Critica Sociale - Anno X - n. 9 - 1 maggio 1900

CRITICA SOCIALE 141 n quelli della massa dei cittadini, non è possibile appunt.o perchè il dominio politico ed economico sul quale si estende J~~ sua a.ttiYità è Jimita.t.o nello spazio ed è bilanciato dalJ'autorità dello Stato e dalla forza economica degli altri uomini Il Comune, no– nostante tutto 1 è sempre un organismo democratico. A voler vedere stampato nelle opere il contrast.o fra il socialismo di Stato ed il socialismo municipale, basta gnnrdare ]o sviluppo recentissimo del sentimento liberale e delle istituzioni democratiche nei due paesi oggi pii1 alla moda., l'Ing·hilterra e la Germania. Non solo l'allargamento delle funzioni pubbliche munici– pali non ha condotto in Inghilterra alla formazione di una classe dirig-eute specifica, la quale, al dire dei liberistii ò l'inevitabile prodotto dell'estendersi delle funzioni pubbliche, ma. anzi, tutti i democratici sin– ceri e gli amici sicuri della. libertà. vedono in Jng·hil– terrai per il sostituirsi dell'attività mmtìcipale al– l'opera cle1la feudalità finaniiaria nel dominio delle imprese pubbliche, un segno indefettibile dell1incre– rnento dello spirito democratico. Ha giovato, nella fornrnzione progressiva della de– mocrazia municipale, il concetto seguìto, che funr.ioni speciali del Municipio reclamassero organi speciali, ripetonf;i la loro origine dal suffragio popolare. Come l'amministrazione dello scuole dipende dal suf– fragio diretto degli elettori, cd ò separata dalla am– ministrazione generale del Comune vera e propria; così è in molti casi del.le a.Jtre funzioni economiche del Comune. li decentramento interno dell'nmmini– straiione ò il tratto caratteristico del socialismo mu– nicipale. In Germania, invece, l'accrescimento delle funzioni dello Stato ha dovuto, per necessità. di cose, corri– spondere ad un maggiore accentramento delle fun– zioni amministrative in mano agli organi politici prnesistenti. Per tal g-uisa il socialismo di Stato ò riuscito antiliberale ed antidemocratico. . .. L'esperien;,;fl,dell'fnghilterra prova che il socialismo municipale prospera solo a patto di svolgersi in un nmbiente fornito della massima autonomia.. SuR, con– diiione essenziale ò lo svariato atteggiarsi delle forme, in corrispondenza alla svariatezza dei bisogni; suo risuHato la maggiore inclipcnclenza possibile degli organi amministrativi. Lasciando il campo delle par– zia1i esperienze e riuscendo a quello delle naturali esigenze, noi noteremo che può frustrarsi la obbie– zione consuetamente rivolta al socialismo, che esso imponga agli amministratori un cumulo di funzioni, le quali per il loro stesso cumu.lo o esigano la crea– zione cli una pot.ente burocrazia o importino una confusione deplorevole, come si ò gi1\ accennato. La delegnr.ìone in massa di tutto il potere municipale nel un sol nucleo di individui importa su.I socialismo municipale Fistcssa condanna. che si accettò per il socialismo di , bit.o. Ora so, per fatale condizione cli fatti, Pindole del potere politico non permette che le sue distinto funz.ioni siano delegate a corpi sepa– rati, l'istesso non può dirsi del potere municipale. Nei paesi, come J'Lta.lia 1 in cui il maggiore impe– dimento alle riformo deriva dalla legge scritta, U punto di partenza ò nella. riforma della legge che organir.za le amministrazioni locali. Non si concepisce perchò un sol corpo eletto ahbia a disporre in ma– teria d 1 insegnamento, di gestione dei serviz.i pubblici, cli finanr.a fiscale e amministrativa, e perchò non sia meglio clelcg:ue a corpi distinti, eletti direttamente, queste separnte funzioni. 