Critica Sociale - Anno IV - n. 22 - 16 novembre 1894

300 CRITICA SOCIALE ltimarrobbo lo Stato; o Il Valenti confida nello lerro appartenenti allo Stato corno quello in cui la coopera– ziouopolNlbboesS-Oro prontamontointrodotta. )la, anello non osservando cito lo Stato, comeemanazionedei pro– prietari, J)(•rtocipa anclfosso, in un certo grado, doi pro– giudizi o dello diOldonzo della sua classe verso lo Coo• porati,•0 1 ò corto cho esso, nella condizione misera cd incerta in cui per lo ph', lo Cooperativo si lro\'aOl) o nello noccssario anticipazioni che S.'\rebbo costretto a fur loro in molti casi a dlrferenza degli imprenditori capitalisti, riscontrerebbe un contratto s,•antaggioso o un tl11nnopoi suo interesse patrimoniale. f: un fa.Ho poi che lo Stato, sotto il J>rclcsto del pro– gresso agricolo o della libera circolazione della pro– prictÌI, si ò dato con uno zolo spocialo a scioglioro lo comunanzo o nd aboliro gli usi civici; o ci son voluto la. logica o rardoro di conservato1·i illumina.ti como lo r.ucconi o il TiUoni por indurro il nostro Parlamento ,~ rispellaro lo partecipnnzo dello pro,•incio ex-pontificio. So no logli il caso unico della Coopcrath·a dei brac– cianti romagnoli nella ~fnrcmma e il ,-oto platonico di una Commissione parlamentare per la consideraziono dello cooperativo di ta,·oro nello semplici opere di bo– nifica, il Governo si guarda bono dall"incoraggiarc pra– tica.monto lo sviluppo della cooperazione nello cam– pagne. E nllorchè, per attutire in qualche modo il malcontonlo minaccioso doi contadini, si induco a ma– llncuoro a gettar loro qualche brantlello delle lerro pul,bllchc, molto sciaguratamonto in pratica il solito socialismo falso. tanto deriso op1lur tanto accetto, della dh•isio110tlollo terre, preoccupandosi e,•idenlcmento di moltiplicare i proprietari a immagino o simiglianza della propria classe o cercando di cambiare cosi (sob– liono per poco) i più vh•aci tra i mu.lconlonli in coinlo– rcssali u.lla co1111er,•aziono tloll'atlualo ordino di cose ( 1). Cooperazlo11e di luoro. :\fu. lo coso unzitlotlo riguardano la.cooperazione agri• cola in gonoralo, anzi pitì proclsamonlo la cooporaziono della materia prima (terra) o del capitalo (scorte , 1 i\'O o morto), ma non riguardano che eccezionalmente la coopc– raziono agricola di la,•oro (colti,•aziomo collelliva). La cooperaziono agricola di produzione propriamente delta, oltre cho nella maggior parte dei ca.sidal \"alenti('),ò con- ('I Un memor:iblle aagglo di •ltl'allo modo di 1>rocedt~ lo d.\ Il (.'fl1pl colle 1ue progettate ltggl toclall per la Slclll:t (che pro– babilmente rimarranno anch'elff, come tante altre, allo lìta10di pro,:euo, In om:i.rglo alla tallita: 11.mgapromcua coll"attenete,· corto), In cu.l - menlN dal ronipetentl lnter11re1I degli ln1ereul del lavoratori 11 chledeu, nel l\mOIO JllmlJ'e,110dtlla C4t1w1l1• ,1/o,1ecetttr"Gle dd Fa,1cl .ccma,ii, li\ co111tulione di colltttlr:ita O!}rlCOle e IHdu,1trlall, mtdlant• I beai Incolli del priTIIIIe I beni comun~II, dello Stato e deU-aue ecicltalullco non ancor!\ Ten– dull, non che eaproprlatlon• tonata del latifondi, accorda11do teml)()raneamente as:-11 e1proprlatl uaa Rndlta anaua, ecc., e Il rrnllto da 1,ar1e dello Stato di una 10mma per pron-edere :i.I cr•dlto necesaarlo - 11propone ln,·ece tutto Il contrarlo: 1:1, di– vialone dell• lerN pullbllche e delle privale Incolte io lotti d:t. aut111artl In enfiteusi al contadini, ln10mn1a l'homc1~ad, con tutt• 1,.1ue lllutlonl e delu1lo11I !,•. ('J ,~er li \'alenll la miglior forma di coopuailone agrlcoll\ aa,. rebl.H!,a 11uanto11rileva. dal tuo libro 1ulla Campagmt romana e Il 1140 t1ccet1(t•e economlco--,oclale (l'.ltrallo dal Giornale dtt,lt ,co11omi1t1, lw.J3),quelll\ In cu! 11aOltlll In coltura del tondo cnl– hiUIYO al lk>CIn "PllC!UAmentl 1epl\ratl. l'erò è d:\ onenure che, 11equetlo 1l11èma nello ,1adlo 1tttu1tle dcllll 1101tr:, aarlcoltum può etHr• 11rnllcamt:.ntee tr1111ltorlamen1e Il 11iù ad:t.lto, non l"otUlulace un'Ideale dtll'anenlre aarlcolo, 1>erchòaltrlmeu11 11 tornereblle agli lnconunlenll della plccoh1 pro11rlel.