Critica Sociale - Anno X - n. 13 - 1 luglio 1900

CRITICA SOCIALE 203 zione, al srn·o ben nutrito o ben vestito dell'età reu– dnle, n <1ucsto 1:cn·o pntriarrn1c, n cui il signore largh•n con munificcutc abbondanza cibi lauti o vesti sontuose, perchò esso era un elemento d<'corntivo, un segno della opulc1m1. delln casa, a cui nppnrtcncvn. A questo pro– posito avrebbe potuto op1>01·tmrnnH?ntcnotare il Bachi come, nella socicfa presente, 11111\ so11rrivvivc11zadel tipo del servo reudalc ci sia offerta dal servo delle famiglie aristocratiche, anch'esso ben nutrito - almeno a giudi– care dalla maestà panciuta di ccrli automedonti e di certi mn~giordomi - e anch'es:-o c10, 1 izio~amentc ìm1>cl– licciato, inj!u:rntato e r11 ... o, n mAgt,:ior onore del(li inclili pndroni. Ma non al compassato seno delle magioni llatrizie e... bnncnrie rivolge n preferenza il Hnchi la sua J)en– sosa e oculata attenzionei l>en1;l nlln.scn•adella r,,miglia l>orghc$Ce piccolo-borghese. Invano la "ita $i ò ri\ 1 olu– zionnta intorno a lei; invano il contra.tto fra la\'orn.tore e siguore ha as$unto o tende ad n~sumere una cquit.\ e una dignit.\ nuo,•a e umana. 1•:;;sacontinua n imperso– nare e n rappre$entare in sè l'antica as$0luta dipendenza e O.J)J)nrtenenzaalla famiglia padronale, ignorando i van– taggi e sentendo per riverbero solamente i danni della mutata vicenda economica. lnfatli la.prc$tazione del suo hworo 110n ha alcun limite d'ora e di <1ualittlj il suo Rnlnrio hn. una formn. mista e indetcrmìnn.ta; tutto, in– Rommn, quanto si riferisce ai suoi d0\!eri e ai suoi diritti Rfu~ge a qua.lsial'!i cliscipliirn, a <1unl-sinsinorma limih1- tricc. Essa non esiste per sè, non ha 1>ersonalifapropria; ò invece un accessorio, 1>il1 o meno J >iacentc, p iì1o meno necessario, della. casa, nella, quale è ent-ra.ta. Nè il suo sen·nggio è, almeno, com 1 cra in 1>assato,attenuato da quel J)ii1 Jar~o trattamento materiale e eia quell:\ bene– vola cordialità 1 che i signori 1>0te\'fmousare \'erso i seni. " O~gi ~, dico il Bachi, 11 rra lo pareti domestiche si le– " sinn <11rnntopili ò possibile e la rnzione serbata a. chi " sene si rn viepJ)iìt deficiente: all'antico benes$ere " sottentra un palcso malessere. ,, Di co11scguem:a ogni legame, ogni solidariotù. d'affetto è scomJ)arsa frn. sen•I e padroni, i q_uali sono indifferenti gli uni agli altri, quando non sono mossi cl:~ una sorda cd imJ>lacabile ostilità. E siccome poi ogni singola condizione di vita s\'ilup1>a necessariamente certi corri'ìJ>Omlenti abiti mo– rali, cosl aHiene che il seno e la sena, dalla lor vita dimezzata, ambigua, altalenante di continuo nella con– traddizione tra l'ambiente, in cui e per cui sono nati, e quello, in cui sono 1>as$ati 1 contraggono quel che di doppio, di malizioso, di corrotto, di senile, che offre lagrimevole o quoti<liano sog-gctto di com•ersnziouc n.lle disavventu– rnte 1mdrone. Di qui anche nasco che manca in loro ogni spirito c coscienza di clllsse; talchò - argutamente sentenzia PA-utore- "' esistono i seni, non esiste, si po– " trebbe dire, la classe dei sen•I. " Ora, qual è - si domanda il Uachi - la causa di questa dolorosa e primith•a condizione di cose? Xon certo la "olontà umana, che ò ancella 1 non signora delle vicende sociali; bensì il contra.sto che esi$te rra la com))agine economica ,•igento e la forma e il modo della ,·ita domestica. OJ>ra tutto 1 secondo Fautore, il quale a. questo punto ci paro che ca;;chi nel peccato, rim– i>roverntogli pure dal Loml>roso, di una pessimistica esagerazione o in quello, aggiungiamo noi, di una con– siderazione forse soverchiamente limitata. e unilaterale del J>roblemache egli dibatte - sopra tutto ha consena.to un carattere