Critica Sociale - Anno X - n. 9 - 1 maggio 1900

E,v 1-12 CRIT !CA SOCIALE Che cosa volete, infatti, che pensi uu nssicuratore quando gli vien chtto di ap1>rcndere, leggendo, a. pa.g. 77 della Critica, Sociale di <1uest'anno, che il Municipio di Dl'adford, che conta 300.000 abitanti, 11 sta liberandosi " dal peso dei gnwi premi che, per il suo vasto 1>atri– " monio, deYe pag:u·e alle Società. di assicura.zione con– " tro gli incendi, accumulando quei premi in un fondo " di riserva col qu,1le assicura esso stesso i propri beni? :i Penserà che quei signori padri CO!lcrltti commettono una imprudenza dolosa per risparmiare una somma tenuis– sima in proporzione ai 1>e1·icolia cui può essere espo– sto il patrimonio munici1lale in caso cli sinistro. 11 pubbJico, si sa, beverlL grosso e applaudirà. Ma il pubblico non sa ciò che conosce l'assicuratore - che cioò, dato il patrimonio cti un milione in fondi comuni (case, scuole, ecc.), il premio che normalmente si paga ò di 10 cent. per ogni mille lire di capita.le assicurato, ])ari a 100 life annuo J)er l'assicura:lione eh un milione; onde, dite voi, dicano gli a.miei consiglieri comunali di 'l'orino, che incominciarono a ventilare l'idea dell'assicu– rar.ione municipale, se 101·òasterebbe Fanimo di lasciare scoperto di sigurfa un sl ingente capitale por sì tenue spesa? Meno malo che già 1 a pagintL 89 della stessa Critica, l'amico 'l'reves argutamente rileva che " la lott:L del 11 Comune moderno contro le grandi Compagnie mono– " polizzatrici del gas, dell'acqua, ecc. 1 contro le potenti 11 Società di assicurar.ione, che lasciano al Comune il 11 carico di provvedere alla salvezza comune contro 11 tutti gli infortunt 1 mentre e... :so si contont,rno di iuta– " scare i 1>ingui premi - ò lotta terribile, acc<mila, in 11 cui sono ùlt]Jey1uiti tesori eh intelliaenza, di astuzia, tli, " d<maro, di influenze e in cui il Comune dovrh 1n-o- 11 combere vinto... " se al nostro partito (caro 'J'rcvcs, tu hai già detto bene fino a. metà, ora proviamo la suo– nata. a. quattro mani e chissà. che l'eftètto armonico sia pii1 wagneriano) se al nostro partito fitrnnno difetto le IJOrsonalità. competenti che trattino la materia pratica• mente e scientittcamcuto e non a orecchio 1 come finora. ò avvenuto. . . . Intanto, un fatto constatato e diuturnamente l:unen· tato da tutti, dallo Compagnie come dal J)ulJblico, ò questo: che all'industria. assicuratrice m1u1ca.,nel nostro paeRe, una legislazione che la. disti))lini, onde un pullu– lare continuo di piccole Società., o mutue o coo)lernti\'e, che continuamente a1)J)aiono e scompajono, con quale danno all'economia nar.ionale, ò evidente. Anche dalle grandi intraprese di Sociefa a.s.'~icurntrici ò invocata tale legislazione; nm siate certi che, se un giorno il nostro Ooverno trovasse il temJ)o e gli uomini ca])aci ])er preJJararla e farla passare, essa sarelJbe tale che ridondoreblJe a completo "antaggio delle imprese stesse, a cui ru;sicurore\Jbc una J)ii'1 lata. facoltà di pre– potere sulle nascenti piccole Società, a,,enti una limibltiL zona d'operazione, auzichè jspirarsi al pu\Jblico bene, limitando le protese dello grandi Compagnie e sopra– tutto im1,eden<lone i trusts o concordati. :Ma do,·e J)ill ò invocato l'intervento del legisla.tore si ò nelle leonine condir.ioni contrattuali, e, a quel che pare, tutto il mondo ò paese, poicllò già il Miiller per la Germania aveva richiamato l'attenr.ione del pubblico con un'imJ)Ortantc pul>l>lìc:izioue sull'argomento (1). l,e (') Xttr Pi·axi,g de, Le/Jt11si:usicllt1·1m(J(Jt'8clliifdt, o,·o si leggono que– ste tc;,tuall J)l\rolc: "xon è i\ C0I\QijCC11zt1. di moli\ 1 ma non 1~crclò ò meno h~ ,·c1·1ti\, dH' In 1111 enorme numero <Il cm,I