\e ddla 11lc– coh1 coltura, ite-rt1ua11to te1111>eratl dall:a cooperulo11e 1u11ldlarla de•II l1lrumeotl del lnoro, del concln1I, delle temeoU, delle alali• • del maga:uinan:lo. B1ollote n dannata. ancho da Teodoro Gollt (.tg,•iCQllura; Hibl. J::co– nomisla, serio 3:), como contra.ria al progresso e at– l'oconomi& doll'agricoltura o all"intoresse istesso degli agricoltori. f: il solito ,timolo <ll taool'o che, secondo questi scrillori, viene a.oto,•olilo dalla applicaziono del principio associativo al lavoro doi campi, rallentando Il poderoso impulso doll'lntorosso individuale. Ciascun coltivatore do,·e esser corto cito, so raddoppicril di fa.licho e d'industria., Il maggior frutto che egli saril por lrarno gli apparterrà. esclusivamente .. \nzi, ogni sin– golo coltivatore, al dir-, del Goltz, devo poter libo1·a.– mento disporre della terra o tlo,·e aver certezza di essere ogli solo ad tl\'nnlaggiani dolio speso cho esso fa por aumentarne la produtllvllh.. Però con questi nrgomonll, crodondo tlirendoro in qualche modo i sistomi di conduzione agricola vigenti, so no viene ina.v,•erlitnmonto a raro la critica, poichò, eccezion fatta. dol colti\•atoro proprietario, nessuno, sia a.tllUuario, sia. mezzadro, sia onlllouta, o sia inlrap1·on– diloro impioganle braccia snh,rialo ali& coltura della terra, rispondo pienamente allo condiiioni posto dai summenlovali scrittori. E erodo che non vi sia bisogno di dimostrarlo. C1ò 1 pertanto, di\ luogo a questa domanda: è proprio vero cho col lavoro agricolo ordinato cooperntivamenlo verrebbe n. mancare o ad aotovolirsi in modo conshle• rovole !"impulso al la,·oro o la collivaziono saroblio malandata? Innanzi tutto O da nota.re che lo associa– zioni patriarcali di famiglie, cho coltinno i grandi te,-. reni o massorio, sono anch'esse una specie di eoopora– tivo, e1>pure la. coltura non lascia 11or esse nulhL :t doshlorarc. E poi, qua.le ragiono seria vi è per Jubi– l&ro cho le OJlCro più importanti di agricoltur.,, come lavori tll bonifica, aratura., ''llnga.lur:i, semina, mielituru, vendemmia, occ., si rucciano meglio col mezzo dello fa.miglio coloniche isolalo, lo quali por lo pili si servono i.!oll'aiulo di operai av\'onlizi o quindi disinteressati nolla JJroduzlone, di quello cho col mozzo di soci coin– teressali In una cooporalln ! Anchu nmmesso cho, noll'indlviduo non interessalo oscluslvamonto al frutto lloll'opern. sua, lo stimolo al lu•oro si faccia sentire pit't debole (tanto più dobolo quanto pili la cooperaiiono è numerosa) o cerchi egli di aff'a.ticarsi il meno possibile, è però anche vero elio egli proourer.\ egoistica.monto di vigilare e sfruttare il più possibile il lavoro dei consoci, ingenerandosi in tal modo quolla reciproca sorvogllanza e r1uel muluo inci– tamento cho tengono desta l"operosit.à di tutti. E, :rncho senza. fliro che la cooperazione dà di por sò una risult.•rnle di forzo intermedia. rra la somma o la molli11ticazionodi osso, ò nolo che il la,•oro fallo in osso si oseguisco Jliù di buona. voglia o pili a.lacromento o cho a bro,·o andare Il lavoro colleUi\'O crea l"abitudine dell'operosità, o la comunione degli inloressl crea l'a.biludino di ,·edere nPlla. soddisfazione dell'intorosso comune la. soddisra– ziono doll 'inlorosso proprio. I.a coopor:uiono applicata a.ll' agricollurn, ollro al ,•antaggi suesposti dolla cooporaziono in genero o cho si riassumono nella. formula dol minimo 1/01-~ocol ma.J• ~imo 1·i1ttllato, di\.anello a.Itri vantaggi, come la. 1,ossi– billtà. lloll'impiogo di macchino costoso, dell'uso doi migliori o più proficui mototli di coltura, tlolle aulici– pu.zioni o bonificazioni a lunga. scadenza, ccc. l,e ftUOtlUHlunl. Ma, so tutto ciò ò ,·oro, corno si spioga quella s11ic– cata. tendenza per la coltinziono individuale della terra, quell~ JJaffÌUIIC pc,· la lcrm co111e /KJJ.JC6JO ùulioùl.tc1!c,

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