa. l,a sola. forr.a che apre la via all'unico li bottino 11 possibile noi tempi moderni, <1uellodolio gl"iuldi iJH-. 111·cscìndutitriali, ò la forza del la,,oro, nello f':I\C ( 1) I <lntl e le cifre cltntl sono tolti In 1mrto da un nriloolo di Oh. Rccolln 811\l!l Ga::eue (lt l,<WS(l/l/lt (\(li l:i !{lll!(llO [\, c., !!l J)ilrl() <la unq (\Ol )IUll\(lll 8111\a Co11tem~l(J1'(11'!/ l/tVICff r\ass.uniQ d;\\la Miut1·rn,

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