oggi un:l iioclrrì, di 113slC'11rnzlouopuò rlnttlMC 1·n11c111111mcnto hi' ,rnol contrnttl. , U "-' I .I LJ - condizioni del contrntto fra Passicuratore e l'assicurato sono 1lssate nella polizza, la quale ò comJ)i!ata dall'as– sicura.toro, e quinrli cos1 profondamente vagliata a di lui esclusivo IJOneftcio, che l'assicurato ò continuamente preso da quel complicato e difficile mecca11ismo, a cui non ò possibile non lasd almeno un 110 1 della pro11ria carne. Che Pistituto dcll1aRsicurazione sia.un meccanismo che presenb gravi diflìcoltà, ignote talvolta. agli stessi diret– tori e ammini.~tratori, e che una cosa siano i programmi e altra. cosa i fatti, ne avete un esempio nella stessa vostra Milano con la Coo1Mrctliv<1, lnccmU, nata. J)er sot– trai-re le assh.:urar.ioni dal mono1>olio delle Conl)mgnie straniere, e ridottasi in effetto ,ul uu sem})lìee ufficio di assunzione di rischi italiani, come giustamente nota.va . testò un roglio tecnico, per conto di Società. e,tcre. Dove poi le Compagnie hanno Uuon giuoco a dimo– strare la. (lemagogicitù di questa. pa.rtc del nostro pro– gramma, si ò quando, a. giustificazione clel nostro in– tento, tiriamo fuori Pabusato cl.iclté dei lauti loro gua– dagni. Su ,luesto J)unto una mezza dozzina <li doccie a bas– si:ssimlt temperatura non sarà. male. Le assicurazioni 1 come ben sapete, si suddividono in n1ri rami. Non parliamo del ramo grcuuli11e, di quello della. mortalitcì <lel bestiame, cd i11forllmi ciel lavoro, i cui ri :mlta.ti furono sempre cattivi, e pm,siamo a piò pa.rl a quelli più generalir.za.ti , cioè ùu;eucUo e vita. Anzi, re– stringo le iudagini solamente al primo, J)Oichò IO svi– luppo preso dalle assicurazioni sulla vita o quello che può prende1:e in ra1>porto all'interesso peculiare ciel no– stro J)artito, da.to l'attuale sta.to di cosei non ò tale da sollecihtre la nostra specii~lo llreoccupazione. .I.e assicurazioni contro i danni d'incendio si sudcli\•i– dono in tre categorie: rischi civili, riscM cvlouici e ri– schi,industriali. Togliete questi duo ultimi, che sono, in •massima, industrialmente passivi per tutte lo Compa• gnio - e non rimangono che i primi. Ora. è evidente che, se noi munici1rnlizziamo l'Assicurazione urbana, le Società. diverranno preponderantemente assuntrici di ri– schi ngrìcoli, e quindi il, costo delPnssicurazione, 111-h'ato del contrappeso dei rischi civili, aumenterà., e diminuirì~ quest'ultimo a. tutto vnntaggio delle clas:;i abl>ienti. Una facile olJòicziono, che mi si J)Otrà.contrapporre, sar(L quella delle statistiche, che le Com1rngnie comJJi– lano gelosamente perchò da. esso traggono gli elementi por i saggi di premi, a. seconda. della vada. qualità dei rischi, e(l ò vero. Ma. ò vero altresl che, se delJbo pre– star fede ai da.ti statistici ufficiali che ho sott'occhio, l'intraJJresa per sò stessa non presenta. questi iperl>olici guadagni che stereotipatamente si dice. Da. questi dati rica,·o che nel 1898 lo Compagnie i11- ca.ss1tro110 r~. 28.334.949 <li premi, di fronte a. J,. 17.276.500 di $ini:stri paga.ti, p,ui al 68 ¾, Aggiungete lo spese, che in media salgono al 24 ¼i e ditemi so un bilancio in– dustriale clell'8 ¾ non manda con le gambe in aria. l'a:-;– serr.ionc dei lauti guadagni fatti da.Ile Società cli assicu– razione, che ad ogni piè sost)into si sentono e si leg– gono. Andate a dire queste cose nei nostri Congressi e vi sentirete rispondere che port.ate la 110fa borallese. Ed ò perciò che la discussione elevo es:iere fatta 111·imanelle nostre 1rnbblicazioni 1 :wolgendola con dati rigorosamente scientiflci, se non si vuole cadere nell'empirismo ell esporsi a fiaschi sicuri. • (Cuneo), DOCTOII A 1.0È.

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