Critica Sociale - Anno IV - n. 22 - 16 novembre 1894

CRITICA SOCIALE 349 chine trova la sua J'agione d'essere nel fatto che i capitalisti possono trar·1·0 da esse una sovrapro– duzione, vale a dit'e un pl'Ofìtlo, pel' lo meno non minore di quello che trarrebbero dagli operai. ... Senonché la critica. da noi mossa alla base mar– xislo-loriana della teol'ia del capitale tecnico rivela una portata che som bra supera re le nostre primi– tivo intenzioni. La premessa, infatti, che il capitale tecnico non dà vita ad un p1-ofitto, rappresenta, nello S\•iluppo del pensiero classico-socialista, la logica conseguenza della concezione propria della scuola, sul modo col quale il capitalo salari produce e nella circolazione trasmette il profitto. Secondo il Marx ed il Loria, il capitale salari dà un profitto perchè aliment, un sopralavoro; e questo p1'0fitto mantiene nella circolazione perchè, essendo il valore delle merci prodotte con capitale salari determinato dalla <1uantità di lavoro che hanno richiesto, viene a stabilirsi, fra il lavoro totale che esse contengono e la pa.rte di tale lavoro che basta a riprodur1·e il capitale salaz•i, quella differenza che è appunto il sopralavoro, il profitto. Essendo così il sopralavo1·0 la sorgente del profitto, la mac– china, la quale non può veni1-e sottoposta come l'operaio ad un sopralavoro, non ò capace di dare dall'intimo dell'atto p,octullivo un profitto qualsiasi. Ora, so la asserzione, della sterilità di profitto da pa1·te del capitale tecnico,costituisce la conseguenza logica. inevitabile delle idee della scuola classico-– socialista sulla creazione e sul mantenimento del profitto per opera del capitale salari, e tale asser– zione é, come noi adclimostrammo, insostenibile, le 1wemesse ond'essa scatui·isce dovono pure essere e1•1'ate. Il capitale tecnico forma cosi la pietra d'inciampo della economia classico-socialista. Esso, spezzandone la teoria sull'origine del profitto dall'atto produttivo o sulla conservazione sua attraverso lo scambio, proprio allorché, venendo introdotto dai capitalisti allo scopo di rendere più lieto il loro dominio, avrebbe dovuto costituirne la riprm 1 a migliore, accusa a chiare note la fallacia delle premesse della scuola. Rica1·do, M~rx, Loria, questi giganti ciel pensiero. economico, hanno lavorato indarno a colmare- l'abisso che la lol'O teoria del sopralavoro come coefficiente del valore aveva aperto fra capi– tale tecniro e capitale salar'ì. Ogni nuova analisi, dirotta allo scopo di dare alla scienza quella teoria del valore che ancora le manca, dovrà appunto miral'e principalmente a togliere di mezzo il dualismo, creato dalla scuola classico-so– cialista, fra le duo fo1•me di"capitale produttivo. ANTONIO ORAZI.ADE!. LA COOPERAZIONE AGRICOLA 111 Cnm~e elle f1uorlsco110 In coo1,ernzlo11e agricola. Il prof. Ghino Valenti, che si ò parlicolarmente interes– sa.lo della. cooperazione agricola (Coopcra:ioue e vro– p1·ietù collclliva. Nuova Antologia.,voi. XXXIV, serio 3:), o della sua applicabilità speciale alla coltura delrAgro romano, ha concluso coll'afTermarocho lo dilllcoltà. del– l'applicazione del principio cooperativo alragricoltura (1)Questo aqutUcio far;\ 1>artedi un ca1,itolo aulle Aasoclar.lonl coo1>erative del l!bro di 1>rOHima pubhllc:izione U AHOCla.:to>ll del t,u:oratort ,tcUa e,;olu.:irme economica. OmeUiamo J>er llro– vit:\ <1uauto rigu:\rda lo alato attuale di realiu:t:done della coo– perazione agricola e alcune note e 1tat11tlch& illuatratl,e. (Nota ctella CRITICA). Bib ,otec::i Cì1noB,arro sono minori che per l'industria: I)percl1ò in l\gl'icoltura, prornlendo nella