La vivandiera di San Martino

, { \ 22 BIBLIOTtcA PATRIOTTICA s~ssione diabolica, finì di domarlo. Indurno cercò di stor-- dirsi, bevendo, giocando un gioco d' inferno, e prodì·gando il denaro e i baci alle altre ragazze galanti, assai meno crudeli della bella Lombarda. Nulla lo guariva. Al gioco aveva una fortuna insolente, e i suoi amici p~r consolarsi delle sconfitte gli dicevano· in tono burbero : ! . • - Povero amico! .. . è giusto che, sia fortunato al giuoco, - dal momento che è così d.isgraziato in amore!. .. , Un bel giorno, finalmente, la testa esaltata . da quella 11bbriacbezza morale che è mille volte più terribile di quella del vino, egli volle penetrare nella casa della ' diva... Fu accolto, non diremo a braccia aperte, ma con tutte· le ·più vive dimostrazioni di amicizia. La eortigiana, pur resistendo, mostrò di essere dispostissima a cedere; e intanto accQnSenti di farsi vedere una domenica in carrozza, accanto al barone trion.fant-e·. Egli vinse la scommessa, e ricevette le congratulazioni piene di invidiosa deferenza dei suoi compagnL Il suo successo ·era di pura apparenza, ma non per qùesto egli ne fu meno inebriato. Allora cominciò pel disgraziato amante un~ vita infernale. La sirena, lusingandolo sempre e non contentandolo . mai, gli taceva provare angoscie indi~ibili ; ed egli tanto più si affondava, quanto più vedeva il pPecipizio che lo attendeva. ' Finalmente un gi orno la bella Lombarda parve· con- . tenta. Ella aveva avuto un lungo e tempestoso colloquio col capitano, che doveva essere ferito al , cuore, percbè era uscito bestemmiando e protestando che avrebbe fatto ' ' l

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