La vivandiera di San Martino

LA VIYANDIERA Dl SAN MARTINO .. 5 zi0ne in Europa, facendoli in Crimea commilitoni dei soldati di Francia e d'Inghilterra; poi, conquistato in tal modo il diritto di sedere nel congresso di Parigi, aveva audacemente evocato il nome d'Italia, e sostenuto i diritti della gloriosa oppressa in faccia al rappresentante dell'Austria. Questa nobile audacia, che aveva fatto risorgere pienamente quella questione italiana che la diplomazia austriaca sperava di aver sep0lto per sempre, suscitò in tutta I talia speranze e allegrezze viviss1me. I cittadini entusiasmati - a quell'epoca c'erano degli entusiasmi, in Italia !... - rac<~olsero fondi per una medaglia che portava l'effigie di Cavour, circondandola di queste parole • si Dante: Colui che la difese a viso aperto. Str~.ni rumori correvano per l'aere. Una specie d'im· presstone fatidicà mostrava a tutti i figli d'Italia vicino, imminente il momento in cui si sarebbe di nuovo fatta vedere alle spade la luce del sole. L'Austria,, inquieta e tremante, conobbe dove fosse il pericolo. Esso era nell'attitudine del Pjemonte, clte si era collocato risolutamente a capo dell'Italia nuova. Il peri~olo era nel carattere del giovane Re, che aveva assunto come una cavall9resca intrapt·esa la redenzione della patria oppressa, e che diceva ai suoi amici: - Vendicherò mio padre sull'Austrja, o ci perderò il trono, e mi ridurrò semplicemente il signor di Savoia! » L'Austria dunque minacciò. Grandi forze si ammassarono sul Ticino; il generale Giulay, un ungherese che, per servire la causa d' .Austria, dimenticava i suoi com- . .

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