tecnica l'elemento traùizionale, si ha minor bisogno di una sapiente direzione di~potica o in ogni modo ò (acile trovare chi diriga.,come avviene nello associazioni patriarcali i 2) perchò, data l'indole mito e conservativa doll&popolazione agricola, ò più agevolo, che non nella popolazione industrialo, raccordo fl•a i soci o la vita di comunione i 3) nell'agricoltura esiste in proporzioni minori la difllcoltà di formare il capita.le , anzitutto porchè nell"csorcizio di essa no occorro in proporz!one minoro, e poi perchà la formazione del ca.– pitale occorrente avviene mediante L'accumulazione di– rotta dol lavoro nel suolo; cosi, per es., l'agricoltore qua.ne.loà libero dallo faccende ordinarie può piantarsi una vigna, ma non può allo stesso modo il tessitore fabbricarsi un telaio meccanico; 4) a ditrorenza dolio cooperative industriali, lo cooperativo agricole por l'in– dole loro possono pili facilmente trovare il credito, banno un lavoro costante e son sicure di esitare i loro prodotti; 5) nell'agricoltura lo crisi, che sono la rovina. dellecooporative :ndustriali, sono mono subitaneo, mono sensibili ai h1.vora.tori,cito consumano e possono con– sumare in natura una. gran parte dello dorrato che pro• duconoi 6) la ditllcoltà formalo di tiu,·aro un giusto sistema. di ripartiziono dogli utili osiate in grado mi– nore o non esisto affatto in agricoltura, perchè, allor– quando il capitale e il lavoro sono individualizza.ti , l'agricoltore applica il proprio lavoro sulla terra razio– nalmente distribuita fra i soci e con opero generali di bonitlcaziOQ0collotth•amente rosa adatta alla coltura, e no raccoglio dirottamento i frutti. Ma quando anche la cooperazione rifletta il lavoro e questo venga eser– citato in comune, noi abbiamo nell'agricoltura un co– stume che da tempo immemorabile ,•igo nello regioni di mezzadria, dovo in caso di riparto fra i membri si ha soltanto riguardo a.I lavoro e al suo dirfer•ontegrado di emcacio. secondo l'età ed il sesso; 7) ossondo da ul– timo, nell'agricoltura., minoro l'applicabilità della divi– sione tecnica do! lavoro, minore è la dinlcoltà cli orga– nizzare le forze dol lavoro e la scolta. degli opera.i speciali. E inoltro, essendo l'agricoltura naturalmente d'indolo mono specula.th •a dell'industria od esercitata da una classe in cui lo spirito di speculazione ò meno vivo, nello cooporati,•o agricolo si ,•oriRca meno ten– denza a lrasrormarsi in società di speculazione ('). Diftlcoltil. - L'11zlo11e dello Stnto. Però a.isuesposti vantaggi il Valenti contrappone una dinlt>uili~ particolare di fatto, cho l'agricoltura presenta alrapplic:...zionodel principio cooperati,•o, clinlcoltltcho rendo attualmente e che renderà. por molto tempo an– cora impossibile nella maggior parto dei casi una talo applicnziono. Una associazione di 0tJerai industriali trova l'area o anche la (orza motrice idraulica cho le bisogna, ma. chi darà. ad una associazione di contadini la terra da coltivaro 1 li proprietario non si fida.dolio cooperativoi anzi ha poi· esse un av\'erslono istintiva. E poi, aggiungo io, le torre per lo pili sono molto sud– diviso i o dinJcilmento si tro\'ano in corte regioni, come quelle di piccola. coltura a mezzadria., terreni che, ap– partenendo a un solo proprietario, bastino ad una cooperativa di famiglie di contadini, specie so nu– merosa. ( 1 ) I.o Schafne rleono3ce li carattere 1al11taro della coo1>era– zione, quando11la rlvolln alla proJuzione agricola, giacchè <1u~ta forma d'impres.'\ e dl cnpll..'\le aottrae il capllale produttivo alle mutuioni della \·Ha peraonale e dell'economia domesliea.

RkJQdWJsaXNoZXIy