antiquato In mnniJlOlnzione dei cibi, che eseguita, come è, isolatamente, importa II un singolare a sciuplo di la\'oro, di denaro, di materia, e significa una G 10 B n a produzione di qualità. deficiente.,. Ad essa de,•c sosti– tuirsi, coerentemente alla ri\!Oluzione, che ò a.Heuuta o clic ò J)er a\'\'enire in c1unsl tutti gli altri rami, la produzione industriale, la quale applichi flnalment.c le nonne dcli:~ scienza anche a <1ue1;t 1 arte aflidafa oggidì nll'iµ<rHu·o empirismo cl<'lladonnn. incoltn. La produzione industriale dei cibi spegnerà l'alltico rocolare casalingo, "'come il telaio meccanico ha. arrestato i telai domeStici .,, e s1>remeri\qualche lagrima sentimentale dagli occhi dei lamlaforCJJ temJH>ris actì, e ins))irerà. qualche elegia ni JlOetie agli arcadi della J)OOsia famigliare. Che imJlOrta.? I.a. civiltà, nelle sue nrnnifestnzioni grandiose come nelle umili, reca seco parziali dolori e parziali rimpianti; odiftci~e distrugge .. \la la psiche umana è essa J>ure mi– rtibilmcntc evolutiva e sa a mano a mano cogliere e amare IIUO\'earmonie, nuo,•i J>rofumi, nuove voci intime e solidali uella "ita, eho si trasforma. intorno a lei. J~a scomparsa della cucina casnlinga e la sostituzione dellit cucina industriale - di cui i segni ,·edonsi già. negli Stati Uniti - rivoluzionerà. naturalmente la vita e, di conseguenza, il sen•izio domestico. Le ser,:e clh•er• ranno operaie " salariate dai ristorant-i COOJ>erath'io 11 rnunicì))nli, o dalle altre istituzioni alimentari ,,. Allorn sorger?~ anche in esse - come gitl av\'iene nelle loro compagne <Poltre mare - la. coscienza di classe, che le unirà, le elC\'erà, le nobiliterà. ~:sse II saranno chiamate "' ad c.~cguire determinati la\'Ori entro 10 case e nelle 11 istituzioni cooperative, scmm cessare per questo di con• .. vivere colle proprie famiglie, senza. che J)er esse sin, 11 come oggi, clistruha. quell'istituzione-famigliare, di cui " pure le padrone si atteggiano a. cosl gelO$e conserrn- ~ trici . ., Tale la tramn. del concettoso e genialissimo luoro del Bachi, il <1uale pertanto ha il merito di avere con acutezza. e con originalità toccato e additato uno dei grandi problemi della. vita odierna e di avere saputo indagare e ritrarre sinteticamente lo stato di una classe di lavomtrici,nltrcttanto disJ>ersce disorganizzate, quanto numerose e ramiglia.ri, e perciò !ilruggenfi a unn. critica urdcn. o sistematica. Ila J)Oiil merito cli avere saJ)uto vestire il suo peusiero di una forma. arguta, artisticf\. o incisi,•a. L'INUTILITÀ DELLA CONQUISTA l◄'rancesco Crispi, il deplorato per antonomasin, scegliendo il momento della. crisi ministeriale, ten– tava. di mettersi nuovamcnto in vista come grande uomo di Stato, con una Jet.tera circa Ja questione cinese improntata alla sua abituale megalomania, e pubblicata. sull'organo clell1impcrialismo italiano, sulla 'l'rilmna. Questa. lettera dava. modo a K '11. Moneta cli rin– tuzzare nobilmente sul Secolo le idee criminaloidi clell'ex-clittatorc e d.i rilevare come nel rimbambi• mento senile le tendenze brigantesche del CriSJ>i si manifestino oramai scnz11 veli. D decre1>ito Ra– bagas parla, infatti, senza ambagi, elci " 'bottino ,, che l'l.talia, non parteci1>ando con forze adeguate al– l'aggressione della Cina, si lascia sfuggire, bottino cho invece le altre Potcm:c si saranno, a suo tempo. merita.mente conquistato. Certo K '1'. l[oneta ha ragione. Certo una guerra. avente per iscopo di " far bottino ,, è una guerra ci:ltrcnmmcntc immorale, e, quindi, condannabile. Certo essa ò incompatibile colle tendenze superiori della civiltà presente, e non pcrchò ò sostenuta dalle grand.i

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