La vivandiera di San Martino

52 BlBL10TEC.A. PATRIOTTICA nel focolare che credeva acceso abbastanza per· distrug. gerla., e che invece l'aveva soltanto affumicata. L'imperatore, con singhiozzi di rabbia nella voce, lesse: « Caro barone, « Come avevate promesso, l'ordine è arrivato troppo tardi. Grazie a voi abbiamo vjnto. Il milione è fin d'ora a vostra disposizione. Pre 1umo che verrete a goderlo a Parigi, perchè l'aria dell'Austria non è piti sana per voi ... In ogni modo, avvertitemi. » Era impossibile trovare una prova più limpida, più schiacciante, che il capitano Schwartz aveva venduto per un milione l' esereito, l'Ùnperature, la patria. - Si conduca alla tenda il capitano! - ordinò con voce soffocata l'imperatore. - È inutile - disse Gyulay - egli è qui. Francesco Giuseppe uscì sulla soglia della tenda. Cinquan1a ufficiali, pallidi, furibondi, circondavano un uomo smarrito, coperto di polvere e di sangue, che non aveva oramai più altra risorsa fuorchè stendere le mani lacere e sanguinolenti in atto di supplica. Gli altJ i gli vomitavano addosso ingiurie e minacce; fra tutte le parole quella che sonava più alto di tutte era: Traditore! Al vedera J'jmperatore e Giulay un raggio di speranza balenò nei suoi occhi. - Sire, generale! - gridò con voce che avrebbe commosso le pietre - sono innocente! abbiate pietà ! - Miserabile traditore! - urlò Giulay fuori di sè.- Avesti tu pjetà dei diecimila soldati nostri che · pel tuo trad mento sono stati uccisi ? Allora si udì la· voce grave e sonora dell'imperatore.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==