1n materia d 1 amministra– zionc locale 1>arc infinitamente pili logico il principio della legish1zione ammi11istrativa, che cren corpi se– parati per le diverse funr.ioni amministrative. A questa sola condizione può ottenersi <1uella capacitÌI. tecaica la cui mancanza ha fQrn1ato e for111nil tal- V Ione d'Achille del regime rappresentativo. Nient.e vieterebbe di esigere - nei soli eletti - speciali qualità a seconda delle speciali funzioni. Sarebbe il principio di <1nellaamministrazione " tecnica.,, della società che, nello speranze del socialismo 1 clovn\ so– stituire il « Governo politico ,, vero e proprio. - E baclisi che, se la esigenza è plausibile in ordine alle amministrazioni locali, essa. cessa di esserlo per l'am– ministrazione cent,rale. Le esigenze " cli Stato ,, non lo permettono. Mentre) clunque 1 il socialismo di Stato, com)lrimenclo le energie dell'individuo e ritardando Pav,,ento della clomocrnzia, contrasta in ultima analisi alle aspotta.– r.ioni ed allo spjrito ciel socialismo; il socialismo municipale, democratico e liberalo nella sua anima, prepara la sostituzione dell'amministrazione tecnica della società aJ dominio politico vero e proprio. Per questa guisa, esso riesce infinitamente favorevole aH'inclole del socialismo democratico . .Ma giova a questo punto tener fermo che non la semplice esten– sione dei servizi pubblici o la riforma fiscale costi– tuiscono 11cssenza ccl il nocciolo del socialismo mu– nicipale, ma le due cose accompagnate al prevnlere dell'autonomia esterna del Comune-, od interna dei singoli corpi cui ne è affidato il funr.ionamento. Salvo stabilire quale sia il concetto e l'estensione da dare al concetto <li serviiio pubblico, ò un punto acquisito di queste rapide note che l'alfa, e l'omega cli ogni prograrnnrn. municipale socialista saranno: .t. 0 l'autonomia est.erna clel Comune; 2. 0 la. devoluiione a speciali corpi eletti dello singole funzioni amministrative; 3. 0 l'autonomia reciproca cli questi singoli corpi i 4. 0 il diritto rispettivo cl.i prelevare tributi per i bisogni dello s1>ecialeservizio, salvo la sommissione dovuta. alla. legge che regola le attribuzioni ciel corpo ed al Consiglio municipale, inteso come semplice organo di controllo ·e risultante dalla unione dei diversi corpi eletti. ARTURO LA!llllOl,A. L'ASSICURAZIONE MUNICIPALE (') Nei nostri Congressi, uno dei proùlemi, o non trattati o, con deplore\'ole leggerezza 1 IJistrattati, è quello rel:~– th•o alla municiJHlliziilzione dell'induRtria assicuratrice. Questa materia non fu mai, finora, che io Rappia, og-· getto di serio studio j ap])ena è se qualche fugace accenno com}larve qua e là in articoletti di giornali o negli almanacchi che pullulano ad ogni fin d'anno. Ricordo che il primo a mettere in carreggiata i su– perflcia.li trnltatisfi. (mi Jlermettete di chiamarli cosl ?) di questa materia fu l'amico Piccarolo) che 1 rispondendo un giorno al ,1igna - a' cui occhi la municipaliz1.aìliOne cli questa. difficile industria aJ)pariva tanto facile - fece notare, al Congresso cli Torino, O\'C aJ)punto se ne di– scute\'n, come non si potesse, senza una 1>re11ara.zionc copiosa di materiale statistico) risolvere questo argo– mento. l'u la prima doccia, e colui che la i:;omministrò di– mostrò quel coraggio che accompagna chi ha la illumi– nata coscienza della bonfa della cura. ila, se il malato ha da guarire, cleve continuarsi la cura usque (Ul fl11em, e quindi non vi ~J)iaccia che ancor io somministrt ~ certi facili entu15iasmila 11\ia. parto cli <lacciogelato! (1) 1111rcscntc Rrtlcoldlo et vleno dn persona molto nd<lcntrQ ncllR tcc:111011. <1c11cRS&lcurazlonl. Ci!! fticelamo 1>cre1b,•01ont1crt 11oslQ 111<1ucstn rut>rlct1, 11ur rJscr\Jando ad altri eollatlorntorl Intera 111.J.crtl\ dt eontra<1011.1onoe 01 rcrucn. 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